Studi su un manoscritto islandese del '300: menzionata anche Molfetta
La nostra città inserita negli itinerari dei pellegrini per la Terra Santa
Molfetta - martedì 23 gennaio 2024
C'è anche Molfetta (scritta come Màlfetaborg) in un manoscritto del tardo Trecento in cui si raccontano le vie di un pellegrinaggio per la Terra Santa.
Nella Nikulàsar saga sono contenute diverse storie che consentono di effettuare anche diverse indagini sul territorio. La comunità scientifica sta continuando a studiare l'antico manoscritto islandese che è al centro di un'importante ricerca da parte del Centro di Ricerca Toponomastica dell'Università di Berna, ad opera di diversi studiosi e, in particolare, codotte dal ricercatore Thomas Franz Schneider.
Si tratta di una pergamena inserita nella collezione "Arnamagnea" di Copenaghen e fondata nel 1387 e arricchita nei decenni successivi dal sacerdote Óláfr Ormsson, originario dell'Islanda occidentale e comprende testi vari orientamento enciclopedico-geografico. La parte più antica è il cosiddetto Leiðarvisir ("Segnaletica") dell'abate Nikulás di Munkaþverá, ex monaco benedettino di cui si racconta un viaggio datato tra il 1154 e il 1159 in Terra Santa: un viaggio di andata e ritorno, dall'Islanda a Gerusalemme passando anche per la Puglia.
Non mancano riferimenti anche alle vicine Bisceglie (Bissenuborg) e Giovinazzo (Jùvent) ma anche Trani (Tràn) e Bari (Bàr) che evidentemente furono tappe dell'abate Nikulàs, partito dalla lontanissima Islanda per recarsi in Medio Oriente.
Nella Nikulàsar saga sono contenute diverse storie che consentono di effettuare anche diverse indagini sul territorio. La comunità scientifica sta continuando a studiare l'antico manoscritto islandese che è al centro di un'importante ricerca da parte del Centro di Ricerca Toponomastica dell'Università di Berna, ad opera di diversi studiosi e, in particolare, codotte dal ricercatore Thomas Franz Schneider.
Si tratta di una pergamena inserita nella collezione "Arnamagnea" di Copenaghen e fondata nel 1387 e arricchita nei decenni successivi dal sacerdote Óláfr Ormsson, originario dell'Islanda occidentale e comprende testi vari orientamento enciclopedico-geografico. La parte più antica è il cosiddetto Leiðarvisir ("Segnaletica") dell'abate Nikulás di Munkaþverá, ex monaco benedettino di cui si racconta un viaggio datato tra il 1154 e il 1159 in Terra Santa: un viaggio di andata e ritorno, dall'Islanda a Gerusalemme passando anche per la Puglia.
Non mancano riferimenti anche alle vicine Bisceglie (Bissenuborg) e Giovinazzo (Jùvent) ma anche Trani (Tràn) e Bari (Bàr) che evidentemente furono tappe dell'abate Nikulàs, partito dalla lontanissima Islanda per recarsi in Medio Oriente.