
Una valigia piena di Italia: il viaggio di Justine a Molfetta
Dalla Germania alla scoperta della nostra terra, il viaggio di una giovane volontaria
Molfetta - lunedì 7 aprile 2025
8.20
Si sa, comunicare è da sempre il modo che l'uomo ha a disposizione per interagire con sé stesso e con gli altri. Gli interlocutori, in un processo comunicativo, possono essere i più disparati, e talvolta coinvolgere parlanti nativi di paesi diversi. Questo è il caso di Justine Sorger, volontaria del progetto Esc, (svolto anche grazie alla collaborazione tra l'associazione Auser e l'associazione Inco). Giovane diciannovenne tedesca, capello biondo ed occhio azzurro, Justine si è avventurata in un'esperienza di volontariato che l'ha fatta vivere in un paese straniero per sette mesi. Di seguito un resoconto della sua avventura in Italia:
Justine, cosa hai da dire sulla tua esperienza?
La mia è un'esperienza di volontariato che consiste nel lasciare il mio paese d'origine. Essa non si limita al mero lavoro, ma mira alla condivisione del vissuto con altri volontari, a diffondere la mia cultura ed il mio paese. Sono felice di aver lavorato in Auser, di aver avuto contatti con i soci, che mi hanno trattata come una nipote, e mi hanno insegnato tanto su di loro e sui loro giochi e modi di vivere.
Perché hai scelto l'Italia?
Sapevo di volermi muovere in un posto nuovo, ero indecisa tra Francia ed Italia. Ero già stata più volte nel settentrione, quindi ero curiosa di esplorare il meridione. Quando ho scoperto questo progetto, ho colto l'occasione al volo immediatamente.
Impressioni ed aspettative quando sei arrivata?
Sono arrivata all'inizio di settembre ed ho trovato una realtà completamente diversa da quella a cui ero abituata: faceva caldissimo e tutto era travolgente e sconosciuto.
Ero meravigliata dalla città ed al contempo stravolta dalle sue forme, mi sentivo talvolta persa.
Piatti che hai maggiormente apprezzato?
Pizza e gelato, anche se credo siano un must per chi non vive in Italia. Le cibarie che per me hanno rappresentato una vera novità sono panettone e panzerotto, ma sopratutto i taralli. In Germania quasi non se ne vedono, qui li puoi trovare ovunque.
Ti sei mai detta: "Mi sento a casa"?
Non credo si possano paragonare le due realtà. Ma so che ho imparato a sentirmi a casa nel tempo che ho trascorso qui. Gradatamente ho smesso di percepire tutto come una novità, ed ho imparato usi e modi di vivere diversi dai miei.
Quali differenze, hai notato, tra Germania ed Italia?
Sicuramente la routine: il modo di vivere ogni singolo giorno è completamente diverso della Germania. Da noi il concetto di "controra" non esiste, si vive velocemente anche durante il primo pomeriggio, non c'è la quietezza che contraddistingue le prime ore pomeridiane in Italia.
Le consuetudini dei pasti, altresì, differiscono decisamente: in Germania si tende a cenare tra le sei e le otto. Qui, invece, ho notato che gli orari si allungano un po' e che parlate moltissimo del cibo, augurandovi un lauto pasto o chiedendovi reciprocamente cosa abbiate mangiato.
Per concludere, anche il vostro modo di parlare prevede una maggiore gestualità ed un tono di voce più alto, rispetto all'uso tedesco.
Ricordi ed emozioni che porterai con te?
I mesi trascorsi qui sono stati, a dir poco, speciali e completamente differenti dalla vita che sino ad ora ho vissuto. Porterò con me le piacevoli serate trascorse con gli altri volontari, il tempo trascorso in Auser, il fascino delle calde città del mezzogiorno, quantomeno di quelle che ho avuto modo di visitare: Matera, Polignano, Monopoli, Napoli e (un po' più su) Roma. Ho provato tantissime emozioni, è stato come un giro sulle montagne russe. Non mentirò: ci sono stati tanti su e giù, tra la mancanza di casa ed il brivido di un posto inesplorato.
Sogni e speranze che hai per il futuro?
Il mio futuro al momento è completamente vuoto, immacolato come un foglio bianco. Credo di voler lavorare nel teatro. Oltre a ciò anelo a vivere una nuova esperienza di volontariato, altrove.
Speri di tornare in Italia?
Ci sono stata tante volte e spero di tornarci ancora. Ho amato profondamente sia le vacanze trascorse al nord sia il vissuto qui al sud.
Justine, cosa hai da dire sulla tua esperienza?
La mia è un'esperienza di volontariato che consiste nel lasciare il mio paese d'origine. Essa non si limita al mero lavoro, ma mira alla condivisione del vissuto con altri volontari, a diffondere la mia cultura ed il mio paese. Sono felice di aver lavorato in Auser, di aver avuto contatti con i soci, che mi hanno trattata come una nipote, e mi hanno insegnato tanto su di loro e sui loro giochi e modi di vivere.
Perché hai scelto l'Italia?
Sapevo di volermi muovere in un posto nuovo, ero indecisa tra Francia ed Italia. Ero già stata più volte nel settentrione, quindi ero curiosa di esplorare il meridione. Quando ho scoperto questo progetto, ho colto l'occasione al volo immediatamente.
Impressioni ed aspettative quando sei arrivata?
Sono arrivata all'inizio di settembre ed ho trovato una realtà completamente diversa da quella a cui ero abituata: faceva caldissimo e tutto era travolgente e sconosciuto.
Ero meravigliata dalla città ed al contempo stravolta dalle sue forme, mi sentivo talvolta persa.
Piatti che hai maggiormente apprezzato?
Pizza e gelato, anche se credo siano un must per chi non vive in Italia. Le cibarie che per me hanno rappresentato una vera novità sono panettone e panzerotto, ma sopratutto i taralli. In Germania quasi non se ne vedono, qui li puoi trovare ovunque.
Ti sei mai detta: "Mi sento a casa"?
Non credo si possano paragonare le due realtà. Ma so che ho imparato a sentirmi a casa nel tempo che ho trascorso qui. Gradatamente ho smesso di percepire tutto come una novità, ed ho imparato usi e modi di vivere diversi dai miei.
Quali differenze, hai notato, tra Germania ed Italia?
Sicuramente la routine: il modo di vivere ogni singolo giorno è completamente diverso della Germania. Da noi il concetto di "controra" non esiste, si vive velocemente anche durante il primo pomeriggio, non c'è la quietezza che contraddistingue le prime ore pomeridiane in Italia.
Le consuetudini dei pasti, altresì, differiscono decisamente: in Germania si tende a cenare tra le sei e le otto. Qui, invece, ho notato che gli orari si allungano un po' e che parlate moltissimo del cibo, augurandovi un lauto pasto o chiedendovi reciprocamente cosa abbiate mangiato.
Per concludere, anche il vostro modo di parlare prevede una maggiore gestualità ed un tono di voce più alto, rispetto all'uso tedesco.
Ricordi ed emozioni che porterai con te?
I mesi trascorsi qui sono stati, a dir poco, speciali e completamente differenti dalla vita che sino ad ora ho vissuto. Porterò con me le piacevoli serate trascorse con gli altri volontari, il tempo trascorso in Auser, il fascino delle calde città del mezzogiorno, quantomeno di quelle che ho avuto modo di visitare: Matera, Polignano, Monopoli, Napoli e (un po' più su) Roma. Ho provato tantissime emozioni, è stato come un giro sulle montagne russe. Non mentirò: ci sono stati tanti su e giù, tra la mancanza di casa ed il brivido di un posto inesplorato.
Sogni e speranze che hai per il futuro?
Il mio futuro al momento è completamente vuoto, immacolato come un foglio bianco. Credo di voler lavorare nel teatro. Oltre a ciò anelo a vivere una nuova esperienza di volontariato, altrove.
Speri di tornare in Italia?
Ci sono stata tante volte e spero di tornarci ancora. Ho amato profondamente sia le vacanze trascorse al nord sia il vissuto qui al sud.