Cronaca
Un'altra tartaruga morta a Molfetta, trovata in spiaggia alla Prima Cala
Continuano i ritrovamenti lungo la costa. In soli 3 giorni sono stati rinvenute 15 carcasse
Molfetta - lunedì 7 gennaio 2019
8.57
C'è sempre la mano dell'uomo dietro le tante carcasse di tartarughe marine, della specie caretta caretta, che il mare sta restituendo in questi giorni con numeri significativi. Ne sono state trovate 15 in soli 3 giorni, nel tratto costiero che va da Barletta a Monopoli.
L'ultima è stata rinvenuta a Molfetta, ancora una volta in località Prima Cala. Si tratta di un esemplare lungo 65 centimetri: la carcassa è stata individuata da un passante che ha successivamente provveduto ad informare la Guardia Costiera. Sono state attivate tutte le procedure previste quando muore un esemplare di una specie protetta e sono stati informati tutti gli organi di competenza interessati, tra cui i veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari.
A confermare, anche in questo caso, la mano dell'uomo dietro la moria di esemplari è Pasquale Salvemini, responsabile del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta. «Purtroppo alcuni pescatori, fortunatamente la minor parte, quando trovano tartarughe impigliate nelle reti o già morte per asfissia da annegamento, le rigettano in mare e le correnti poi le spingono sino a spiaggiarle», afferma.
Secondo Salvemini, invece, resta «importante informare la Guardia Costiera, ogni qual volta vi siano rinvenimenti di tartarughe marine. La loro sopravvivenza può dipendere da gesti piccoli ma fondamentali. Ed un corretto comportamento potrà salvare la vita di una specie in via di estinzione».
L'ultima è stata rinvenuta a Molfetta, ancora una volta in località Prima Cala. Si tratta di un esemplare lungo 65 centimetri: la carcassa è stata individuata da un passante che ha successivamente provveduto ad informare la Guardia Costiera. Sono state attivate tutte le procedure previste quando muore un esemplare di una specie protetta e sono stati informati tutti gli organi di competenza interessati, tra cui i veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari.
A confermare, anche in questo caso, la mano dell'uomo dietro la moria di esemplari è Pasquale Salvemini, responsabile del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta. «Purtroppo alcuni pescatori, fortunatamente la minor parte, quando trovano tartarughe impigliate nelle reti o già morte per asfissia da annegamento, le rigettano in mare e le correnti poi le spingono sino a spiaggiarle», afferma.
Secondo Salvemini, invece, resta «importante informare la Guardia Costiera, ogni qual volta vi siano rinvenimenti di tartarughe marine. La loro sopravvivenza può dipendere da gesti piccoli ma fondamentali. Ed un corretto comportamento potrà salvare la vita di una specie in via di estinzione».