Cronaca
Terremoto centro Italia: le testimonianze dei molfettesi
Abbiamo raccolto le emozioni di una famiglia molfettese che vive a Gubbio
Molfetta - domenica 30 ottobre 2016
18.04
Terrore, rassegnazione e paura. L'Italia centrale continua a tremare da mesi. Quando ormai gli abitanti provano a star tranquilli e a convivere con le continue scosse di assestamento ecco che la terra sussulta ancora e questa volta come non mai. La botta violentissima arriva alle 7.41 di stamane mentre parte della gente dormiva per via del sabato non lavorativo.
"Dormo in mansarda. Ho aperto di colpo gli occhi. Il letto si spostava e dalla finestra ho visto le cime dei pini muoversi violentemente come se fosse in atto una tempesta. Continuava a tremare tutto. Il telecomando é caduto dalla scrivania e il lampadario sembrava un pendolo. Sono corso giù per le scale di legno che cigolavano. Ho aperto la porta della camera dei miei che dormivano e siamo corsi per strada in pigiama".
Questa é la testimonianza di una famiglia molfettese che vive a Gubbio in Umbria al confine con le Marche. Tutti si pongono una domanda: quando finirà tutto questo?
Secondo gli esperti la situazione è in continua evoluzione e difficile da prevedere. Resta il fatto che le scosse, sebbene siano arrivate a 6.5 di magnitudo, rimangono relativamente deboli e sulla carta poco distruttive. Non è la natura ad essere assassina ma l'uomo ad averla sottovalutata con la costruzione di abitazioni e strutture con pochissimi accorgimenti antisismici. E intanto la vita della gente continua ad essere distrutta per via di errori o di speculazioni fatte nel passato che non dovranno più essere ripetute.
"Dormo in mansarda. Ho aperto di colpo gli occhi. Il letto si spostava e dalla finestra ho visto le cime dei pini muoversi violentemente come se fosse in atto una tempesta. Continuava a tremare tutto. Il telecomando é caduto dalla scrivania e il lampadario sembrava un pendolo. Sono corso giù per le scale di legno che cigolavano. Ho aperto la porta della camera dei miei che dormivano e siamo corsi per strada in pigiama".
Questa é la testimonianza di una famiglia molfettese che vive a Gubbio in Umbria al confine con le Marche. Tutti si pongono una domanda: quando finirà tutto questo?
Secondo gli esperti la situazione è in continua evoluzione e difficile da prevedere. Resta il fatto che le scosse, sebbene siano arrivate a 6.5 di magnitudo, rimangono relativamente deboli e sulla carta poco distruttive. Non è la natura ad essere assassina ma l'uomo ad averla sottovalutata con la costruzione di abitazioni e strutture con pochissimi accorgimenti antisismici. E intanto la vita della gente continua ad essere distrutta per via di errori o di speculazioni fatte nel passato che non dovranno più essere ripetute.