Cronaca
Sit-in di solidarietà: Molfetta abbraccia Matteo d'Ingeo
La città reagisce con un raduno all'intimidazione contro il coordinatore del Liberatorio Politico
Molfetta - domenica 17 giugno 2018
10.00
Molfetta reagisce. Non ci sta. Numerosi cittadini si sono ritrovati ieri pomeriggio in via Quintino Sella, ai piedi dell'abitazione di Matteo d'Ingeo, per testimoniare la propria solidarietà e vicinanza al coordinatore cittadino del Liberatorio Politico, ancora una volta vittima di atti intimidatori.
La notte scorsa, un ordigno ad alto potenziale è stato fatto esplodere dinanzi alla porta d'ingresso della propria abitazione, sul pianerottolo al primo piano, ed ha danneggiato la porta e il muro circostante. Sull'episodio indagano i Carabinieri, che hanno acquisito le immagini di videosorveglianza della zona, eseguito varie perquisizioni domiciliari e sentito in caserma persone informate sui fatti, mentre Molfetta, con un sit-in, s'è stretta attorno all'ex consigliere comunale.
E tutto ciò, mentre continuano ad arrivare messaggi di solidarietà, da parte del movimento Molfetta per la Puglia («Sono episodi che condanniamo fortemente e ci auguriamo che le forze dell'ordine facciano quanto prima chiarezza sull'intera vicenda»), e dell'associazione Avvocati di Molfetta («Chiedo a tutte le istituzioni - le parole del presidente, Alessandro Capursi - che mettano in campo iniziative adeguate ad assicurare alla giustizia gli autori di questi atti criminali)».
Anche il Partito Democratico ed i Giovani Democratici condannano «con forza l'atto vile e indegno, che lede la persona, tenta di attaccare il suo impegno civico e colpisce nel profondo la comunità molfettese tutta», mentre Area Pubblica chiede «alle autorità deputate alle indagini di polizia giudiziaria ed al Prefetto di Bari di andare questa volta sino in fondo per accertare chi siano stati autori e mandanti del gesto, ma soprattutto le cause che lo hanno determinato».
«Esprimiamo condanna per l'atto intimidatorio - hanno detto gli attivisti di Libera Molfetta -. L'episodio assume contorni ancora più gravi e preoccupanti dopo la precedente esplosione del 1 marzo scorso. Auspichiamo che le autorità preposte possano rapidamente procedere all'accertamento della dinamica dell'accaduto e all'individuazione dei responsabili. La nostra attenzione, in ogni modo, resta alta e non dobbiamo, quindi, abbassare la guardia».
I militanti dell'associazione molfettese hanno partecipato in massa al sit-in assieme allo stesso d'Ingeo, a cittadini, partiti, associazioni (tra cui l'Azione Cattolica) e membri delle istituzioni. Tra loro, oltre all'assessore alla Sicurezza Pasquale Mancini, anche il presidente della massima assise civica Nicola Piergiovanni: «Le istituzioni cittadine, in questo momento, sono vicine ed è importante far capire a tutti che il territorio molfettese è presidiato».
In strada, assieme ad Antonello Zaza, anche Gianni Porta, di Rifondazione Comunista («Bisogna diffondere ad altri pezzi della città il messaggio di difesa delle regole e dell'agibilità democratica di chi è impegnato a vario titolo in questa città»), Silvio Salvemini, di Sinistra Italiana («Quest'episodio segna una stagione che vogliamo non ritorni») e Corrado Minervini, di Articolo Uno-Mdp («Il fatto è gravissimo, la città va coinvolta e bisogna alzare la soglia di attenzione»).
Le parole di Libera («Non bisogna abbassare la guardia (è in cantiere un'assemblea pubblica, ndr) e garantire non solo vicinanza ma anche la giusta tutela») sono un ulteriore monito al fatto che pur in un momento difficile concetti come rispetto delle istituzioni e valore della legalità sono condivisi da tutti. Un incontro vissuto nella semplicità, ma non per questo meno importante di tante ufficiali prese di posizione e messaggi di solidarietà.
Un gesto di maturità democratica che lascia il segno della speranza in un futuro migliore: «Chiediamo all'amministrazione - hanno concluso i membri di Libera - di convocare il comitato di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali per individuare delle azioni da intraprendere». Un atto dovuto, un atto di rispetto.
La notte scorsa, un ordigno ad alto potenziale è stato fatto esplodere dinanzi alla porta d'ingresso della propria abitazione, sul pianerottolo al primo piano, ed ha danneggiato la porta e il muro circostante. Sull'episodio indagano i Carabinieri, che hanno acquisito le immagini di videosorveglianza della zona, eseguito varie perquisizioni domiciliari e sentito in caserma persone informate sui fatti, mentre Molfetta, con un sit-in, s'è stretta attorno all'ex consigliere comunale.
E tutto ciò, mentre continuano ad arrivare messaggi di solidarietà, da parte del movimento Molfetta per la Puglia («Sono episodi che condanniamo fortemente e ci auguriamo che le forze dell'ordine facciano quanto prima chiarezza sull'intera vicenda»), e dell'associazione Avvocati di Molfetta («Chiedo a tutte le istituzioni - le parole del presidente, Alessandro Capursi - che mettano in campo iniziative adeguate ad assicurare alla giustizia gli autori di questi atti criminali)».
Anche il Partito Democratico ed i Giovani Democratici condannano «con forza l'atto vile e indegno, che lede la persona, tenta di attaccare il suo impegno civico e colpisce nel profondo la comunità molfettese tutta», mentre Area Pubblica chiede «alle autorità deputate alle indagini di polizia giudiziaria ed al Prefetto di Bari di andare questa volta sino in fondo per accertare chi siano stati autori e mandanti del gesto, ma soprattutto le cause che lo hanno determinato».
«Esprimiamo condanna per l'atto intimidatorio - hanno detto gli attivisti di Libera Molfetta -. L'episodio assume contorni ancora più gravi e preoccupanti dopo la precedente esplosione del 1 marzo scorso. Auspichiamo che le autorità preposte possano rapidamente procedere all'accertamento della dinamica dell'accaduto e all'individuazione dei responsabili. La nostra attenzione, in ogni modo, resta alta e non dobbiamo, quindi, abbassare la guardia».
I militanti dell'associazione molfettese hanno partecipato in massa al sit-in assieme allo stesso d'Ingeo, a cittadini, partiti, associazioni (tra cui l'Azione Cattolica) e membri delle istituzioni. Tra loro, oltre all'assessore alla Sicurezza Pasquale Mancini, anche il presidente della massima assise civica Nicola Piergiovanni: «Le istituzioni cittadine, in questo momento, sono vicine ed è importante far capire a tutti che il territorio molfettese è presidiato».
In strada, assieme ad Antonello Zaza, anche Gianni Porta, di Rifondazione Comunista («Bisogna diffondere ad altri pezzi della città il messaggio di difesa delle regole e dell'agibilità democratica di chi è impegnato a vario titolo in questa città»), Silvio Salvemini, di Sinistra Italiana («Quest'episodio segna una stagione che vogliamo non ritorni») e Corrado Minervini, di Articolo Uno-Mdp («Il fatto è gravissimo, la città va coinvolta e bisogna alzare la soglia di attenzione»).
Le parole di Libera («Non bisogna abbassare la guardia (è in cantiere un'assemblea pubblica, ndr) e garantire non solo vicinanza ma anche la giusta tutela») sono un ulteriore monito al fatto che pur in un momento difficile concetti come rispetto delle istituzioni e valore della legalità sono condivisi da tutti. Un incontro vissuto nella semplicità, ma non per questo meno importante di tante ufficiali prese di posizione e messaggi di solidarietà.
Un gesto di maturità democratica che lascia il segno della speranza in un futuro migliore: «Chiediamo all'amministrazione - hanno concluso i membri di Libera - di convocare il comitato di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali per individuare delle azioni da intraprendere». Un atto dovuto, un atto di rispetto.