Eventi e folklore
Tutto quello che bisogna sapere sul cibo dei morti
Questa sera presentazione del libro di Bianca Tragni
Molfetta - sabato 8 novembre 2014
7.58
Il mese di novembre per antonomasia è dedicato ai defunti e al loro culto a cui sono legate storie e leggende, ma anche il cibo. Proprio per conoscere meglio tutto quanto ruota attorno a riti e tradizioni, l'Associazione Culturale ReArte di Molfetta ha promosso per oggi, sabato 8 novembre, a partire dalle ore 19, presso la sua sede un incontro sul tema: "Il cibo dei morti" a cui interverrà Bianca Tragni autrice del volume.
Bianca Tragni, ex preside del Liceo Scientifico Statale Federico II di Altamura e scrittrice, partendo dai ricordi e dalle esperienze personali, risale alle tradizioni popolari di tutt'Italia e della Puglia, in cui il cibo, strumento di vita, è collegato all'antichissimo culto dei morti.
In un viaggio variopinto tra riti, usi, superstizioni, pietanze e strane credenze, attraverso l'antropologia e la teologia, l'archeologia e il mito, vengono scandagliate la storia e le tradizioni popolari del mediterraneo, dell'Europa del nord e di altre aree geografiche.
La Tragni è studiosa di tradizioni popolari e di storia. Quando si nomina il cibo nei contesti luttuosi si pensa subito al consolo, "u cuonz" nella maggior parte dei dialetti murgiani e non solo, termine che fa' ormai parte degli "amarcord" di chi si aggira intorno alla cinquantina. La "colva" veniva preparata con un'antica ritualità e si trasmetteva quindi non solo una ricetta, ma anche un atto di 'pietas' verso i cari defunti. Recava infatti consolazione; si pensava desse sollievo alle anime purganti e mediante la condivisione del dolce con i vicini si compiva un atto di consolidamento dei legami sociali, fattore questo molto importante in una società che teneva molto in considerazione i rapporti umani.
Durante la serata si parlerà del cibo tradizionale dei morti nella sua diffusione nazionale, della sua simbologia, della sua valenza nei banchetti funebri e del simbolo che esso incarna nella storia e nelle religioni. Inoltre la professoressa insegnerà come preparare la ricetta del grano dei morti, trascritta dal grande libro orale della cucina tradizionale legata alla religione e ai riti.
Bianca Tragni, ex preside del Liceo Scientifico Statale Federico II di Altamura e scrittrice, partendo dai ricordi e dalle esperienze personali, risale alle tradizioni popolari di tutt'Italia e della Puglia, in cui il cibo, strumento di vita, è collegato all'antichissimo culto dei morti.
In un viaggio variopinto tra riti, usi, superstizioni, pietanze e strane credenze, attraverso l'antropologia e la teologia, l'archeologia e il mito, vengono scandagliate la storia e le tradizioni popolari del mediterraneo, dell'Europa del nord e di altre aree geografiche.
La Tragni è studiosa di tradizioni popolari e di storia. Quando si nomina il cibo nei contesti luttuosi si pensa subito al consolo, "u cuonz" nella maggior parte dei dialetti murgiani e non solo, termine che fa' ormai parte degli "amarcord" di chi si aggira intorno alla cinquantina. La "colva" veniva preparata con un'antica ritualità e si trasmetteva quindi non solo una ricetta, ma anche un atto di 'pietas' verso i cari defunti. Recava infatti consolazione; si pensava desse sollievo alle anime purganti e mediante la condivisione del dolce con i vicini si compiva un atto di consolidamento dei legami sociali, fattore questo molto importante in una società che teneva molto in considerazione i rapporti umani.
Durante la serata si parlerà del cibo tradizionale dei morti nella sua diffusione nazionale, della sua simbologia, della sua valenza nei banchetti funebri e del simbolo che esso incarna nella storia e nelle religioni. Inoltre la professoressa insegnerà come preparare la ricetta del grano dei morti, trascritta dal grande libro orale della cucina tradizionale legata alla religione e ai riti.