Tommaso Minervini
Tommaso Minervini

Tommaso Minervini ricorderà Graziano Fiore e le vittime di Via Nicolò dell’Arca

Conferenza in programma il 27 luglio, a 75 anni dalla strage

"Documento dell'Istituto pugliese per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea.

La lotta per la libertà a Bari ebbe un epilogo tra i più tragici in Italia il 28 luglio 1943. Appena due giorni dopo l'annuncio del crollo del regime un corteo di circa duecento persone, per lo più giovanissimi, che aveva dato luogo ad una manifestazione pacifica per le strade di Bari sull'esempio di molte città italiane, inneggiando alla pace ed alla libertà, venne falcidiato in via Nicolò Dall'Arca dai colpi sparati contemporaneamente da un reparto di soldati, schierato davanti alla sede della Federazione del PNF e da alcuni individui appostati dietro le finestre dello stabile, come si legge nella relazione della legione dei Carabinieri. I manifestanti si apprestavano ad andare incontro ai prigionieri politici rinchiusi nel carcere di Bari , tra i quali i filosofi Guido De Ruggiero, Guido Calogero, Tommaso Fiore, il giudice Michele Cifarelli e molti altri esponenti dell'intellettualità cittadina.
Il bilancio di quella drammatica giornata fu di venti morti, tra questi Graziano figlio di Tommaso Fiore, due ragazzi di appena 13 anni , diversi studenti liceali e universitari e circa quaranta feriti, tra cui il prof. Fabrizio Canfora che tentava di spiegare ai militari l'intento pacifico dell'iniziativa.
Tutta la vicenda venne ben nascosta dalla censura di guerra e dal diffuso clima di paura e di omertà imposto dalla restaurazione monarchico-badogliana. S'impedì persino ai familiari di accedere nei diversi ospedali cittadini, mentre le salme vennero trasportate nottetempo al cimitero.
Si dispose anche l'arresto di Carlo Colella, Luigi De Secly, caporedattore della "Gazzetta del Mezzogiorno", Domenico Loizzi e del prof. Fabrizio Canfora.
La notizia della strage venne pubblicata sulla stampa solo dopo un anno. Il noto penalista ed esponente del partito d'Azione, l'avv. Giuseppe Papalia, in una manifestazione ufficiale a nome del CLN definì l'eccidio :"un atto obbrobrioso senza diffida e senza comando come nessuno si è comportato nemmeno di fronte al nemico, come se alla testa del corteo non vi fossero state le bandiere d'Italia".Con la sentenza del 7 gennaio 1944 venne prosciolto l'unico imputato e s'intese porre una pietra sepolcrale sull'intera tragica vicenda.
Sin dal 1944 a partire dal Comitato di Liberazione Nazionale, dal Presidente del Consiglio dei Ministri, on' Bonomi che ordinò una inchiesta, da Benedetto Croce e da moltissimi esponenti del vita politica e culturale nazionale , tra i quali il Ministro della Pubblica Istruzione Guido De Ruggiero, Augusto Monti, Ferruccio Parri, Umberto Terracini, si riconobbe il valore e l'importanza della vicenda barese considerata una delle pagine più significative della lotta per la libertà e per la nuova Italia.
Per ricordare all'intera nazione il sacrificio di questi martiri, il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, poco tempo dopo la sua elezione , in visita ufficiale a Bari, rese omaggio al monumento che ricorda le vittime del 28 luglio in Piazza Umberto" .


Il 27 luglio, alle ore 18.30, nell'Aula Consigliare dedicata a Gianni Carnicella, il Comune di Molfetta ricorderà la strage nella quale morì anche Graziano Fiore, figlio di Tommaso Fiore.
A introdurre la conferenza il Sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini. A seguire ci saranno gli interventi di Michele Laudadio, presidente Aneb Molfetta, Giuseppe Poli, docente di storia moderna all'Università degli Studi di Bari, Vito Antonio Leuzzi, direttore IPSAIC.
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