Cronaca
Tartaruga spiaggiata a cala Arena. Salvemini: «Fratture sul carapace»
L’esemplare di caretta caretta, morto ormai da alcune settimane, è stato trovato in avanzato stato di decomposizione
Molfetta - sabato 24 agosto 2024
12.50
Una tartaruga marina rimasta spiaggiata lungo la costa fra Giovinazzo e Molfetta è stata trovata in località cala Arena. La caretta caretta, un esemplare maschio adulto, aveva alcune fratture lungo il carapace - lungo 72 centimetri di lunghezza - che si era procurato molto probabilmente collidendo con un natante in mare.
L'episodio risale al pomeriggio di giovedì: sul posto, come da prassi, oltre agli agenti della Polizia Locale e ai militari dell'Ufficio Locale Marittimo, sono intervenuti anche il veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari e il referente del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, Pasquale Salvemini. «Sulle cause della morte - ha detto l'animalista molfettese - la presenza di alcune fratture sul carapace ci lascia ipotizzare che siano state sicuramente causate dai colpi di elica».
La tartaruga, morta ormai da alcune settimane e spinta a riva dalle correnti marine degli ultimi giorni, era ormai in avanzato stato di decomposizione: al termine dei rilievi di rito è stata infine smaltita da una ditta autorizzata. «In questo caso - ha detto Salvemini - la presenza di fratture sul carapace causate dalla collisione con un natante, ci porta a confermare la tesi secondo la quale le cause antropiche, nella maggior parte dei casi, sono le principali nella morte di questi animali».
Gli impatti antropici, come il turismo, la pesca (legata alla cattura accidentale negli attrezzi da pesca, un fenomeno di ampia portata) e il traffico marittimo, infatti, insieme al cambiamento climatico rappresentano i rischi maggiori per la salute delle tartarughe marine, specie protette e tutelata anche a livello internazionale.
L'episodio risale al pomeriggio di giovedì: sul posto, come da prassi, oltre agli agenti della Polizia Locale e ai militari dell'Ufficio Locale Marittimo, sono intervenuti anche il veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari e il referente del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, Pasquale Salvemini. «Sulle cause della morte - ha detto l'animalista molfettese - la presenza di alcune fratture sul carapace ci lascia ipotizzare che siano state sicuramente causate dai colpi di elica».
La tartaruga, morta ormai da alcune settimane e spinta a riva dalle correnti marine degli ultimi giorni, era ormai in avanzato stato di decomposizione: al termine dei rilievi di rito è stata infine smaltita da una ditta autorizzata. «In questo caso - ha detto Salvemini - la presenza di fratture sul carapace causate dalla collisione con un natante, ci porta a confermare la tesi secondo la quale le cause antropiche, nella maggior parte dei casi, sono le principali nella morte di questi animali».
Gli impatti antropici, come il turismo, la pesca (legata alla cattura accidentale negli attrezzi da pesca, un fenomeno di ampia portata) e il traffico marittimo, infatti, insieme al cambiamento climatico rappresentano i rischi maggiori per la salute delle tartarughe marine, specie protette e tutelata anche a livello internazionale.