Cronaca
Spaccio, 13 arresti all'alba eseguiti dai Carabinieri
Sequestrati 2kg di sostanze illecite, 5 bombe carta, coinvolti anche molfettesi
Molfetta - mercoledì 14 maggio 2014
16.02
Una vera e propria organizzazione aziendale a conduzione familiare, quella smantellata dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari. A seguito di un'indagine durata un anno e che ha prodotto oltre 1.300 pagine di inchiesta (centinaia le telefonate trascritte), sono stati tratti in arresto dodici soggetti ed uno è stato costretto ai domiciliari. L'operazione è stata condotta questa mattina, alle prime luci dell'alba, dai Carabinieri della Compagnia di Trani, con il supporto di 100 Benemeriti baresi, un elicottero e delle unità cinofile antidroga, che hanno permesso di sequestrare due chilogrammi tra cocaina, hashish e marijuana.
Lo spaccio avveniva prevalentemente a domicilio o presso monumenti del centrostorico biscegliese (castello, cattedrale, etc.), ma non mancano sortite nelle città limitrofe, attraverso una rete di giovani ragazze ventenni incensurate, tre quelle arrestate nel corso delle attività investigative. Punto nodale era un monolocale occupato abusivamente, che più volte veniva menzionato nelle intercettazioni. Altri luoghi di smercio corrispondono a pub, bar e discoteche della vita notturna (tra cui il Divinae Folliae), ne consegue l'intensificazione dell'attività criminale in particolare dei giorni di venerdì e sabato sera. Le sostanze venivano definite nelle conversazioni con termini dei più disparati (birra, quella verde, caffè). Durante le registrazioni, bizzarro è stato ascoltare un motivetto partenopeo dal titolo "Siamo tutti intercettati", il quale veniva cantato a gran voce a bordo della Fiat Punto usata per le consegne.
A capo del sistema, un intero nucleo familiare, si diceva, con un referente in territorio andriese per il rifornimento. La famiglia Cianciana (fratello e sorella, madre e cognato) gestiva le varie aree di riferimento. All'interno dell'abitazione della capostipite, Giacoma De Feudis, sono state rinvenute anche cinque bombe carta. Durante le indagini sono stati identificati ben 20 soggetti acquirenti segnalati come assuntori, ma centinaia sono iscritti nel fascicolo di indagini. Un appello di collaborazione è stato rivolto dal dott. Capristo, procuratore di Trani, alle famiglie: «Bisogna vigilare sui propri figli, sulle amicizie e le abitudini. Se dei ragazzi disoccupati tornano a casa con capi firmati, computer e telefonini di ultima generazione, qualcosa sotto ci deve essere. Non può passare tutto inosservato».
Lo spaccio avveniva prevalentemente a domicilio o presso monumenti del centrostorico biscegliese (castello, cattedrale, etc.), ma non mancano sortite nelle città limitrofe, attraverso una rete di giovani ragazze ventenni incensurate, tre quelle arrestate nel corso delle attività investigative. Punto nodale era un monolocale occupato abusivamente, che più volte veniva menzionato nelle intercettazioni. Altri luoghi di smercio corrispondono a pub, bar e discoteche della vita notturna (tra cui il Divinae Folliae), ne consegue l'intensificazione dell'attività criminale in particolare dei giorni di venerdì e sabato sera. Le sostanze venivano definite nelle conversazioni con termini dei più disparati (birra, quella verde, caffè). Durante le registrazioni, bizzarro è stato ascoltare un motivetto partenopeo dal titolo "Siamo tutti intercettati", il quale veniva cantato a gran voce a bordo della Fiat Punto usata per le consegne.
A capo del sistema, un intero nucleo familiare, si diceva, con un referente in territorio andriese per il rifornimento. La famiglia Cianciana (fratello e sorella, madre e cognato) gestiva le varie aree di riferimento. All'interno dell'abitazione della capostipite, Giacoma De Feudis, sono state rinvenute anche cinque bombe carta. Durante le indagini sono stati identificati ben 20 soggetti acquirenti segnalati come assuntori, ma centinaia sono iscritti nel fascicolo di indagini. Un appello di collaborazione è stato rivolto dal dott. Capristo, procuratore di Trani, alle famiglie: «Bisogna vigilare sui propri figli, sulle amicizie e le abitudini. Se dei ragazzi disoccupati tornano a casa con capi firmati, computer e telefonini di ultima generazione, qualcosa sotto ci deve essere. Non può passare tutto inosservato».