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“Sui passi della legalità”: obiettivo del centro servizi comunale per i minori

Il centro è ubicato nel quartiere Catecombe in un bene confiscato

L'inaugurazione del nuovo centro servizi comunale per minori operativo in un immobile confiscato alla mafia nel quartiere Catecombe di Molfettaè stata l'occasione per un momento di riflessione a 360 gradi "Sui passi della legalità", un confronto tra le varie istituzioni che entrano in gioco nel recupero di minori a rischio.

Il recupero di tale immobile è stato realizzato con il Pon legalità del Ministero degli Interni, con i fondi sociali dell'Unione Europea.

Non è solo il recupero strutturale di un immobile dal degrado, ma sarà un faro per il quartiere e per la città.

E' il Sindaco, Tommaso Minervini, a spiegare gli interventi fatti e soprattutto la finalità che avrà questo centro all'interno del quartiere a forte devianza minorile. «La sicurezza sociale», dice il primo cittadino, «si fa in due modi: reprimendo, ma anche sottraendo l'elemento umano al reato e alle organizzazioni criminali. Compito del Comune è anche quello di intervenire sul disagio e far sì che si conquistino sempre di più dalla parte della legalità attraverso un processo educativo i soggetti per evitare che entrino nella spirale della violenza, questo lo si deve fare sin dalla prima età.

Con questo centro» conclude il Sindaco «si vuole offrire una opportunità non solo in termini di conoscenza ma anche di prevenzione».

Anche per la senatrice, Bruna Piarulli, «è un bene che può avere sì una nuova vita, ma anche essere destinato a dei soggetti svantaggiati, è una opportunità che si offre a questi minori per evitare che rientrino nei circuiti delinquenziali».

Per la senatrice molfettese, Carmela Minuto, «è un giorno di festa, quando un bene confiscato alla mafia viene restituito alla comunità è un fatto lodevole, perché diamo un valore educativo, culturale e sociale importante».

Il centro è rivolto ai minori dai 12 ai 18 anni. Infatti, è il Magistrato per il tribunale dei minori di Bari, Luca Buonvino, a parlare di infanzia e adolescenze strappate, a parlare di violenza sia sui minori che dei minori e di come sia difficile a volte prendere delle decisioni che determineranno il percorso di vita di questi ragazzi.

«La messa alla prova», ha detto il magistrato, «è un percorso che offriamo come possibilità alternativa al processo e ad una possibile condanna, che viene costruita su un'attività di studio o lavorativa, quindi si crea un percorso rieducativo, risultando essere strumenti molto utili».

Dello stesso avviso anche la direttrice dell'Usmm, Angela Gismondi, la messa alla prova è un'altra strada possibile, parlando della nostra città dice «il territorioè sempre stato fervido e collaborativo, Molfetta è sempre stata una comunità con una propensione educante e lo dimostra il fatto stesso che sul territorio ci sono tante risorse, tante cooperative, tante comunità». Inoltre, la dottoressa Gismondi fa rilevare l'importanza che avrà per questi ragazzi entrare in un centro confiscato, «sarà il primo passo per scegliere da che parte stare».

Si parla anche di agenzie educative importanti per la formazione dei ragazzi, oltre alla famiglia, c'è la scuola rappresentata ieri dal dirigente scolastico, Gaetano Ragno, che evidenzia come «proprio la scuola, soprattutto quella primaria, è il luogo dove si può fare prevenzione, si può andare alla radice. Infatti, il nostro compito è quello, così come dice la Costituzione, di rimuovere quegli ostacoli che si frappongono al successo scolastico, formativo e della persona, cerchiamo di fare questo con un principio di uguaglianza. Il nostro obiettivo è essere inclusivi, e i bambini lo sono per loro natura».

Più volte dai relatori viene ribadito di come sia difficile il processo di confisca di un bene e la sua riassegnazione alla città. L'augurio di tutti i presenti che questo centro possa essere di stimolo per i ragazzi che lo frequenteranno per un nuovo domani.
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