Cronaca
Tangenti al Comune di Molfetta: al via gli interrogatori di garanzia
Il primo a comparire davanti alla gip che ha firmato l'ordinanza, Volpe, sarà l'ex assessore Caputo
Molfetta - mercoledì 9 giugno 2021
16.59
Sono stati fissati per domani e venerdì gli interrogatori di garanzia delle 16 persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Trani su presunti episodi corruttivi al Comune di Molfetta nella quale è indagato (ma non raggiunto da alcuna misura cautelare) il primo cittadino Tommaso Minervini.
Il primo a comparire davanti alla gip che ha firmato l'ordinanza, Rossella Volpe, sarà l'ex assessore Mariano Caputo, difeso dall'avvocato Felice Petruzzella. Dopo di lui saranno interrogati il funzionario comunale Orazio Lisena, l'ex consigliera comunale Anna Sara Castriotta e gli altri sette arrestati, tutti rinchiusi in carcere, tra imprenditori e progettisti: Riccardo Di Santo, Andrea Ladogana, Valerio Di Gregorio, Domenico Tancredi, Paolo Conforti, Francesco e Pasquale Ieva.
Poi toccherà ai sei indagati finiti agli arresti domiciliari (il presidente della commissione di gara di uno degli appalti pilotati, Vincenzo Manzi, e gli altri cinque tra imprenditori e dipendenti delle aziende coinvolte: Francesco Sancilio, Mauro Giancaspro, Michele Palmiotti, Maurizio Bonafede, Vito De Robertis).
Stando all'indagine della Guardia di Finanza, coordinata dai pm di Trani, i funzionari pubblici si sarebbero fatti pagare tangenti, denaro, regali ed altre utilità, per favorire gli imprenditori "amici" nell'ottenimento di appalti pubblici e incarichi, dimostrando «una capacità di piegare e condizionare ogni evenienza - scrive la gip - trasformandola in occasione di guadagno e di interesse illecito condiviso».
Il primo a comparire davanti alla gip che ha firmato l'ordinanza, Rossella Volpe, sarà l'ex assessore Mariano Caputo, difeso dall'avvocato Felice Petruzzella. Dopo di lui saranno interrogati il funzionario comunale Orazio Lisena, l'ex consigliera comunale Anna Sara Castriotta e gli altri sette arrestati, tutti rinchiusi in carcere, tra imprenditori e progettisti: Riccardo Di Santo, Andrea Ladogana, Valerio Di Gregorio, Domenico Tancredi, Paolo Conforti, Francesco e Pasquale Ieva.
Poi toccherà ai sei indagati finiti agli arresti domiciliari (il presidente della commissione di gara di uno degli appalti pilotati, Vincenzo Manzi, e gli altri cinque tra imprenditori e dipendenti delle aziende coinvolte: Francesco Sancilio, Mauro Giancaspro, Michele Palmiotti, Maurizio Bonafede, Vito De Robertis).
Stando all'indagine della Guardia di Finanza, coordinata dai pm di Trani, i funzionari pubblici si sarebbero fatti pagare tangenti, denaro, regali ed altre utilità, per favorire gli imprenditori "amici" nell'ottenimento di appalti pubblici e incarichi, dimostrando «una capacità di piegare e condizionare ogni evenienza - scrive la gip - trasformandola in occasione di guadagno e di interesse illecito condiviso».