Studenti e insegnanti dell'ITET Salvemini insieme per la donazione del sangue
Un'autoemoteca dell'Avis Molfetta consentirà l'iniziativa con 70 donatori
Molfetta - martedì 1 febbraio 2022
Un'autoemoteca dell'AvisMolfetta per raccogliere le donazioni di sangue: parte così "E' l'ora di donare", l'iniziativa che si realizzerà mercoledì 2 febbraio presso l'Istituto ITET "Salvemini" di Molfetta.
Studenti e docenti hanno aderito con entusiasmo e ci saranno circa 70 donatori, 30 in più degli auspicabili 40 richiesti.
"Un vero salvavita, il sangue spesso scarseggia: lo abbiamo visto anche nei momenti più concitati della pandemia, un effetto che purtroppo ancora si riflette sulla situazione attuale. Il sangue è un bene prezioso e questo devono impararlo tutti, soprattutto i giovani - spiega l'Istituto in una nota - l'iniziativa infatti, ha l'obiettivo di sensibilizzare i nostri studenti, invitandoli a diventare donatori. Perciò la nostra scuola non può mancare questa occasione educativa importante: la sensibilizzazione alla solidarietà fa parte di un progetto più ampio e completo che riguarda una vera e propria educazione alla salute".
"Nella frenetica quotidianità quasi mai ci soffermiamo a pensare alla vita come dono, ovvero come a qualcosa che abbiamo ricevuto senza dover dare niente in cambio. Iniziamo a pensarci quando un evento drammatico, come una perdita o una patologia, interrompe la nostra monotonia costringendoci a guardarci dentro e a pensare al nostro essere al mondo. È invece importante - prosegue l'Istituto - educare i ragazzi a concepire una cultura di dono e di aiuto nei confronti del prossimo".
"La scuola deve diffondere la cultura della solidarietà in modo tale da far capire alle giovani generazioni che " donare" significa salvare la vita di un altro essere umano, migliorandone le condizione e le aspettative. Scuola non significa solo libri, studio, tablet e tecnologia. Nella scuola di oggi si acquisiscono competenze di ogni tipo, si acquisisce la capacità di interagire e lavorare con gli altri, capacità di risoluzione di problemi, creatività, pensiero critico, consapevolezza, resilienza, si matura la responsabilità civile, sociale e comunitaria, insomma si cresce insieme. Per dirla con le parole del venerabile don Tonino Bello: "Amate anche quando l'altro, non potrà darvi nulla di buono", è la chiusura.
Studenti e docenti hanno aderito con entusiasmo e ci saranno circa 70 donatori, 30 in più degli auspicabili 40 richiesti.
"Un vero salvavita, il sangue spesso scarseggia: lo abbiamo visto anche nei momenti più concitati della pandemia, un effetto che purtroppo ancora si riflette sulla situazione attuale. Il sangue è un bene prezioso e questo devono impararlo tutti, soprattutto i giovani - spiega l'Istituto in una nota - l'iniziativa infatti, ha l'obiettivo di sensibilizzare i nostri studenti, invitandoli a diventare donatori. Perciò la nostra scuola non può mancare questa occasione educativa importante: la sensibilizzazione alla solidarietà fa parte di un progetto più ampio e completo che riguarda una vera e propria educazione alla salute".
"Nella frenetica quotidianità quasi mai ci soffermiamo a pensare alla vita come dono, ovvero come a qualcosa che abbiamo ricevuto senza dover dare niente in cambio. Iniziamo a pensarci quando un evento drammatico, come una perdita o una patologia, interrompe la nostra monotonia costringendoci a guardarci dentro e a pensare al nostro essere al mondo. È invece importante - prosegue l'Istituto - educare i ragazzi a concepire una cultura di dono e di aiuto nei confronti del prossimo".
"La scuola deve diffondere la cultura della solidarietà in modo tale da far capire alle giovani generazioni che " donare" significa salvare la vita di un altro essere umano, migliorandone le condizione e le aspettative. Scuola non significa solo libri, studio, tablet e tecnologia. Nella scuola di oggi si acquisiscono competenze di ogni tipo, si acquisisce la capacità di interagire e lavorare con gli altri, capacità di risoluzione di problemi, creatività, pensiero critico, consapevolezza, resilienza, si matura la responsabilità civile, sociale e comunitaria, insomma si cresce insieme. Per dirla con le parole del venerabile don Tonino Bello: "Amate anche quando l'altro, non potrà darvi nulla di buono", è la chiusura.