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Cronaca
«Ti manderò agli alberi verdi»: inflitti 3 anni e 6 mesi all'ex compagno violento
Si è chiuso lunedì il processo nei riguardi di un 55enne di Molfetta, accusato di maltrattamenti aggravati nei riguardi della ex
Molfetta - venerdì 21 febbraio 2025
9.30
In un episodio, dopo l'ennesima discussione per motivi di gelosia, avrebbe distrutto il portone condominiale di via Cavallotti, portandosi dietro la porta d'ingresso dell'abitazione della compagna, picchiata per anni, pure alla presenza dei figli. In un altro caso, dopo averla aggredita, le avrebbe graffiato il volto con le unghie.
Ha raccontato anni di ripetute vessazioni - dal 2014 al 2020, quando la malcapitata trovò il coraggio di sporgere querela - il processo che si è chiuso lunedì con la sentenza per l'imputato, un 55enne di Molfetta: l'uomo, «riconosciute le attenuanti generiche», è stato condannato dal giudice monocratico del Tribunale di Trani, Luca Bonvino, a 3 anni e 6 mesi di carcere, accusato di maltrattamenti in famiglia in presenza di minori, atti persecutori, minacce, molestie e di lesioni personali.
Gli episodi più datati risalgono a nove anni fa, quando la donna, una 54enne assistita dall'avvocato Bepi Maralfa, sarebbe stata vittima di «atteggiamenti violenti che degeneravano in casi di violenza fisica», descritti nelle carte. «Ti manderò agli alberi verdi». Era questo il tenore delle minacce rivolte alla donna, generate da futili motivi. In un episodio, ad agosto 2016, avrebbe distrutto il portone condominiale di via Cavallotti, portandosi dietro la porta dell'abitazione della compagna.
Non solo: a luglio 2020, avrebbe graffiato il viso della donna, procurandole lesioni e continuando a molestarla anche dopo aver scoperto la nuova residenza, con incessanti telefonate. Fondamentale è stato l'aiuto degli psicologi del centro antiviolenza Pandora di Molfetta. Le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni.
Ha raccontato anni di ripetute vessazioni - dal 2014 al 2020, quando la malcapitata trovò il coraggio di sporgere querela - il processo che si è chiuso lunedì con la sentenza per l'imputato, un 55enne di Molfetta: l'uomo, «riconosciute le attenuanti generiche», è stato condannato dal giudice monocratico del Tribunale di Trani, Luca Bonvino, a 3 anni e 6 mesi di carcere, accusato di maltrattamenti in famiglia in presenza di minori, atti persecutori, minacce, molestie e di lesioni personali.
Gli episodi più datati risalgono a nove anni fa, quando la donna, una 54enne assistita dall'avvocato Bepi Maralfa, sarebbe stata vittima di «atteggiamenti violenti che degeneravano in casi di violenza fisica», descritti nelle carte. «Ti manderò agli alberi verdi». Era questo il tenore delle minacce rivolte alla donna, generate da futili motivi. In un episodio, ad agosto 2016, avrebbe distrutto il portone condominiale di via Cavallotti, portandosi dietro la porta dell'abitazione della compagna.
Non solo: a luglio 2020, avrebbe graffiato il viso della donna, procurandole lesioni e continuando a molestarla anche dopo aver scoperto la nuova residenza, con incessanti telefonate. Fondamentale è stato l'aiuto degli psicologi del centro antiviolenza Pandora di Molfetta. Le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni.