Cronaca
Tartarughe spiaggiate: sette negli ultimi giorni, tre a Molfetta
I ritrovamenti a pochi metri da Torre Calderina e in località Prima Cala: da una prima analisi visiva mostravano segni di embolia
Molfetta - lunedì 6 marzo 2023
10.37
Le mareggiate che, negli ultimi giorni, hanno interessato la costa pugliese, hanno portato sugli arenili a nord di Bari sette carcasse di tartarughe marine: tre nella sola Molfetta, recuperate dai volontari del WWF Puglia. Da una prima analisi, gli esemplari, in avanzato stato di decomposizione, mostravano segni di embolia.
Le prime due testuggini, della specie caretta caretta, minacciata nel mare Mediterraneo e che rischia oramai l'estinzione, a causa di tanti fattori, tra cui il turismo balneare, il degrado delle coste, la pesca accidentale e la minaccia dei predatori nei punti di nidificazione, sono state rinvenute a pochi passi da Torre Calderina: «Una superava gli 80 centimetri di lunghezza per un peso superiore ai 60 chilogrammi, mentre l'altra era pari a 70 centimetri», ha illustrato Pasquale Salvemini.
«Entrambe erano in uno stato avanzato di decomposizione e per questo - ha detto - sarà difficile scoprire le cause della morte». Tuttavia, da una prima analisi, le due tartarughe mostravano segni di embolia gassosa, la stessa patologia riscontrata su un'altra caretta caretta, recuperata in località Prima Cala: «Quest'ultima, invece, aveva una lunghezza carapace pari a circa 70 centimetri», ha detto ancora Salvemini, arrivato sul posto dopo la segnalazione della Capitaneria di Porto. Con i volontari del WWF Puglia, sugli arenili sono arrivati pure gli agenti della Polizia Locale e il veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, «ma le condizioni di decomposizione delle tartarughe - ha spiegato il referente del centro di recupero di Molfetta - hanno impedito la possibilità di effettuare i consuetudinari esami autoptici per cercare di accertare le cause dei due decessi», molto probabilmente riconducibili ad una embolia gassosa per l'interazione con le attività di pesca.
Le tartarughe marine, infatti, sono particolarmente esposte ai numerosi pericoli causati dalla pesca e molto spesso ne risultano soccombenti: vengono catturate accidentalmente da ami, lenze e reti e poi muoiono. Il WWF, che si occupa della conservazione delle tartarughe marine, racconta vita e minacce di questa specie - la caretta caretta, il cui Mediterraneo è un'importante area d'alimentazione -, ma anche tutti i progetti che porta avanti e i risultati ottenuti per la loro viva tutela.
La Guardia Costiera, intanto, invita tutti i cittadini a voler segnalare al 1530 tutti gli avvistamenti di eventuali spiaggiamenti di specie protette ferite o in difficoltà, al fine di poter attivare subito la rete di soccorsi e il rapido intervento del personale specializzato, contribuendo concretamente al salvataggio di questa specie.
Le prime due testuggini, della specie caretta caretta, minacciata nel mare Mediterraneo e che rischia oramai l'estinzione, a causa di tanti fattori, tra cui il turismo balneare, il degrado delle coste, la pesca accidentale e la minaccia dei predatori nei punti di nidificazione, sono state rinvenute a pochi passi da Torre Calderina: «Una superava gli 80 centimetri di lunghezza per un peso superiore ai 60 chilogrammi, mentre l'altra era pari a 70 centimetri», ha illustrato Pasquale Salvemini.
«Entrambe erano in uno stato avanzato di decomposizione e per questo - ha detto - sarà difficile scoprire le cause della morte». Tuttavia, da una prima analisi, le due tartarughe mostravano segni di embolia gassosa, la stessa patologia riscontrata su un'altra caretta caretta, recuperata in località Prima Cala: «Quest'ultima, invece, aveva una lunghezza carapace pari a circa 70 centimetri», ha detto ancora Salvemini, arrivato sul posto dopo la segnalazione della Capitaneria di Porto. Con i volontari del WWF Puglia, sugli arenili sono arrivati pure gli agenti della Polizia Locale e il veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, «ma le condizioni di decomposizione delle tartarughe - ha spiegato il referente del centro di recupero di Molfetta - hanno impedito la possibilità di effettuare i consuetudinari esami autoptici per cercare di accertare le cause dei due decessi», molto probabilmente riconducibili ad una embolia gassosa per l'interazione con le attività di pesca.
Le tartarughe marine, infatti, sono particolarmente esposte ai numerosi pericoli causati dalla pesca e molto spesso ne risultano soccombenti: vengono catturate accidentalmente da ami, lenze e reti e poi muoiono. Il WWF, che si occupa della conservazione delle tartarughe marine, racconta vita e minacce di questa specie - la caretta caretta, il cui Mediterraneo è un'importante area d'alimentazione -, ma anche tutti i progetti che porta avanti e i risultati ottenuti per la loro viva tutela.
La Guardia Costiera, intanto, invita tutti i cittadini a voler segnalare al 1530 tutti gli avvistamenti di eventuali spiaggiamenti di specie protette ferite o in difficoltà, al fine di poter attivare subito la rete di soccorsi e il rapido intervento del personale specializzato, contribuendo concretamente al salvataggio di questa specie.