Politica
Verso il ballottaggio: il punto sugli apparentamenti
Difficile a questo giro che ci siano sostegni dei candidati fuori al primo turno
Molfetta - sabato 17 giugno 2017
8.51
E' la domanda must di queste ore: ma quel candidato sindaco che farà al ballottaggio? Chi sosterrà?
Ecco, questo è il lietmotiv di questi giorni che impazza in città, nei bar e nei partiti.
Noi, come è ovvio, non abbiamo la risposta certa al 100% ma possiamo fare un'analisi attenta, fermo restando che gli apparentamenti ufficiali sono in quanto tali alla luce del sole, mentre gli altri, quelli più ufficiosi, sono davvero difficile da intercettare.
I tre candidati che non sono arrivati al ballotaggio hanno più o meno già tracciato una linea politica in rchiave sostegni più o meno ufficiosi.
Partendo dal terzo classificato, Gianni Porta, dopo alcuni e doverosi passaggi interni nei vari partiti che hanno sostenuto e formato la sua coalizione, ha fatto sapere al suo elettorato, attraverso un comunicato stampa, che la sua coalizione, in maniera unitaria, ha deciso di non appoggiare alcuno dei due candidati, lasciando sostanzialmente l'elettore libero di agire secondo coscienza.
Questo non toglie però che lo stesso Porta sia stato contattato dai due candidati sindaci, più o meno direttamente. Impensabile però un appoggio all'area del senatore, per chiari motivi politici, ma ugualmente infondato un appoggio a Minervini la cui coalizione raccoglie personalità dal passato politico decisamente distante da quello della coalizione di sinistra.
C'è un però. Nel caso in cui dovesse spuntarla Minervini, alla coalizione di Porta scatterebbe un seggio in più, che sarebbe assegnato nello specifico a Sinistra Italiana e quindi all'ex sindaco Natalicchio.
Se invece Minervini non dovesse farcela, i seggi assegnati sarebbero soltanto due, rispettivamente al candidato sindaco Porta ed alla prima lista, cioè Rifondazione e quindi all'ex presidente ASM Zaza. Chissà se questa condizione non possa in qualche modo influenzare la volontà dell'elettorato di Porta, seppur le disposizioni sono quelle di votare scheda bianca.
Il quarto classificato non si trova in una situazione più semplice.
Bepi Maralfa non si è ancora espresso ufficialmente, ed anche qui qualche contatto lo ha già ricevuto, seppur quello più concreto sembra essere quello sponda centrodestra. Bepi Maralfa infatti per entrare in Consiglio Comunale ha bisogno di una sola cosa: un apparentamento formale, con firma dinanzi ad un notaio, il che, se da un lato gli garantirebbe uno scranno a palazzo Giovene e quindi una maggior visibilità, dall'altro lo collocherebbe inequivocabilmente in una determinata area politica.
Difficile che Bepi Maralfa accetti, considerato anche che di certo lui come il suo gruppo non sono "politicamente malleabili", avendo sempre mantenuto una certa distanza dai partiti e garantito il loro impegno al di la del loro risultato elettorale.
Non dimentichiamoci poi che Bepi Maralfa è stato il vicesindaco di una giunta di centrosinistra e che nella coalizione di destra ci sono personaggi con i quali i rapporti non sono stati mai idilliaci, come Pino Amato, idem con quelli facenti parte la coalizione di Minervini. Insomma, anche Bepi Maralfa sembra proiettarsi nel non appoggiare ufficialmente né uno né l'altro candidato, considerato anche che senza apparentamenti ufficiali, rimarrà fuori dal Consiglio indipendentemente dall'esito del ballottaggio.
Ultimo, ma paradossalmente sembra essere il più corteggiato, è Leonardo Siragusa. La sua lista non ha sfondato, ma la sua natura civica permette una possibilità di confronto programmatico maggiore. Siragusa, che non si è espresso ancora ufficialmente in merito a vari apparentamenti, non ha però dalla sua la cruda legge dei numeri della politica. Il suo risultato elettorale non gli permette di superare la soglia di sbarramento del 3%, minimo indispensabile per entrare in Consiglio Comunale. Su questo punto è doveroso un chiarimento: la legge elettorale delle Comunali prevede che il calcolo della percentuale dei voti di lista venga effettuato sul totale dei voti validi per i sindaci che sono sempre in numero maggiore rispetto ai primi in quanto molta gente vota solo il sindaco e non le liste. Quest'anno infatti è accaduto questo scenario per oltre 1.500 elettori che hanno barrato solo il sindaco ed alcuna lista. Ecco quindi che il 3,02% raccolto si trasforma in poco più del 2,9% ma comunque meno del 3% sul totale dei voti validi per i sindaci.
Anche apparentandosi ufficialmente quindi, per Siragusa, non ci sono possibilità di entrare in Consiglio. Più probabile quindi un appoggio esterno.
Su chi e sul se è però ancora da vedersi.
In questo scenario non è quindi un azzardo affermare che questo ballottaggio non vedrà apparentamenti formali. La palla ritorna quindi esclusivamente nelle mani degli elettori che tra due domeniche, decideranno chi sarà il prossimo sindaco di Molfetta.
Ecco, questo è il lietmotiv di questi giorni che impazza in città, nei bar e nei partiti.
Noi, come è ovvio, non abbiamo la risposta certa al 100% ma possiamo fare un'analisi attenta, fermo restando che gli apparentamenti ufficiali sono in quanto tali alla luce del sole, mentre gli altri, quelli più ufficiosi, sono davvero difficile da intercettare.
I tre candidati che non sono arrivati al ballotaggio hanno più o meno già tracciato una linea politica in rchiave sostegni più o meno ufficiosi.
Partendo dal terzo classificato, Gianni Porta, dopo alcuni e doverosi passaggi interni nei vari partiti che hanno sostenuto e formato la sua coalizione, ha fatto sapere al suo elettorato, attraverso un comunicato stampa, che la sua coalizione, in maniera unitaria, ha deciso di non appoggiare alcuno dei due candidati, lasciando sostanzialmente l'elettore libero di agire secondo coscienza.
Questo non toglie però che lo stesso Porta sia stato contattato dai due candidati sindaci, più o meno direttamente. Impensabile però un appoggio all'area del senatore, per chiari motivi politici, ma ugualmente infondato un appoggio a Minervini la cui coalizione raccoglie personalità dal passato politico decisamente distante da quello della coalizione di sinistra.
C'è un però. Nel caso in cui dovesse spuntarla Minervini, alla coalizione di Porta scatterebbe un seggio in più, che sarebbe assegnato nello specifico a Sinistra Italiana e quindi all'ex sindaco Natalicchio.
Se invece Minervini non dovesse farcela, i seggi assegnati sarebbero soltanto due, rispettivamente al candidato sindaco Porta ed alla prima lista, cioè Rifondazione e quindi all'ex presidente ASM Zaza. Chissà se questa condizione non possa in qualche modo influenzare la volontà dell'elettorato di Porta, seppur le disposizioni sono quelle di votare scheda bianca.
Il quarto classificato non si trova in una situazione più semplice.
Bepi Maralfa non si è ancora espresso ufficialmente, ed anche qui qualche contatto lo ha già ricevuto, seppur quello più concreto sembra essere quello sponda centrodestra. Bepi Maralfa infatti per entrare in Consiglio Comunale ha bisogno di una sola cosa: un apparentamento formale, con firma dinanzi ad un notaio, il che, se da un lato gli garantirebbe uno scranno a palazzo Giovene e quindi una maggior visibilità, dall'altro lo collocherebbe inequivocabilmente in una determinata area politica.
Difficile che Bepi Maralfa accetti, considerato anche che di certo lui come il suo gruppo non sono "politicamente malleabili", avendo sempre mantenuto una certa distanza dai partiti e garantito il loro impegno al di la del loro risultato elettorale.
Non dimentichiamoci poi che Bepi Maralfa è stato il vicesindaco di una giunta di centrosinistra e che nella coalizione di destra ci sono personaggi con i quali i rapporti non sono stati mai idilliaci, come Pino Amato, idem con quelli facenti parte la coalizione di Minervini. Insomma, anche Bepi Maralfa sembra proiettarsi nel non appoggiare ufficialmente né uno né l'altro candidato, considerato anche che senza apparentamenti ufficiali, rimarrà fuori dal Consiglio indipendentemente dall'esito del ballottaggio.
Ultimo, ma paradossalmente sembra essere il più corteggiato, è Leonardo Siragusa. La sua lista non ha sfondato, ma la sua natura civica permette una possibilità di confronto programmatico maggiore. Siragusa, che non si è espresso ancora ufficialmente in merito a vari apparentamenti, non ha però dalla sua la cruda legge dei numeri della politica. Il suo risultato elettorale non gli permette di superare la soglia di sbarramento del 3%, minimo indispensabile per entrare in Consiglio Comunale. Su questo punto è doveroso un chiarimento: la legge elettorale delle Comunali prevede che il calcolo della percentuale dei voti di lista venga effettuato sul totale dei voti validi per i sindaci che sono sempre in numero maggiore rispetto ai primi in quanto molta gente vota solo il sindaco e non le liste. Quest'anno infatti è accaduto questo scenario per oltre 1.500 elettori che hanno barrato solo il sindaco ed alcuna lista. Ecco quindi che il 3,02% raccolto si trasforma in poco più del 2,9% ma comunque meno del 3% sul totale dei voti validi per i sindaci.
Anche apparentandosi ufficialmente quindi, per Siragusa, non ci sono possibilità di entrare in Consiglio. Più probabile quindi un appoggio esterno.
Su chi e sul se è però ancora da vedersi.
In questo scenario non è quindi un azzardo affermare che questo ballottaggio non vedrà apparentamenti formali. La palla ritorna quindi esclusivamente nelle mani degli elettori che tra due domeniche, decideranno chi sarà il prossimo sindaco di Molfetta.