Una tartaruga liberata a Molfetta ha deposto le uova sulle coste della Turchia
Salvemini del Centro recupero WWF: «Sapevamo che aveva dei follicoli di 20/22 millimetri»
Molfetta - martedì 2 luglio 2024
9.02
Una tartaruga liberata a Molfetta lo scorso anno ha deposto le uova sulla spiaggia di Cirali sulla costa mediterranea della Turchia, stessa spiaggia presumibilmente dove è nata Karapinar l'esemplare di Caretta Caretta, ricordiamo che le tartarughe marine depongono le uova dove sono nate.
«Si tratta di un evento raro, ma non unico», come ci dice il referente del Centro tartarughe di Molfetta, Pasquale Salvemini. «Infatti, è già accaduto altre tre volte che esemplari femmina di Carretta Carretta curati presso il nostro centro abbiano deposto le uova tutte e tre a Zante in Grecia. E' indubbio che questa notizia ci abbia riempito di una gioia immensa».
Salvemini aggiunge: «quando l'abbiamo liberata l'anno scorso dalle ecografie avevamo visto che aveva dei follicoli di 20/22 millimetri, ovviamente quello che non sapevamo dove e quando avrebbe deposto le uova, in quanto le tartarughe hanno una "gestazione" che può durare da due a quattro anni».
La notizia del lieto evento della nidificazione di Karapinar è arrivata attraverso una email inviata da un docente dell'Università di Cumhuriyet, che con un gruppo di ricercatori sta lavorando al monitoraggio e alla conservazione della tartaruga Caretta Caretta. L'esemplare è stato identificato grazie alle targhette poste sulle pinne anteriori prima della liberazione lo scorso giugno proprio in occasione della giornata mondiale degli Oceani.
«Questo evento ancora una volta ci fa capire che siamo sulla strada giusta, in quanto il nostro Centro», ha detto ancora Pasquale Salvemini, «non si occupa solo di recupero, di curare e riportare nel proprio ambiente le tartarughe ma è diventato nel corso di questi anni anche un centro di ricerca che costantemente portiamo avanti con il Dipartimento di medicina veterinaria dell'Università di Bari e di Pisa.
Raccogliamo informazioni per poter conoscere meglio questi animali, di cui sappiamo ancora molto poco. Per esempio di questa tartaruga abbiamo tutti i dati, questo ci consente non solo di esaminare le rotte migratorie, ma di fare delle vere e proprie ricerche, ora anche in collaborazione con l'Università turca.
Sono eventi, questo come i precedenti, che ci riempiono di gioia, che ci fanno andare avanti con maggiore determinazione, fondamentale è stata anche la collaborazione con la marineria locale, che costantemente si prende cura e non rimette in mare gli esemplari che accidentalmente rimangono impigliati nelle loro reti».
«Si tratta di un evento raro, ma non unico», come ci dice il referente del Centro tartarughe di Molfetta, Pasquale Salvemini. «Infatti, è già accaduto altre tre volte che esemplari femmina di Carretta Carretta curati presso il nostro centro abbiano deposto le uova tutte e tre a Zante in Grecia. E' indubbio che questa notizia ci abbia riempito di una gioia immensa».
Salvemini aggiunge: «quando l'abbiamo liberata l'anno scorso dalle ecografie avevamo visto che aveva dei follicoli di 20/22 millimetri, ovviamente quello che non sapevamo dove e quando avrebbe deposto le uova, in quanto le tartarughe hanno una "gestazione" che può durare da due a quattro anni».
La notizia del lieto evento della nidificazione di Karapinar è arrivata attraverso una email inviata da un docente dell'Università di Cumhuriyet, che con un gruppo di ricercatori sta lavorando al monitoraggio e alla conservazione della tartaruga Caretta Caretta. L'esemplare è stato identificato grazie alle targhette poste sulle pinne anteriori prima della liberazione lo scorso giugno proprio in occasione della giornata mondiale degli Oceani.
«Questo evento ancora una volta ci fa capire che siamo sulla strada giusta, in quanto il nostro Centro», ha detto ancora Pasquale Salvemini, «non si occupa solo di recupero, di curare e riportare nel proprio ambiente le tartarughe ma è diventato nel corso di questi anni anche un centro di ricerca che costantemente portiamo avanti con il Dipartimento di medicina veterinaria dell'Università di Bari e di Pisa.
Raccogliamo informazioni per poter conoscere meglio questi animali, di cui sappiamo ancora molto poco. Per esempio di questa tartaruga abbiamo tutti i dati, questo ci consente non solo di esaminare le rotte migratorie, ma di fare delle vere e proprie ricerche, ora anche in collaborazione con l'Università turca.
Sono eventi, questo come i precedenti, che ci riempiono di gioia, che ci fanno andare avanti con maggiore determinazione, fondamentale è stata anche la collaborazione con la marineria locale, che costantemente si prende cura e non rimette in mare gli esemplari che accidentalmente rimangono impigliati nelle loro reti».