Cultura, Eventi e Spettacolo
«Testimoniare perchè non accada più»
Alla libreria "Il ghigno" lettura corale del libro di Anna Frank
Molfetta - martedì 30 gennaio 2018
9.17
Nella ricorrenza del 27 gennaio, Giornata della memoria in onore delle vittime dell'Olocausto, la storica libreria molfettese "Il Ghigno" ha organizzato una lettura corale del "Diario" di Anna Frank, tenutasi nei locali della stessa libreria.
L'idea dell'evento, come spiegato in apertura, era già nata nei mesi passati sull'onda emotiva del grande vespaio di indignazione, sorto all'indomani delle figurine di Anna Frank con la maglia giallorossa, fatte circolare allo stadio dalla tifoseria laziale avversaria. A seguito di alcuni impedimenti, però, la lettura corale non aveva potuto avere luogo e quindi l'evento ha ritrovato, come sua collocazione temporale ideale, il giorno della memoria.
L'iniziativa ha raccolto un pubblico attento e coinvolto sia in veste di uditorio, sia in veste di lettori più o meno improvvisati, i quali si sono cimentati nella lettura di brani tratti dal celeberrimo "Diario", spaziando tra racconti di vita quotidiana fino a struggenti pagine di speranza e paura.
Si è trattata, pertanto, dell'occasione ideale per rispolverare quella che viene considerata una delle letture principe in memoria della Shoah, ma anche del periodo dell'adolescenza; come sottolineato all'inizio dell'incontro, in tutte le case è quasi sempre presente una copia del "Diario" ed esso è sempre oggetto di studio nei vari percorsi scolastici, aprendo la strada a digressioni molteplici.
La bellezza, infatti, del "Diario" non risiede solo nel racconto ingenuo e scanzonato di un periodo drammatico della storia umana, percepito in modo ancora più cruento dalla visione di una ragazzina proiettata sempre su un futuro migliore, un "dopoguerra" che purtroppo non conoscerà mai, ma anche e soprattutto nella sua potente normalità. Se anche l'impressione claustrofobica del rifugio è sempre presente, Anna parla anche di sensazioni comunissime dell'adolescenza, come i rimproveri dei genitori, l'insofferenza, la tenerezza del primo amore e i sogni spensierati che si credono eterni.
Un libro che tutti conoscono, ma che nessuno smette mai di leggere, poiché in esso ancora si scoprono doppi fondi di significato e rilettura che sembrano tesori nascosti. Ma soprattutto un libro che non ha ancora terminato la sua funzione di monito, in un mondo che troppo spesso gioca di amnesia con il passato totalitario e razzista del Novecento, riproponendolo ancora oggi nell'intolleranza latente del tessuto sociale odierno.
L'idea dell'evento, come spiegato in apertura, era già nata nei mesi passati sull'onda emotiva del grande vespaio di indignazione, sorto all'indomani delle figurine di Anna Frank con la maglia giallorossa, fatte circolare allo stadio dalla tifoseria laziale avversaria. A seguito di alcuni impedimenti, però, la lettura corale non aveva potuto avere luogo e quindi l'evento ha ritrovato, come sua collocazione temporale ideale, il giorno della memoria.
L'iniziativa ha raccolto un pubblico attento e coinvolto sia in veste di uditorio, sia in veste di lettori più o meno improvvisati, i quali si sono cimentati nella lettura di brani tratti dal celeberrimo "Diario", spaziando tra racconti di vita quotidiana fino a struggenti pagine di speranza e paura.
Si è trattata, pertanto, dell'occasione ideale per rispolverare quella che viene considerata una delle letture principe in memoria della Shoah, ma anche del periodo dell'adolescenza; come sottolineato all'inizio dell'incontro, in tutte le case è quasi sempre presente una copia del "Diario" ed esso è sempre oggetto di studio nei vari percorsi scolastici, aprendo la strada a digressioni molteplici.
La bellezza, infatti, del "Diario" non risiede solo nel racconto ingenuo e scanzonato di un periodo drammatico della storia umana, percepito in modo ancora più cruento dalla visione di una ragazzina proiettata sempre su un futuro migliore, un "dopoguerra" che purtroppo non conoscerà mai, ma anche e soprattutto nella sua potente normalità. Se anche l'impressione claustrofobica del rifugio è sempre presente, Anna parla anche di sensazioni comunissime dell'adolescenza, come i rimproveri dei genitori, l'insofferenza, la tenerezza del primo amore e i sogni spensierati che si credono eterni.
Un libro che tutti conoscono, ma che nessuno smette mai di leggere, poiché in esso ancora si scoprono doppi fondi di significato e rilettura che sembrano tesori nascosti. Ma soprattutto un libro che non ha ancora terminato la sua funzione di monito, in un mondo che troppo spesso gioca di amnesia con il passato totalitario e razzista del Novecento, riproponendolo ancora oggi nell'intolleranza latente del tessuto sociale odierno.