Una strada di Molfetta intitolata ad Alfonso Mezzina? Lanciata la petizione
L'iniziativa partita da Monsignor Luigi Michele de Palma
Molfetta - giovedì 13 febbraio 2020
16.16
Undici anni fa, e precisamente il 7 gennaio 2009, la città gli rese l'estremo saluto in una Cattedrale gremita di amici e autorità civili e militari, con una solenne celebrazione esequiale con la benedizione finale del vescovo della diocesi mons. Luigi Martella, appositamente rientrato da altra funzione.
Angelo Alfonso Mezzina era personaggio molto stimato per la sua onestà e il suo galantomismo, per la sua bottega notissima nella regione e invero molto frequentata, perché nell'editoria era esemplare per i testi prodotti e i sentimenti di stima e amicizia che lo legavano a intellettuali e artisti che colà si intrattenevano per via del suo amore per i libri, la sua riconosciuta maestria, il suo incoraggiamento e sostegno.
Oggi, ad iniziativa di mons. Luigi Michele de Palma, direttore dell'Archivio Diocesano di Molfetta, e dei proff. Marco Ignazio de Santis e Pasquale Modugno, curatori di una impegnativa Storia di Molfetta - Dalle origini all'Ottocento, edita sempre dalla Tipografia Mezzina, è partita una petizione popolare diretta al Comune per la intitolazione di una strada cittadina a Angelo Alfonso Mezzina, tipografo ed editore in Molfetta. La petizione ha registrato in pochi giorni già un migliaio di firme. Primo a farlo è stato, in uno ai promotori, mons. Felice di Molfetta, già Rettore del Seminario Vescovile, poi vescovo di Cerignola e Ascoli Satriano, al compianto legato da forte amicizia. Ma associazioni e comuni cittadini si sono prontamente mobilitati. Quanti ancora abbiano intersse a sottoscriverla possono farlo presso la Tipografia La nuova Mezzina in via Sant'Angelo 23.
Nato a Molfetta il 3 luglio 1922, Angelo Alfonso Mezzina lavorò da ragazzo e fino a diciotto anni con passione nella storica bottega tipografica di Vitantonio Picca in Corso Dante 13. Arruolatosi non ancora diciannovenne nella Regia Guardia di Finanza, svolse servizio presso la Legione Territoriale di Venezia, la Legione Allievi di Roma e poi aggregato alla 3a Compagnia del Battaglione di Coriza partecipando alle operazioni di guerra nei Balcani, sul confine grecoalbanese e slavo-bulgaro. Dopo l'8 Settembre 1943, fatto prigioniero dai tedeschi, venne avviato nella Macedonia Occidentale e poi in Germania nel campo di Neubrandenburg e indi nei lager di Dortmund e di Hagen. Rimpatriato, con l'arrivo dei reparti alleati nell'agosto del 1945, ammalato e convalescente presso l'Ospedale Militare di Bari, nell'aprile del 1946 si congeda dalla Guardia di Finanza - alla quale resterà sempre affettuosamente legato - con l'assegnazione per determinazione del Comando Generale di Croce di guerra sia per il servizio militare che per la prigionia in Germania. A Molfetta, rilevata la Tipografia di Vincenzo Picca, la rinnova nelle attrezzature e nel personale e si trasferisce in via S. Angelo 26, e poi nel '63 nella sede attuale, al n. 23 della stessa strada.
Essendo egli fervido sostenitore di ogni iniziativa editoriale avente finalità culturali e sociali, la tipografia di "don Alfonso" (come chiamato da tutti) è spesso frequentata da illustri committenti: don Ambrogio Grittani, Gino Barbieri, Mons. Achille Salvucci, Vincenzo Zagami, Beniamino Finocchiaro, Luciano Majorano, Enzo de Cosmo, Gerardo de Marco, don Leonardo Minervini, Aldo Fontana, Orazio Panunzio, Lorenzo Palumbo, Giovanni De Gennaro, Mons. Felice di Molfetta Vescovo di Cerignola e Ascoli Satriano, e i Vescovi della Diocesi di Molfetta Mons. Tonino Bello e Mons. Luigi Martella, e non ultima la scrittrice Rosaria Scardigno, a lui molto affezionata e che di lui - curatore ed editore di tutti i suoi libri - scrisse "anima riconoscente e saggia, dignitosa e nobile" e che a lui affidava le sue ultime volontà.
Divenne mecenate di molti artisti della Terra di Bari, che sosteneva a proprie spese, pubblicandone opere grafiche e cataloghi: Nuovo, Salvemini, Iurilli, Poli, d'Ingeo, Dellerba, Sciancalepore, Allegretta, Paloscia, Zaza, Addamiano, e numerosi altri. Nel 1971, su proposta di Aldo Moro, gli veniva conferita l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana; nel 1976 quella di Commendatore al Merito della R.I., e nel 1986 la nomina a Cavaliere dell'Ordine di San Silvestro Papa. Filantropo e sostenitore di tante associazioni e istituzioni cittadine (Università Popolare, Pro Loco, Avis, Confraternite, Feste Patronali, Parrocchie, ecc...), ha offerto per decenni in comodato gratuito propri locali all'Associazione Finanzieri di Molfetta. L'ANFI intitolava la sezione di Corso Dante al suo nome nel settembre del 2012, a pochi anni dal decesso avvenuto nel 2009.
Negli Studi in Onore di Angelo Alfonso Mezzina, a cura di Mons. Luigi Michele de Palma per i "Quaderni dell'Archivio Diocesano di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi", il prof. Marco Ignazio da Santis così conclude nella sua introduzione: "Angelo Alfonso Mezzina non solo è uno degli stampatori pugliesi più assidui nella produzione, che è già un grande merito, ma, in particolare per la sua Città, è il rappresentante più degno dell'editoria e dell'arte tipografica molfettese. Anzi è il tipografo di Molfetta per antonomasia".
Angelo Alfonso Mezzina era personaggio molto stimato per la sua onestà e il suo galantomismo, per la sua bottega notissima nella regione e invero molto frequentata, perché nell'editoria era esemplare per i testi prodotti e i sentimenti di stima e amicizia che lo legavano a intellettuali e artisti che colà si intrattenevano per via del suo amore per i libri, la sua riconosciuta maestria, il suo incoraggiamento e sostegno.
Oggi, ad iniziativa di mons. Luigi Michele de Palma, direttore dell'Archivio Diocesano di Molfetta, e dei proff. Marco Ignazio de Santis e Pasquale Modugno, curatori di una impegnativa Storia di Molfetta - Dalle origini all'Ottocento, edita sempre dalla Tipografia Mezzina, è partita una petizione popolare diretta al Comune per la intitolazione di una strada cittadina a Angelo Alfonso Mezzina, tipografo ed editore in Molfetta. La petizione ha registrato in pochi giorni già un migliaio di firme. Primo a farlo è stato, in uno ai promotori, mons. Felice di Molfetta, già Rettore del Seminario Vescovile, poi vescovo di Cerignola e Ascoli Satriano, al compianto legato da forte amicizia. Ma associazioni e comuni cittadini si sono prontamente mobilitati. Quanti ancora abbiano intersse a sottoscriverla possono farlo presso la Tipografia La nuova Mezzina in via Sant'Angelo 23.
Nato a Molfetta il 3 luglio 1922, Angelo Alfonso Mezzina lavorò da ragazzo e fino a diciotto anni con passione nella storica bottega tipografica di Vitantonio Picca in Corso Dante 13. Arruolatosi non ancora diciannovenne nella Regia Guardia di Finanza, svolse servizio presso la Legione Territoriale di Venezia, la Legione Allievi di Roma e poi aggregato alla 3a Compagnia del Battaglione di Coriza partecipando alle operazioni di guerra nei Balcani, sul confine grecoalbanese e slavo-bulgaro. Dopo l'8 Settembre 1943, fatto prigioniero dai tedeschi, venne avviato nella Macedonia Occidentale e poi in Germania nel campo di Neubrandenburg e indi nei lager di Dortmund e di Hagen. Rimpatriato, con l'arrivo dei reparti alleati nell'agosto del 1945, ammalato e convalescente presso l'Ospedale Militare di Bari, nell'aprile del 1946 si congeda dalla Guardia di Finanza - alla quale resterà sempre affettuosamente legato - con l'assegnazione per determinazione del Comando Generale di Croce di guerra sia per il servizio militare che per la prigionia in Germania. A Molfetta, rilevata la Tipografia di Vincenzo Picca, la rinnova nelle attrezzature e nel personale e si trasferisce in via S. Angelo 26, e poi nel '63 nella sede attuale, al n. 23 della stessa strada.
Essendo egli fervido sostenitore di ogni iniziativa editoriale avente finalità culturali e sociali, la tipografia di "don Alfonso" (come chiamato da tutti) è spesso frequentata da illustri committenti: don Ambrogio Grittani, Gino Barbieri, Mons. Achille Salvucci, Vincenzo Zagami, Beniamino Finocchiaro, Luciano Majorano, Enzo de Cosmo, Gerardo de Marco, don Leonardo Minervini, Aldo Fontana, Orazio Panunzio, Lorenzo Palumbo, Giovanni De Gennaro, Mons. Felice di Molfetta Vescovo di Cerignola e Ascoli Satriano, e i Vescovi della Diocesi di Molfetta Mons. Tonino Bello e Mons. Luigi Martella, e non ultima la scrittrice Rosaria Scardigno, a lui molto affezionata e che di lui - curatore ed editore di tutti i suoi libri - scrisse "anima riconoscente e saggia, dignitosa e nobile" e che a lui affidava le sue ultime volontà.
Divenne mecenate di molti artisti della Terra di Bari, che sosteneva a proprie spese, pubblicandone opere grafiche e cataloghi: Nuovo, Salvemini, Iurilli, Poli, d'Ingeo, Dellerba, Sciancalepore, Allegretta, Paloscia, Zaza, Addamiano, e numerosi altri. Nel 1971, su proposta di Aldo Moro, gli veniva conferita l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana; nel 1976 quella di Commendatore al Merito della R.I., e nel 1986 la nomina a Cavaliere dell'Ordine di San Silvestro Papa. Filantropo e sostenitore di tante associazioni e istituzioni cittadine (Università Popolare, Pro Loco, Avis, Confraternite, Feste Patronali, Parrocchie, ecc...), ha offerto per decenni in comodato gratuito propri locali all'Associazione Finanzieri di Molfetta. L'ANFI intitolava la sezione di Corso Dante al suo nome nel settembre del 2012, a pochi anni dal decesso avvenuto nel 2009.
Negli Studi in Onore di Angelo Alfonso Mezzina, a cura di Mons. Luigi Michele de Palma per i "Quaderni dell'Archivio Diocesano di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi", il prof. Marco Ignazio da Santis così conclude nella sua introduzione: "Angelo Alfonso Mezzina non solo è uno degli stampatori pugliesi più assidui nella produzione, che è già un grande merito, ma, in particolare per la sua Città, è il rappresentante più degno dell'editoria e dell'arte tipografica molfettese. Anzi è il tipografo di Molfetta per antonomasia".