«Una storia terribile, di malgoverno e opacità»
Parla l'ex Sindaco Natalicchio sul rinvio a processo dei 42 imputati per il nuovo porto commerciale
Molfetta - sabato 12 novembre 2016
0.13
«Mi fa tristezza e mi dà dolore leggere il nome della nostra Molfetta sulle cronache nazionali per questa storia terribile, di malgoverno e opacità. Ammutolisco. Che la giustizia faccia il suo corso».
E' con queste parole che l'ex Sindaco Paola Natalicchio commenta la notizia del rinvio a giudizio di quarantadue imputati per la costruzione del nuovo porto commerciale. Tra questi grande eco sta provocando sulla stampa nazionale la presenza del Senatore Antonio Azzollini.
«Che il Senatore e tutti gli altri si difendano nel processo e non dal processo. Che la stampa, le associazioni, la città pretendano verità e giustizia. Che la magistratura impedisca la prescrizione, accelerando i tempi», continua l'ex primo cittadino.
Tanti coloro che avevano visto nella giornalista e nel suo gruppo di lavoro coloro che avevano fermato i lavori di realizzazione dell'opera. All'indomani della sua elezione la Natalicchio dovette subito fare i conti con la mastodontica costruzione a pochi metri dalla Basilica della Madonna dei Martiri: era l'ottobre del 2013 quando i militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza e del Corpo forestale dello Stato di Bari, su disposizione del Gip del tribunale di Trani, Francesco Zecchillo, arrivarono a Molfetta per porre i sigilli.
Da quel momento la situazione si fa sempre più complessa, «problemi su problemi amministrativi, legati al contratto con la ditta esecutrice, che in presenza di un processo penale così corposo sarà sempre più difficile districare. Noi stessi per tre anni abbiamo provato anche solo a fare i lavori di messa in sicurezza, ma il groviglio amministrativo, il complesso intreccio tra problemi di natura penalistica, civilistica e ambientale hanno reso la partita con questa opera molto difficile da giocare».
«Spero che adesso, anche se è tardi, sia chiaro a tutti che cosa avevamo sulle spalle. Che cosa è significato fare il sindaco dopo tutto questo».
E' con queste parole che l'ex Sindaco Paola Natalicchio commenta la notizia del rinvio a giudizio di quarantadue imputati per la costruzione del nuovo porto commerciale. Tra questi grande eco sta provocando sulla stampa nazionale la presenza del Senatore Antonio Azzollini.
«Che il Senatore e tutti gli altri si difendano nel processo e non dal processo. Che la stampa, le associazioni, la città pretendano verità e giustizia. Che la magistratura impedisca la prescrizione, accelerando i tempi», continua l'ex primo cittadino.
Tanti coloro che avevano visto nella giornalista e nel suo gruppo di lavoro coloro che avevano fermato i lavori di realizzazione dell'opera. All'indomani della sua elezione la Natalicchio dovette subito fare i conti con la mastodontica costruzione a pochi metri dalla Basilica della Madonna dei Martiri: era l'ottobre del 2013 quando i militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza e del Corpo forestale dello Stato di Bari, su disposizione del Gip del tribunale di Trani, Francesco Zecchillo, arrivarono a Molfetta per porre i sigilli.
Da quel momento la situazione si fa sempre più complessa, «problemi su problemi amministrativi, legati al contratto con la ditta esecutrice, che in presenza di un processo penale così corposo sarà sempre più difficile districare. Noi stessi per tre anni abbiamo provato anche solo a fare i lavori di messa in sicurezza, ma il groviglio amministrativo, il complesso intreccio tra problemi di natura penalistica, civilistica e ambientale hanno reso la partita con questa opera molto difficile da giocare».
«Spero che adesso, anche se è tardi, sia chiaro a tutti che cosa avevamo sulle spalle. Che cosa è significato fare il sindaco dopo tutto questo».