Cronaca
«Sulla promenade potevo esserci anche io»
L'attentato a Nizza attraverso il racconto di un ragazzo molfettese
Molfetta - venerdì 15 luglio 2016
9.37
Lui sta bene, è in Puglia per le vacanze. Ma sono comunque ore tragiche per Gianluca, giovane ventiseienne molfettese che a Nizza vive e lavora da aprile.
«Se fossi stato a Nizza, visto il giorno di festa e i fuochi d'artificio, sarei stato anche io sulla promenade. Sono come in un incubo».
Sono le 22.30 di ieri quando un camion piomba sulla folla, nel cuore della città sulla Costa Azzurra. In Francia si celebra la giornata simbolo del Paese, il 14 luglio 1789, la presa della Bastiglia. Ma si consuma anche una carneficina i cui esiti sono ancora tutti da scrivere.
Gianluca è tra i primissimi a sapere di quanto sta accadendo.
«Ho ricevuto una telefonata da un gruppo di amici italiani che hanno visto tutto. Erano a casa di altri connazionali amici, sul balcone a godersi lo spettacolo. Hanno visto in diretta il camion sulla folla e i morti a terra. Mi hanno chiamato in lacrime ma per rassicurarmi che stavano bene. Però, sono stati momenti orrendi: non avevo notizie di due ragazze che conoscevo. Siamo riusciti a metterci in contatto a notte fonda, stanno entrambe bene. Una aveva il cellulare staccato, l'altra era fuori città».
Ma come si è vissuto a Nizza e in Francia in questi mesi?
«Nizza è una città molto interculturale. Siamo tantissimi gli italiani e ovviamente ci sono tante persone che vengono dal Nord Africa. Siamo appena usciti dagli Europei, quindi Nizza era già piena di militari armati, specie al centro città. Io sono arrivato dopo gli attacchi del 13 novembre ma ormai la Francia è casa mia e lo sarà a lungo».
«Se fossi stato a Nizza, visto il giorno di festa e i fuochi d'artificio, sarei stato anche io sulla promenade. Sono come in un incubo».
Sono le 22.30 di ieri quando un camion piomba sulla folla, nel cuore della città sulla Costa Azzurra. In Francia si celebra la giornata simbolo del Paese, il 14 luglio 1789, la presa della Bastiglia. Ma si consuma anche una carneficina i cui esiti sono ancora tutti da scrivere.
Gianluca è tra i primissimi a sapere di quanto sta accadendo.
«Ho ricevuto una telefonata da un gruppo di amici italiani che hanno visto tutto. Erano a casa di altri connazionali amici, sul balcone a godersi lo spettacolo. Hanno visto in diretta il camion sulla folla e i morti a terra. Mi hanno chiamato in lacrime ma per rassicurarmi che stavano bene. Però, sono stati momenti orrendi: non avevo notizie di due ragazze che conoscevo. Siamo riusciti a metterci in contatto a notte fonda, stanno entrambe bene. Una aveva il cellulare staccato, l'altra era fuori città».
Ma come si è vissuto a Nizza e in Francia in questi mesi?
«Nizza è una città molto interculturale. Siamo tantissimi gli italiani e ovviamente ci sono tante persone che vengono dal Nord Africa. Siamo appena usciti dagli Europei, quindi Nizza era già piena di militari armati, specie al centro città. Io sono arrivato dopo gli attacchi del 13 novembre ma ormai la Francia è casa mia e lo sarà a lungo».