lavoratori
lavoratori
Eventi e folklore

Un convegno per ricordare la “Manchester del Sud”

La proposta della associazione Eredi della Storia all’amminsitrazione

«Il 1° Maggio fu istituito come festa dei lavoratori per ricordare le battaglie operaie, in particolare quelle volte alla conquista di un diritto ben preciso: l'orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore (in Italia con il R.D.L. n. 692/1923). Tali battaglie portarono alla promulgazione di una legge che fu approvata nel 1867 nell'Illinois (USA). La Prima Internazionale richiese poi che legislazioni simili fossero introdotte anche in Europa. Tale festa è soprattutto la festa dei sindacati che sono nati appunto per rivendicare i diritti dei lavoratori». Comincia così la nota di Sergio Ragno a nome dell'associazione Eredi della Storia e della Fondazione A.N.M.I.G.

«Con la crisi che stiamo vivendo, però, tale celebrazione – continua -sembra non aver più alcun senso, perché anche quei lavoratori che hanno un posto a tempo indeterminato potrebbero restare disoccupati a causa della chiusura dell'azienda di cui sono dipendenti. Numerose, anche nella nostra città, sono le ditte di qualsiasi dimensione che col tempo hanno chiuso i battenti o sono state assorbite da altre (spesso straniere). Tale involuzione è sotto gli occhi di tutti; numerose vie della nostra città sono letteralmente tappezzate di "vendesi", "affittasi", "cedesi attività". …In questa situazione è difficile per le nuove generazioni sapere che un tempo la nostra città era un pullulare di attività industriali e commerciali tanto che fu lo stesso Re Umberto I che, passando da Molfetta, la battezzò "la Manchester del Sud" per l'enorme quantità di fabbriche che sorgevano in città e molte di esse erano visibili anche dalla ferrovia, viaggiando in treno (la stazione era vicina a numerose fabbriche. Ai giorni nostri, invece, di quei numerosissimi impianti industriali (cementifici, pastifici, fonderie, falegnamerie, cantieri navali, ecc.) non rimane granché se non qualche rudere e solo in pochissimi casi è stata attuata una politica di recupero degli edifici con modifica della destinazione d'uso».

Poi la proposta. «L'Associazione Eredi della Storia e la Fondazione A.N.M.I.G. – sottolinea Ragno - custodiscono la nostra memoria storica dall'Unità d'Italia fino ai giorni nostri e poiché i suoi soci oltre ad essere eredi dei combattenti sono anche eredi di commercianti, imprenditori o semplici lavoratori della Molfetta industriale e commerciale che fu, per ricordare i tempi d'oro della "Manchester del Sud", propone all'amministrazione comunale e all'assessore Francesco Bellifemine una mostra - convegno a tema, visto che l'enorme quantità di materiale conservato nell'archivio dell'associazione ed in gran parte presso alcuni soci, non aspetta altro che essere reso fruibile ai cittadini ed a quanti abbiano a cuore le nostre radici. Per poter andare avanti bisogna avere memoria di ciò che fu e rimboccarsi le maniche per creare sviluppo, seguendo le orme dei nostri maestri i quali avevano una sorta di saggezza imprenditoriale oltre che di vita vissuta e davanti alle difficoltà non restavano inermi, forse anche perché avevano vissuto in prima persona la seconda guerra mondiale e null'altro poteva impedir loro di andare avanti. Uno di questi è il radiotecnico e radiotelegrafista di bordo della nave Elettra di Guglielmo Marconi, il molfettese Vincenzo Rutigliano che realizzando nella pratica il suo motto "un cervello creativo sopravvive a qualsiasi difficoltà" riusciva a portare avanti un negozio e laboratorio come se ne trovavano tanti, a Molfetta, nel periodo post-bellico, soprattutto dalla fine degli anni '40 fino agli anni '80.

Ad oggi pochissimi sono gli esercizi commerciali che riescono a sopravvivere e con l'arrivo della grande distribuzione e lo spostamento delle attività produttive fuori dall'abitato, sono state definite "zattere nella tempesta" ma, se sopravvivono più che "zattere" potrebbero definirsi "motosiluranti" pronte ad affrontare tutte le difficoltà del futuro, poiché devono difendersi sia dalla concorrenza della grandi imprese che dall'esoso regime fiscale che spesso, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, penalizza maggiormente le piccole e medie imprese. Eppure c'è chi già oltre settant'anni fa aveva previsto tutto ciò, e si sono trovate le sue parole: "quando i mercati della Cina e dell'India si risveglieranno, sarà la fine per l'Europa".

Se è vero che il lavoro nobilita l'Uomo, il non lavoro e lo sfruttamento di ogni genere sono contro la dignità umana».
© 2001-2024 MolfettaViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
MolfettaViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.