Politica
Un anno di politica: cosa è accaduto a Molfetta nel 2021
La crisi amministrativa, due rimpasti, la spaccatura nel PD e la Minuto fuori dal Senato
Molfetta - lunedì 27 dicembre 2021
Il 2021 sarà l'anno della politica a Molfetta.
I dodici mesi che avrebbero dovuto accompagnare Tommaso Minervini alla conclusione naturale del proprio mandato a sindaco, infatti, si sono rivelati da subito incandescenti e in salita per il primo cittadino in grado però di tenere ben saldo il timone e di fatto uscirne vincitore.
Dimissioni sì, dimissioni no il motivo conduttore dell'anno che alla fine non solo ha visto Minervini mai piegarsi alla possibilità ma lo ha visto ricucire abilmente i rapporti delle alleanze nella propria coalizione, strappando la prosecuzione del proprio lavoro.
L'anno iniziava con la crisi conclamata, la verifica di maggioranza che si protraeva dall'inizio dell'inverno, richiesta dal Partito Democratico a seguito delle note vicende di cronaca che hanno coinvolto il Comune.
Settimane di riunioni e incontri fino al rimpasto.
E' il 25 gennaio 2021 e Tommaso Minervini annunciava con una conferenza stampa il suo nuovo esecutivo: Antonio Ancona vicesindaco con deleghe ai lavori pubblici, Gabriella Azzollini al commercio, al turismo e al marketing, Pietro Mastropasqua alla sicurezza, Enzo Spadavecchia allo sport, Maridda Poli all'ambiente, Germana Carrieri alla socialità, Francesco de Gennaro all'urbanistica.
Tuttavia Ragioni l'esperienza assessorile di Azzollini e de Gennaro terminano poco dopo, contestualmente al passaggio all'opposizione di Partito Democratico e "Officine Molfetta" di cui sono rispettivamente espressione. Invece le nomine di Spadavecchia e Poli dimostrano l'appoggio all'amministrazione del gruppo "Popolari per Molfetta" di Pino Amato.
E' il primo vero scossone per la politica locale
Se da un lato "Officine Molfetta" con Pasquale Mancini in Consiglio Comunale è chiaramente all'opposizione, dall'altro lato inizia un periodo di profonda riflessione nel Partito Democratico che fino a dopo all'autunno conserva nelle proprie fila il presidente del Consiglio Comunale Nicola Piergiovanni e il consigliere comunale nonchè metropolitano Gianni Facchini. Tuttavia, la decisione di entrambi di non voltare le spalle al sindaco e proseguire in maggioranza, ne decreta la cancellazione dall'anagrafe del PD.
L'estate trascorre relativamente serena ma è l'autunno a far scoppiare il caos: è il 18 ottobre e Luigi Tridente, capogruppo in Aula Carnicella di "Obiettivo Molfetta" annuncia che il suo gruppo è fuori dalla maggioranza. Stessa cosa fa Pino Amato.
Segue una dura presa di posizione del sindaco Minervini, la riflessione aperta e pubblica del centrosinistra con la città su quanto sta accadendo e la querelle della sfiducia.
Sfiducia che, dopo una specie di telenovela, arriva a essere discussa in Consiglio Comunale il 29 novembre.
Al centro del dibattito la mozione firmata da dodici consiglieri: Beppe Zanna, Paola de Candia e Silvia Rana per il centrosinistra, Isa de Bari, Antonello Pisani, Doriana Carabellese per il centrodestra, Luigi Tridente, Leo Binetti, Pasqua Losito, Sergio de Candia e Giuseppe Balestra per "Obiettivo Molfetta", Pasquale Mancini per "Officine Molfetta". A mancare è la tredicesima sottoscrizione che non arriverà mai e che, aggiunta all'astensione di Carmela Minuto, e al ritorno in maggioranza di Pino Amato con i suoi "Popolari per Molfetta" salva Tommaso Minervini.
Negli stessi giorni, a suggello della nuova maggioranza, anche il terzo rimpasto del Minervini - bis: Antonio Ancona (vicesindaco) ai Lavori pubblici, Ninnì Camporeale all'Urbanistica, Innovazione tecnologica, Appalti e contratti, Personale non dirigenziale, Germana Carrieri alla Socialità, Maridda Poli alla Sicurezza, Commercio, Infrastrutture della mobilità cittadina e costiera, Cultura, Giacomo Rossiello all'Ambiente, Verde pubblico, Decoro urbano, Partecipate e Vincenzo Spadavecchia alle Attività produttive, Sport, Marketing, Contenzioso.
La politica molfettese, però, nel 2022 ha avuto anche a Roma un passaggio importante.
Nelle ultime settimane dell'anno, infatti, il Senato si è riunito votando per la fuoriuscita da Palazzo Madama di Carmela Minuto e l'annullamento della sua elezione del 2018 a favore del barese Michele Boccardi.
I dodici mesi che avrebbero dovuto accompagnare Tommaso Minervini alla conclusione naturale del proprio mandato a sindaco, infatti, si sono rivelati da subito incandescenti e in salita per il primo cittadino in grado però di tenere ben saldo il timone e di fatto uscirne vincitore.
Dimissioni sì, dimissioni no il motivo conduttore dell'anno che alla fine non solo ha visto Minervini mai piegarsi alla possibilità ma lo ha visto ricucire abilmente i rapporti delle alleanze nella propria coalizione, strappando la prosecuzione del proprio lavoro.
L'anno iniziava con la crisi conclamata, la verifica di maggioranza che si protraeva dall'inizio dell'inverno, richiesta dal Partito Democratico a seguito delle note vicende di cronaca che hanno coinvolto il Comune.
Settimane di riunioni e incontri fino al rimpasto.
E' il 25 gennaio 2021 e Tommaso Minervini annunciava con una conferenza stampa il suo nuovo esecutivo: Antonio Ancona vicesindaco con deleghe ai lavori pubblici, Gabriella Azzollini al commercio, al turismo e al marketing, Pietro Mastropasqua alla sicurezza, Enzo Spadavecchia allo sport, Maridda Poli all'ambiente, Germana Carrieri alla socialità, Francesco de Gennaro all'urbanistica.
Tuttavia Ragioni l'esperienza assessorile di Azzollini e de Gennaro terminano poco dopo, contestualmente al passaggio all'opposizione di Partito Democratico e "Officine Molfetta" di cui sono rispettivamente espressione. Invece le nomine di Spadavecchia e Poli dimostrano l'appoggio all'amministrazione del gruppo "Popolari per Molfetta" di Pino Amato.
E' il primo vero scossone per la politica locale
Se da un lato "Officine Molfetta" con Pasquale Mancini in Consiglio Comunale è chiaramente all'opposizione, dall'altro lato inizia un periodo di profonda riflessione nel Partito Democratico che fino a dopo all'autunno conserva nelle proprie fila il presidente del Consiglio Comunale Nicola Piergiovanni e il consigliere comunale nonchè metropolitano Gianni Facchini. Tuttavia, la decisione di entrambi di non voltare le spalle al sindaco e proseguire in maggioranza, ne decreta la cancellazione dall'anagrafe del PD.
L'estate trascorre relativamente serena ma è l'autunno a far scoppiare il caos: è il 18 ottobre e Luigi Tridente, capogruppo in Aula Carnicella di "Obiettivo Molfetta" annuncia che il suo gruppo è fuori dalla maggioranza. Stessa cosa fa Pino Amato.
Segue una dura presa di posizione del sindaco Minervini, la riflessione aperta e pubblica del centrosinistra con la città su quanto sta accadendo e la querelle della sfiducia.
Sfiducia che, dopo una specie di telenovela, arriva a essere discussa in Consiglio Comunale il 29 novembre.
Al centro del dibattito la mozione firmata da dodici consiglieri: Beppe Zanna, Paola de Candia e Silvia Rana per il centrosinistra, Isa de Bari, Antonello Pisani, Doriana Carabellese per il centrodestra, Luigi Tridente, Leo Binetti, Pasqua Losito, Sergio de Candia e Giuseppe Balestra per "Obiettivo Molfetta", Pasquale Mancini per "Officine Molfetta". A mancare è la tredicesima sottoscrizione che non arriverà mai e che, aggiunta all'astensione di Carmela Minuto, e al ritorno in maggioranza di Pino Amato con i suoi "Popolari per Molfetta" salva Tommaso Minervini.
Negli stessi giorni, a suggello della nuova maggioranza, anche il terzo rimpasto del Minervini - bis: Antonio Ancona (vicesindaco) ai Lavori pubblici, Ninnì Camporeale all'Urbanistica, Innovazione tecnologica, Appalti e contratti, Personale non dirigenziale, Germana Carrieri alla Socialità, Maridda Poli alla Sicurezza, Commercio, Infrastrutture della mobilità cittadina e costiera, Cultura, Giacomo Rossiello all'Ambiente, Verde pubblico, Decoro urbano, Partecipate e Vincenzo Spadavecchia alle Attività produttive, Sport, Marketing, Contenzioso.
La politica molfettese, però, nel 2022 ha avuto anche a Roma un passaggio importante.
Nelle ultime settimane dell'anno, infatti, il Senato si è riunito votando per la fuoriuscita da Palazzo Madama di Carmela Minuto e l'annullamento della sua elezione del 2018 a favore del barese Michele Boccardi.