Politica
Troppe le beghe interne al Pd
E all'orizzonte c'è la Conferenza programmatica
Molfetta - lunedì 9 novembre 2015
9.03
Troppe beghe all'interno del Pd e Piero de Nicolo, il segretario proiettato nelle ultime settimane nella corsa utile per la nomina del nuovo capogruppo, sembra dominare con fatica l'area dei dem, cioè gli iscritti al Partito democratico. Fotografia di una situazione a quella che il Partito vive anche a livello nazionale.
La bagarre è stata lunga, lunghissima, ed è cominciata con le inevitabili epurazioni poste in essere nei mesi scorsi dalle cui si sono salvati solo un pugno degli attuali membri interni del Partito democratico. Il congresso che ha eletto l'attuale segreteria ha approvato una mozione che prevedeva una seria verifica politico-amministrativa dell'operato dell'amministrazione e un suo rilancio. Invece, oggi più che mai, dal momento della nomina del nuovo capogruppo Giuseppe Percoco, il Partito democratico sta di fatto evaporando.
Intendiamoci: gli iscritti, sia pure molto diminuiti rispetto al passato, restano. Un partito però non sono solo gli iscritti: è anche un luogo di elaborazione/discussione di idee, è uno strumento per organizzare e gestire il conflitto sociale, e quindi uno strumento di selezione di quadri; è infine un canale di comunicazione dal centro verso la periferia e viceversa. Ma c'è qualche traccia di questo partito, nell'attuale realtà del Pd? Non sembra proprio. Almeno dall'esterno la sensazione è questa. In più la nascita del nuovo gruppo consiliare autonomo denominato Dc, Democrazia è Cambiamento guidato da Annalisa Altomare, affiancata dal dott. Sergio De Pinto e da Lia de Ceglia ex consigliera comunale del centrodestra è la testimonianza che qualcosa nel partito del segretario de Nicolo non quadra. Inoltre, è bene ricordare che il dott. De Pinto non è iscritto al Pd e non ha alcuna intenzione di tesserarsi mentre Lia de Ceglia ha invece richiesto la tessera senza mai ottenere alcuna risposta.
Quanto alla nomina del nuovo capogruppo mentre si dava per ovvia la scelta sul nome del consigliere Roberto la Grasta (attuale presidente della Commissione Affari Generali), il Pd ha optato su Percoco non più parte integrante dei GD per motivi anagrafici. Insomma la Grasta, prima sedotto e poi abbandonato, pare abbia già comunicato al suo partito l'intento di mettersi a disposizione quale tecnico e non per altro. Percoco invece subentra a Giulio Germinario attualmente assessore della giunta Natalicchio.
Adesso però il nuovo rebus riguarda la figura del vice capogruppo. Chi sarà? Difficile dirlo tanto meno pronosticarlo. Difficile pensare possa essere Raffaella Ciccolella né tanto meno Saverio Patimo (vice presidente del Consiglio Comunale). Insomma il Pd e il suo segretario, vista l'attuale situazione è destinato ad avere un numero sempre crescente di amici, di ammiratori, questo è sicuro, tuttavia egli poggerà sempre su una base in certo senso poco solida. E nella sua azione come nel suo ruolo apparirà sempre, prima o poi, come già appare oggi, qualcosa di insuperabilmente fragile.
Tutto questo alla vigilia della Conferenza programmatica.
La bagarre è stata lunga, lunghissima, ed è cominciata con le inevitabili epurazioni poste in essere nei mesi scorsi dalle cui si sono salvati solo un pugno degli attuali membri interni del Partito democratico. Il congresso che ha eletto l'attuale segreteria ha approvato una mozione che prevedeva una seria verifica politico-amministrativa dell'operato dell'amministrazione e un suo rilancio. Invece, oggi più che mai, dal momento della nomina del nuovo capogruppo Giuseppe Percoco, il Partito democratico sta di fatto evaporando.
Intendiamoci: gli iscritti, sia pure molto diminuiti rispetto al passato, restano. Un partito però non sono solo gli iscritti: è anche un luogo di elaborazione/discussione di idee, è uno strumento per organizzare e gestire il conflitto sociale, e quindi uno strumento di selezione di quadri; è infine un canale di comunicazione dal centro verso la periferia e viceversa. Ma c'è qualche traccia di questo partito, nell'attuale realtà del Pd? Non sembra proprio. Almeno dall'esterno la sensazione è questa. In più la nascita del nuovo gruppo consiliare autonomo denominato Dc, Democrazia è Cambiamento guidato da Annalisa Altomare, affiancata dal dott. Sergio De Pinto e da Lia de Ceglia ex consigliera comunale del centrodestra è la testimonianza che qualcosa nel partito del segretario de Nicolo non quadra. Inoltre, è bene ricordare che il dott. De Pinto non è iscritto al Pd e non ha alcuna intenzione di tesserarsi mentre Lia de Ceglia ha invece richiesto la tessera senza mai ottenere alcuna risposta.
Quanto alla nomina del nuovo capogruppo mentre si dava per ovvia la scelta sul nome del consigliere Roberto la Grasta (attuale presidente della Commissione Affari Generali), il Pd ha optato su Percoco non più parte integrante dei GD per motivi anagrafici. Insomma la Grasta, prima sedotto e poi abbandonato, pare abbia già comunicato al suo partito l'intento di mettersi a disposizione quale tecnico e non per altro. Percoco invece subentra a Giulio Germinario attualmente assessore della giunta Natalicchio.
Adesso però il nuovo rebus riguarda la figura del vice capogruppo. Chi sarà? Difficile dirlo tanto meno pronosticarlo. Difficile pensare possa essere Raffaella Ciccolella né tanto meno Saverio Patimo (vice presidente del Consiglio Comunale). Insomma il Pd e il suo segretario, vista l'attuale situazione è destinato ad avere un numero sempre crescente di amici, di ammiratori, questo è sicuro, tuttavia egli poggerà sempre su una base in certo senso poco solida. E nella sua azione come nel suo ruolo apparirà sempre, prima o poi, come già appare oggi, qualcosa di insuperabilmente fragile.
Tutto questo alla vigilia della Conferenza programmatica.