Speciale
"Uno contro tutti". Mastropasqua: «La libertà di fare domande è la forza di dire verità scomode»
Mastropasqua "conquista" anche la stampa
Molfetta - mercoledì 8 giugno 2022
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Non sottrarsi al confronto ma trovare in esso la possibilità di dire la verità, anche quando è scomoda. E' il Pietro Mastropasqua in "Uno contro tutti", appuntamento del candidato sindaco della coalizione "Molfetta vincente" con la stampa nazionale e locale.
Concretezza, determinazione, preparazione ma anche entusiasmo assieme a programmi, idee, visione politica è quanto emerso dalle risposte fornite da Mastropasqua alle domande sottoposte da La Gazzetta del Mezzogiorno con Matteo Diamante, Telesveva con Michele Straniero, Teleregione con Salvatore Petrarolo, l'Altra Molfetta con Sergio Magarelli, Molfettaviva con Maria Marino e Molfettalive con Pasquale Caputi.
Mastropasqua è convinto che, prima di ogni altra cosa, a Molfetta occorra «serietà dalla politica: è questo il mio impegno principale verso la comunità».
Un esempio su tutti: «le menzogne raccontate ai molfettesi sull'ospedale del nord barese, unica struttura non finanziata e che noi abbiamo smascherato con i documenti. Guarda caso i miei competitor non ne hanno più parlato. Stesso ragionamento sullo stato pessimo dell'ospedale "Monsignor Bello". E che dire - si chiede con sarcasmo - del presidio di Polizia Locale aperto solo a favore di telecamere in campagna elettorale e già inattivo?».
Serietà che si palesa anche nella volontà di «volere il bene e il meglio per la nostra città che raggiungeremo con la continuità degli atti legittimi e con l'onestà intellettuale di proseguire quei progetti che hanno portato benefici a Molfetta, indipendentemente dall'amministrazione che li ha avviati, oltre a quelli che noi riteniamo essere cruciali per lo sviluppo e che finora non sono stati realizzati ma in fortissima discontinuità politica con l'amministrazione uscente».
Non sono mancati, anche sotto gli spunti dei giornalisti, approfondimenti su temi programmatici. Mastropasqua insiste sulla pulizia e sul decoro, assenti completamente in città, «e porto un esempio concreto: lo stato in cui versa il parco di Piazza Prima Maggio».
Molfetta trasandata, tra gli slogan della campagna elettorale, «è molto più di questo - garantisce Mastropasqua - La città è abbandonata e trascurata sotto ogni punto di vista. Pensiamo alla zona artigianale, senza servizi, dove occorre prioritariamente un presidio sanitario, uno sportello bancario, un asilo, un market oppure pensiamo agli altri settori economici come il commercio, l'agricoltura: non è stato fatto nulla in questi anni».
Caso emblematico, per Mastropasqua, è quello della marineria «completamente lasciata sola e presa in giro attraverso chimere e specchietti per le allodole. Sono stati gli armatori, i pescatori, i marinai a raccontarmelo in questi giorni di protesta e sciopero. Hanno chiesto a me, semplice candidato sindaco - racconta - dove fosse il sindaco in carica perchè con la sua presenza si sarebbe potuto fare di più. Ecco, questo atteggiamento di mancanza di ascolto, di vicinanza anche umana alle famiglie molfettesi, mi convince del sindaco che non voglio essere».
La mancanza di ascolto resta l'assenza peggiore della vecchia politica.
«Cos'altro ha comportato questo atteggiamento? Che l'edilizia popolare sia diventata un'emergenza rispetto a cui serve immediatamente mettersi al lavoro per la realizzazione delle nuove case popolari e che Molfetta sia la città in cui i giovani emigrano per lavoro mentre gli imprenditori, nella zona industriale tra le più fiorenti del sud, cercano disperatamente forza lavoro preparata». «Noi abbiamo dimostrato - conclude Mastropasqua - di pensare unicamente al bene generale di Molfetta e di sapere cosa fare per la città fin da subito, fin dal giorno dopo le elezioni, per una Molfetta vincente».
Concretezza, determinazione, preparazione ma anche entusiasmo assieme a programmi, idee, visione politica è quanto emerso dalle risposte fornite da Mastropasqua alle domande sottoposte da La Gazzetta del Mezzogiorno con Matteo Diamante, Telesveva con Michele Straniero, Teleregione con Salvatore Petrarolo, l'Altra Molfetta con Sergio Magarelli, Molfettaviva con Maria Marino e Molfettalive con Pasquale Caputi.
Mastropasqua è convinto che, prima di ogni altra cosa, a Molfetta occorra «serietà dalla politica: è questo il mio impegno principale verso la comunità».
Un esempio su tutti: «le menzogne raccontate ai molfettesi sull'ospedale del nord barese, unica struttura non finanziata e che noi abbiamo smascherato con i documenti. Guarda caso i miei competitor non ne hanno più parlato. Stesso ragionamento sullo stato pessimo dell'ospedale "Monsignor Bello". E che dire - si chiede con sarcasmo - del presidio di Polizia Locale aperto solo a favore di telecamere in campagna elettorale e già inattivo?».
Serietà che si palesa anche nella volontà di «volere il bene e il meglio per la nostra città che raggiungeremo con la continuità degli atti legittimi e con l'onestà intellettuale di proseguire quei progetti che hanno portato benefici a Molfetta, indipendentemente dall'amministrazione che li ha avviati, oltre a quelli che noi riteniamo essere cruciali per lo sviluppo e che finora non sono stati realizzati ma in fortissima discontinuità politica con l'amministrazione uscente».
Non sono mancati, anche sotto gli spunti dei giornalisti, approfondimenti su temi programmatici. Mastropasqua insiste sulla pulizia e sul decoro, assenti completamente in città, «e porto un esempio concreto: lo stato in cui versa il parco di Piazza Prima Maggio».
Molfetta trasandata, tra gli slogan della campagna elettorale, «è molto più di questo - garantisce Mastropasqua - La città è abbandonata e trascurata sotto ogni punto di vista. Pensiamo alla zona artigianale, senza servizi, dove occorre prioritariamente un presidio sanitario, uno sportello bancario, un asilo, un market oppure pensiamo agli altri settori economici come il commercio, l'agricoltura: non è stato fatto nulla in questi anni».
Caso emblematico, per Mastropasqua, è quello della marineria «completamente lasciata sola e presa in giro attraverso chimere e specchietti per le allodole. Sono stati gli armatori, i pescatori, i marinai a raccontarmelo in questi giorni di protesta e sciopero. Hanno chiesto a me, semplice candidato sindaco - racconta - dove fosse il sindaco in carica perchè con la sua presenza si sarebbe potuto fare di più. Ecco, questo atteggiamento di mancanza di ascolto, di vicinanza anche umana alle famiglie molfettesi, mi convince del sindaco che non voglio essere».
La mancanza di ascolto resta l'assenza peggiore della vecchia politica.
«Cos'altro ha comportato questo atteggiamento? Che l'edilizia popolare sia diventata un'emergenza rispetto a cui serve immediatamente mettersi al lavoro per la realizzazione delle nuove case popolari e che Molfetta sia la città in cui i giovani emigrano per lavoro mentre gli imprenditori, nella zona industriale tra le più fiorenti del sud, cercano disperatamente forza lavoro preparata». «Noi abbiamo dimostrato - conclude Mastropasqua - di pensare unicamente al bene generale di Molfetta e di sapere cosa fare per la città fin da subito, fin dal giorno dopo le elezioni, per una Molfetta vincente».