Speciale
Studio Lovero, 50 anni di radiologia e fisioterapia
Percorso nella prevenzione dei tumori del seno con il dottor Rocco Lovero
Molfetta - lunedì 21 novembre 2016
Nato nel 1965, a distanza di cinquanta anni, lo Studio Lovero S.r.l. è un centro di diagnostica e riabilitativo all'avanguardia, punto di riferimento per molti molfettesi e non solo. Il dottor Rocco Lovero ci ha guidati nel mondo della diagnostica e della prevenzione per il tumore al seno, oltre che a fare una panoramica su come è cambiata la radiologia in questi anni.
Quale è l'incidenza del tumore della mammella nella popolazione femminile?
E' di circa il 10%, su 100 donne il 10% può sviluppare questa tipologia di tumore. Con un maggior picco nell'età che va dai 40 ai 60 anni.
Quali possono essere i fattori predisponenti?
I fattori che possono predisporre ad una insorgenza del tumore non sono attualmente ben conosciuti e standardizzati, sicuramente incide un fattore familiare. Infatti, si è constatato che dove si è verificato un caso di tumore, le figlie o le discendenze successive, hanno un rischio maggiore, rispetto alla restante popolazione.
Ci possono essere dei fattori protettivi come possono essere l'allattamento, o anche una menopausa tardiva, rispetto a quella precoce. E' contrastante anche l'effetto degli estrogeni assunti come anticoncezionali, sull'incidenza di questa malattia. Probabilmente esistono anche dei fattori ambientali, per esempio la dieta molto ricca di proteine, potrebbe avere una sua incidenza sulla nascita e sulla formazione di queste malattie.
Come si può fare prevenzione? E che tipo di esami eseguire?
Innanzitutto, rimane importante da parte della donna conoscere il suo seno, quindi l'autopalpazione, consente di verificare se ci sono formazioni anomale ed è un esame abbastanza semplice che tutte possono fare. E' preferibile che si effettui una volta al mese, o ogni due mesi, nel periodo che va dal sesto al dodicesimo giorno dall'inizio delle mestruazioni.
Ovviamente qualora ci si accorga di qualcosa che non va è bene sempre riferirlo al proprio medico curante, che in maniera più professionale può fare degli approfondimenti. Se dovessero nascere dei dubbi o l'esistenza di qualche problematica alla mammella, ci si rivolge ad un senologo che può consigliare qualche esame diagnostico più opportuno. Le triplette di base sono: visita senologica, ecografica e mammografia.
Ovviamente bisogna tener conto dell'età delle pazienti, nelle più giovani sino ai trent'anni, il primo esame che va fatto è l'ecografia, perché è un esame che non espone la paziente a radiazioni, nel caso dovessero risultare delle situazioni di malattia è chiaro che si faranno esami di approfondimento con la mammografia ed altri esami. Nelle donne dopo i trentacinque anni, soprattutto se c'è una familiarità, potrebbe essere già presa in considerazione la possibilità di eseguire esami diagnostici più approfonditi come la mammografia, che diventa l'esame principale dopo i 40 anni. Esami che andrebbero effettuati annualmente, associati alla visita senologica.
Nel nostro centro abbiamo una esperienza venticinquennale nel campo della senologia e ci avvaliamo di apparecchiature che sono in grado di eseguire una corretta diagnosi senologica. Disponiamo di un mammografo digitale che riduce i tempi di esposizione alle radiazioni, abbiamo degli ecografi che hanno delle sonde dedicate esclusivamente all'esame della mammella. Gli esami vengono eseguiti da un medico che si è occupato di senologia da oltre 25 anni, maturando una sua qualificata esperienza in questo ambito.
Rimanendo in tema di neoplasie uno dei primi che si è occupato in maniera approfondita di questo è stato Umberto Veronesi, ha avuto modo di incontrarlo?
Ho avuto la fortuna di vedere il professore Veronesi in diversi convegni e corsi. Questa persona ha concorso in maniera incredibile a modificare tutto l'universo della oncologia, in particolar modo nell'ambito senologico. Le modalità operative che vengono eseguite dai chirurghi oggi sono frutto solo ed esclusivamente delle capacità professionali del prof. Veronesi, che ha dato vita a questa nuova tecnica detta "quadrectomia", che ha innanzitutto eliminato quelle gravissime menomazioni invalidanti che venivano fatte prima della sua scoperta. Questa tecnica ha permesso di avere dei tempi di recupero eccezionalmente rapidi, delle modalità di intervento che si concludono nel giro di 48 ore, e sicuramente ha avuto migliori risultati rispetto alle tecniche tradizionalmente utilizzate.
Quanto la diagnostica può essere utile, più in generale, nelle varie patologie?
Restando sempre nell'ambito femminile abbiamo riscontrato in questi anni una elevata incidenza di patologie della tiroide, almeno in queste a nostro avviso incidono i fattori ambientali, su cui andrebbe fatto uno studio approfondito. Per questa tipologia di patologia una ecografia consente di verificare lo stato di funzionamento di questa ghiandola.
Le altre modalità di prevenzione che andrebbero attuate sempre per l'universo femminile sono le patologie dell'utero, oltre a una visita ginecologica periodica, importanti sono esami come il pap test o le ecografie sia nel modalità sovra pubiche che quelle trans vaginali, che consentono oggi una corretta diagnosi e soprattutto una precoce diagnosi di molte patologie.
Cinquant'anni di storia di laboratorio radiologico, come è cambiato?
Ho avuto la fortuna di lavorare con mio zio per venti anni, sono incredibili i progressi che ha fatto questo ramo della medicina, che è molto legato alla tecnologia e ai suoi sviluppi.
Ricordo le prime modalità operative di mio zio, che faceva le cosiddette "lastre", poi le stendeva la mattina come fossero bucato per farle asciugare, e faceva ritornare i pazienti il pomeriggio a prendere i risultati. Oggi consegniamo l'esame dopo pochi minuti e lo dotiamo anche di un cd, che può essere letto su qualunque pc, mi sembra che sia passato più di un secolo.
E' inutile dire che la radiologia oggi è un campo così vasto, che dovrebbe attrarre l'attenzione di tutti i medici perché ha delle potenzialità enormi e nello stesso tempo possiamo intervenire a 360 gradi su tutta una serie di problematiche. Ci sono delle apparecchiature che ci consentono di spaccare anche il capello, se mi è consentita la definizione, per cui si riesce ad intervenire per tempo e i medici specialistici riescono a dare le cure giuste.
Quale è l'incidenza del tumore della mammella nella popolazione femminile?
E' di circa il 10%, su 100 donne il 10% può sviluppare questa tipologia di tumore. Con un maggior picco nell'età che va dai 40 ai 60 anni.
Quali possono essere i fattori predisponenti?
I fattori che possono predisporre ad una insorgenza del tumore non sono attualmente ben conosciuti e standardizzati, sicuramente incide un fattore familiare. Infatti, si è constatato che dove si è verificato un caso di tumore, le figlie o le discendenze successive, hanno un rischio maggiore, rispetto alla restante popolazione.
Ci possono essere dei fattori protettivi come possono essere l'allattamento, o anche una menopausa tardiva, rispetto a quella precoce. E' contrastante anche l'effetto degli estrogeni assunti come anticoncezionali, sull'incidenza di questa malattia. Probabilmente esistono anche dei fattori ambientali, per esempio la dieta molto ricca di proteine, potrebbe avere una sua incidenza sulla nascita e sulla formazione di queste malattie.
Come si può fare prevenzione? E che tipo di esami eseguire?
Innanzitutto, rimane importante da parte della donna conoscere il suo seno, quindi l'autopalpazione, consente di verificare se ci sono formazioni anomale ed è un esame abbastanza semplice che tutte possono fare. E' preferibile che si effettui una volta al mese, o ogni due mesi, nel periodo che va dal sesto al dodicesimo giorno dall'inizio delle mestruazioni.
Ovviamente qualora ci si accorga di qualcosa che non va è bene sempre riferirlo al proprio medico curante, che in maniera più professionale può fare degli approfondimenti. Se dovessero nascere dei dubbi o l'esistenza di qualche problematica alla mammella, ci si rivolge ad un senologo che può consigliare qualche esame diagnostico più opportuno. Le triplette di base sono: visita senologica, ecografica e mammografia.
Ovviamente bisogna tener conto dell'età delle pazienti, nelle più giovani sino ai trent'anni, il primo esame che va fatto è l'ecografia, perché è un esame che non espone la paziente a radiazioni, nel caso dovessero risultare delle situazioni di malattia è chiaro che si faranno esami di approfondimento con la mammografia ed altri esami. Nelle donne dopo i trentacinque anni, soprattutto se c'è una familiarità, potrebbe essere già presa in considerazione la possibilità di eseguire esami diagnostici più approfonditi come la mammografia, che diventa l'esame principale dopo i 40 anni. Esami che andrebbero effettuati annualmente, associati alla visita senologica.
Nel nostro centro abbiamo una esperienza venticinquennale nel campo della senologia e ci avvaliamo di apparecchiature che sono in grado di eseguire una corretta diagnosi senologica. Disponiamo di un mammografo digitale che riduce i tempi di esposizione alle radiazioni, abbiamo degli ecografi che hanno delle sonde dedicate esclusivamente all'esame della mammella. Gli esami vengono eseguiti da un medico che si è occupato di senologia da oltre 25 anni, maturando una sua qualificata esperienza in questo ambito.
Rimanendo in tema di neoplasie uno dei primi che si è occupato in maniera approfondita di questo è stato Umberto Veronesi, ha avuto modo di incontrarlo?
Ho avuto la fortuna di vedere il professore Veronesi in diversi convegni e corsi. Questa persona ha concorso in maniera incredibile a modificare tutto l'universo della oncologia, in particolar modo nell'ambito senologico. Le modalità operative che vengono eseguite dai chirurghi oggi sono frutto solo ed esclusivamente delle capacità professionali del prof. Veronesi, che ha dato vita a questa nuova tecnica detta "quadrectomia", che ha innanzitutto eliminato quelle gravissime menomazioni invalidanti che venivano fatte prima della sua scoperta. Questa tecnica ha permesso di avere dei tempi di recupero eccezionalmente rapidi, delle modalità di intervento che si concludono nel giro di 48 ore, e sicuramente ha avuto migliori risultati rispetto alle tecniche tradizionalmente utilizzate.
Quanto la diagnostica può essere utile, più in generale, nelle varie patologie?
Restando sempre nell'ambito femminile abbiamo riscontrato in questi anni una elevata incidenza di patologie della tiroide, almeno in queste a nostro avviso incidono i fattori ambientali, su cui andrebbe fatto uno studio approfondito. Per questa tipologia di patologia una ecografia consente di verificare lo stato di funzionamento di questa ghiandola.
Le altre modalità di prevenzione che andrebbero attuate sempre per l'universo femminile sono le patologie dell'utero, oltre a una visita ginecologica periodica, importanti sono esami come il pap test o le ecografie sia nel modalità sovra pubiche che quelle trans vaginali, che consentono oggi una corretta diagnosi e soprattutto una precoce diagnosi di molte patologie.
Cinquant'anni di storia di laboratorio radiologico, come è cambiato?
Ho avuto la fortuna di lavorare con mio zio per venti anni, sono incredibili i progressi che ha fatto questo ramo della medicina, che è molto legato alla tecnologia e ai suoi sviluppi.
Ricordo le prime modalità operative di mio zio, che faceva le cosiddette "lastre", poi le stendeva la mattina come fossero bucato per farle asciugare, e faceva ritornare i pazienti il pomeriggio a prendere i risultati. Oggi consegniamo l'esame dopo pochi minuti e lo dotiamo anche di un cd, che può essere letto su qualunque pc, mi sembra che sia passato più di un secolo.
E' inutile dire che la radiologia oggi è un campo così vasto, che dovrebbe attrarre l'attenzione di tutti i medici perché ha delle potenzialità enormi e nello stesso tempo possiamo intervenire a 360 gradi su tutta una serie di problematiche. Ci sono delle apparecchiature che ci consentono di spaccare anche il capello, se mi è consentita la definizione, per cui si riesce ad intervenire per tempo e i medici specialistici riescono a dare le cure giuste.