
Cronaca
Tombe e lapidi: al cimitero il degrado degli «uomini illustri»
Tradite storia e memoria. Un gregge potrebbe risolvere il problema, forse
Molfetta - martedì 7 aprile 2015
7.09
C'è un luogo in ogni angolo del mondo e in ciascuna città che meriterebbe, per il solo fatto di essere destinato a ospitare i morti, un rispetto e un'attenzione particolare. Come tutti i luoghi delle memoria e degli affetti perduti il cimitero resta una di quelle cartine di tornasole che dovrebbero dimostrare anche la cura, l'attenzione e l'efficienza di una pubblica amministrazione.
Se questo è vero, allora viene da chiedersi dove sia finito il senso della misura di chi si ostina a non vedere in quale stato vergognoso versa il quadrato degli uomini illustri di Molfetta. Anche perchè il pittore molfettese Franco d'Ingeo appartiene a questi.
Che a Molfetta il confine tra sacro e profano sia un diaframma perennemente labile e oscillante è cosa nota. Ma qui siamo ben oltre quel limite: ed è bastata una visita di un paio d'ore per documentarlo, per quanto più che le parole parlano in questo caso le immagini: l'inno stonato a una vergogna che si perpetua, all'incuria e al degrado in cui è sprofondata questa porzione di «terrasanta».
Si chiede solo più ordine, più pulizia, più decoro, ma soprattutto, più educazione e rispetto per i luoghi di culto. Al cimitero di Molfetta non solo manca la manutenzione dell'area interna ed esterna al camposanto, ma sono sempre più diffusi i comportamenti incivili da parte di alcune persone. E, forse, con un gregge si potrebbe risolvere il problema dell'erba alta. Almeno di quella.
Se questo è vero, allora viene da chiedersi dove sia finito il senso della misura di chi si ostina a non vedere in quale stato vergognoso versa il quadrato degli uomini illustri di Molfetta. Anche perchè il pittore molfettese Franco d'Ingeo appartiene a questi.
Che a Molfetta il confine tra sacro e profano sia un diaframma perennemente labile e oscillante è cosa nota. Ma qui siamo ben oltre quel limite: ed è bastata una visita di un paio d'ore per documentarlo, per quanto più che le parole parlano in questo caso le immagini: l'inno stonato a una vergogna che si perpetua, all'incuria e al degrado in cui è sprofondata questa porzione di «terrasanta».
Si chiede solo più ordine, più pulizia, più decoro, ma soprattutto, più educazione e rispetto per i luoghi di culto. Al cimitero di Molfetta non solo manca la manutenzione dell'area interna ed esterna al camposanto, ma sono sempre più diffusi i comportamenti incivili da parte di alcune persone. E, forse, con un gregge si potrebbe risolvere il problema dell'erba alta. Almeno di quella.