Cronaca
Trovato un bimbo rapito a Molfetta. Sta bene, arrestati una 53enne ed un 47enne
Il piccolo era scomparso a maggio del 2017, trovato a Bisceglie. I due presunti sequestratori fermati a Bari
Molfetta - sabato 21 aprile 2018
9.21
Era stato rapito nel 2017 da una casa protetta di Molfetta, è stato ritrovato assieme al suoi presunti rapitori. Protagonista della vicenda è un bambino di 3 anni, tratto in salvo a Bisceglie dalla Polizia Locale di Bari e dai Carabinieri della locale Tenenza. Le sue condizioni di salute sono buone.
I suoi due presunti sequestratori, invece, sono stati arrestati: si tratta di S.N., una pregiudicata di 53 anni nata a Napoli ma residente a Bari, e C.N., un incensurato di 47 anni di Palo del Colle. Lo avevano portato a Napoli. Le indagini sono durate due mesi. Poi, gli agenti hanno rintracciato il minore il 6 febbraio scorso (ma la notizia è stata diffusa solo ieri, durante la conferenza stampa dell'operazione denominata "Check-point", ndr) a Bisceglie.
I fatti risalgono al 2017, quando un bimbo di 3 anni affetto da gravi patologie congenite, figlio di una donna di Napoli, viene affidato, su ordine del Tribunale per i Minori di Bari, ad una struttura cittadina: da quel giorno e per i prossimi mesi, la sua nuova casa sarebbe stata una comunità protetta. A maggio, però, sparisce dal centro. Del piccolo si perdono le tracce, almeno fino allo scorso gennaio, quando una Smart viene fermata a Bari.
A bordo dell'auto, sottoposta ad una verifica in piazza Luigi di Savoia durante una normale attività di controllo alla circolazione stradale, ci sono S.N., una donna di 53 anni nata a Napoli ma residente a Bari, e C.N., un uomo di 47 anni di Palo del Colle. Con loro un bambino di 3 anni che la donna, al momento di fornire i dati anagrafici dei passeggeri agli agenti, qualifica come suo stretto parente essendo tra le altre cose sprovvisto di documenti di riconoscimento.
Da ulteriori accertamenti, presso gli uffici degli assistenti sociali del Comune di Molfetta, si è poi scoperto che il minore era stato precedentemente affidato ad una struttura socio assistenziale per minori di Molfetta e che lo stesso, tramite accertamenti effettuati presso la sezione di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri della Procura della Repubblica di Bari, risultava essere gravato da un rintraccio quale persona scomparsa a seguito di sottrazione.
Ad avvalorare ciò, anche la relativa denuncia sporta, nel mese di maggio 2017, dal responsabile della medesima struttura. I sospetti degli agenti sono diventati certezze quando da controlli incrociati è emerso che la donna era anche lei indagata dalla Procura della Repubblica di Trani per la vicenda di Molfetta e che quel bambino non era suo.
Sotto il coordinamento del pm Grazia Errede sono iniziate quindi attività di appostamento, pedinamento e intercettazioni. È emerso che il bambino sarebbe stato spostato di casa in casa, fra la Puglia e la Campania. Il 31 gennaio scorso, inoltre, gli agenti hanno eseguito una ispezione domiciliare presso l'abitazione della 53enne, a Bari, accertando che il minore e la donna erano scomparsi.
Gli uomini della Polizia Locale, in quella circostanza, non hanno trovato il bimbo: solo i suoi giocattoli e una zanzariera sfondata dalla quale, ritengono, poco prima il piccolo era stato portato via. Pertanto, avendo fondato motivo di ritenere che si trattasse di un vero e proprio sequestro di persona, si è dato inizio ad una attività tecnica di intercettazione telefonica delegata dalla Procura della Repubblica nella persona del pubblico ministero Grazia Errede.
Le attività di indagine successive hanno infatti consentito di accertare che il minore da Bari era stato condotto a Napoli, ove era stato nascosto per alcuni giorni, per poi ritornare a Bisceglie. Sì, Bisceglie, proprio la città in cui, lo scorso 6 febbraio, è stato rintracciato dalla Polizia Locale di Bari unitamente a personale della locale Tenenza dei Carabinieri.
In tale circostanza, la donna che custodiva il minore è stata tratta in arresto in flagranza, anch'essa per sequestro di persona, e nei suoi confronti procede la Procura della Repubblica di Trani, mentre il minore è stato affidato alla struttura socio-assistenziale per minori, protetta, ove tuttora si trova. Quindi l'epilogo con l'emissione dei provvedimenti restrittivi, eseguiti ieri.
Le indagini del pm della Procura della Repubblica di Bari, Grazia Errede, hanno poi portato alle ordinanze emesse dal gip Giulia Romanazzi ed eseguite a Palo del Colle e Bari, ove i due soggetti avevano le rispettive dimore. Oltre ai due arrestati, accusati a vario titolo di sequestro e sottrazione di minore e rinchiusi negli istituti penitenziari di Trani e di Bari, ci sono tre denunciati, tutti di nazionalità italiana, per aver favorito il sequestro del minore.
Ulteriori indagini, infatti, hanno accertato le condotte criminose poste in essere dai due soggetti colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dal Nucleo di Polizia Giudiziaria del Comando della Polizia Locale di Bari, e il coinvolgimento di altre tre soggetti per aver favorito il reato di sequestro di minore. Il piccolo adesso è in buone condizioni di salute ed è assistito in una casa protetta, ma l'indagine non è ancora conclusa.
«Era in precarie condizioni di salute e denutrito, ma oggi sta bene e si trova in una casa famiglia», ha assicurato il comandante della Polizia Locale di Bari, Michele Palumbo. Le indagini su tutta la vicenda non sono ancora concluse, gli investigatori stanno cercando di ricostruire il ruolo e le persone coinvolte, inclusa la madre del minore, nonché le modalità con cui il bimbo è stato portato via dalla struttura di Molfetta.
Una «inquietante rete di persone coinvolte» ha detto il procuratore aggiunto di Bari Alessio Coccioli, quella ricostruita dai magistrati, i quali mantengono il massimo riserbo per via di accertamenti tuttora in corso sulle ragioni del sequestro e sui rapporti che legano la mamma del bambino agli altri indagati.
I suoi due presunti sequestratori, invece, sono stati arrestati: si tratta di S.N., una pregiudicata di 53 anni nata a Napoli ma residente a Bari, e C.N., un incensurato di 47 anni di Palo del Colle. Lo avevano portato a Napoli. Le indagini sono durate due mesi. Poi, gli agenti hanno rintracciato il minore il 6 febbraio scorso (ma la notizia è stata diffusa solo ieri, durante la conferenza stampa dell'operazione denominata "Check-point", ndr) a Bisceglie.
I fatti risalgono al 2017, quando un bimbo di 3 anni affetto da gravi patologie congenite, figlio di una donna di Napoli, viene affidato, su ordine del Tribunale per i Minori di Bari, ad una struttura cittadina: da quel giorno e per i prossimi mesi, la sua nuova casa sarebbe stata una comunità protetta. A maggio, però, sparisce dal centro. Del piccolo si perdono le tracce, almeno fino allo scorso gennaio, quando una Smart viene fermata a Bari.
A bordo dell'auto, sottoposta ad una verifica in piazza Luigi di Savoia durante una normale attività di controllo alla circolazione stradale, ci sono S.N., una donna di 53 anni nata a Napoli ma residente a Bari, e C.N., un uomo di 47 anni di Palo del Colle. Con loro un bambino di 3 anni che la donna, al momento di fornire i dati anagrafici dei passeggeri agli agenti, qualifica come suo stretto parente essendo tra le altre cose sprovvisto di documenti di riconoscimento.
Da ulteriori accertamenti, presso gli uffici degli assistenti sociali del Comune di Molfetta, si è poi scoperto che il minore era stato precedentemente affidato ad una struttura socio assistenziale per minori di Molfetta e che lo stesso, tramite accertamenti effettuati presso la sezione di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri della Procura della Repubblica di Bari, risultava essere gravato da un rintraccio quale persona scomparsa a seguito di sottrazione.
Ad avvalorare ciò, anche la relativa denuncia sporta, nel mese di maggio 2017, dal responsabile della medesima struttura. I sospetti degli agenti sono diventati certezze quando da controlli incrociati è emerso che la donna era anche lei indagata dalla Procura della Repubblica di Trani per la vicenda di Molfetta e che quel bambino non era suo.
Sotto il coordinamento del pm Grazia Errede sono iniziate quindi attività di appostamento, pedinamento e intercettazioni. È emerso che il bambino sarebbe stato spostato di casa in casa, fra la Puglia e la Campania. Il 31 gennaio scorso, inoltre, gli agenti hanno eseguito una ispezione domiciliare presso l'abitazione della 53enne, a Bari, accertando che il minore e la donna erano scomparsi.
Gli uomini della Polizia Locale, in quella circostanza, non hanno trovato il bimbo: solo i suoi giocattoli e una zanzariera sfondata dalla quale, ritengono, poco prima il piccolo era stato portato via. Pertanto, avendo fondato motivo di ritenere che si trattasse di un vero e proprio sequestro di persona, si è dato inizio ad una attività tecnica di intercettazione telefonica delegata dalla Procura della Repubblica nella persona del pubblico ministero Grazia Errede.
Le attività di indagine successive hanno infatti consentito di accertare che il minore da Bari era stato condotto a Napoli, ove era stato nascosto per alcuni giorni, per poi ritornare a Bisceglie. Sì, Bisceglie, proprio la città in cui, lo scorso 6 febbraio, è stato rintracciato dalla Polizia Locale di Bari unitamente a personale della locale Tenenza dei Carabinieri.
In tale circostanza, la donna che custodiva il minore è stata tratta in arresto in flagranza, anch'essa per sequestro di persona, e nei suoi confronti procede la Procura della Repubblica di Trani, mentre il minore è stato affidato alla struttura socio-assistenziale per minori, protetta, ove tuttora si trova. Quindi l'epilogo con l'emissione dei provvedimenti restrittivi, eseguiti ieri.
Le indagini del pm della Procura della Repubblica di Bari, Grazia Errede, hanno poi portato alle ordinanze emesse dal gip Giulia Romanazzi ed eseguite a Palo del Colle e Bari, ove i due soggetti avevano le rispettive dimore. Oltre ai due arrestati, accusati a vario titolo di sequestro e sottrazione di minore e rinchiusi negli istituti penitenziari di Trani e di Bari, ci sono tre denunciati, tutti di nazionalità italiana, per aver favorito il sequestro del minore.
Ulteriori indagini, infatti, hanno accertato le condotte criminose poste in essere dai due soggetti colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dal Nucleo di Polizia Giudiziaria del Comando della Polizia Locale di Bari, e il coinvolgimento di altre tre soggetti per aver favorito il reato di sequestro di minore. Il piccolo adesso è in buone condizioni di salute ed è assistito in una casa protetta, ma l'indagine non è ancora conclusa.
«Era in precarie condizioni di salute e denutrito, ma oggi sta bene e si trova in una casa famiglia», ha assicurato il comandante della Polizia Locale di Bari, Michele Palumbo. Le indagini su tutta la vicenda non sono ancora concluse, gli investigatori stanno cercando di ricostruire il ruolo e le persone coinvolte, inclusa la madre del minore, nonché le modalità con cui il bimbo è stato portato via dalla struttura di Molfetta.
Una «inquietante rete di persone coinvolte» ha detto il procuratore aggiunto di Bari Alessio Coccioli, quella ricostruita dai magistrati, i quali mantengono il massimo riserbo per via di accertamenti tuttora in corso sulle ragioni del sequestro e sui rapporti che legano la mamma del bambino agli altri indagati.