Cronaca
Siringhe in strada. Torna l'allarme eroina?
I dati del Ser.D., l'intervista ad Antonio Taranto, la lista delle droghe che circolano in città
Molfetta - giovedì 2 marzo 2017
7.54
Entrare in un buco da cui non si esce mai se non a costo di immensa fatica è facile: pochi microgrammi di eroina (una sostanza ricavata dalla morfina), un istante di paradiso e la vita che diventa un inferno. L'avevamo dimenticata, l'immagine tragica dei ragazzi che si iniettano la dose? Archiviata nei libri neri degli anni '80 e '90?
Sta tornando, invece, ed i segnali sono inequivocabili e fanno paura. Gli ultimi ritrovamenti lo confermano: ci sono sempre più siringhe in giro per Molfetta, ricomparse in maniera preoccupante, spesso negli angoli più bui e degradati della città, abbandonate per strada e finanche sul cornicione di una finestra, nei luoghi classici dell'emarginazione, da via Giovine a via Madonna dei Martiri sino in via Doria.
«L'unico significato sicuro a questo fenomeno che si sta verificando a Molfetta - spiega Antonio Taranto, medico psichiatra e direttore del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche - è che ci sono persone che, oltre a drogarsi, non hanno alcuna educazione civica. Poi aggiungerei che quando i "maleducati della siringa" erano tanti, il ritrovamento dei malefici attrezzi drogastici non faceva notizia. Oggi, invece, ce ne meravigliamo un po'».
Al Ser.D. di Giovinazzo, il servizio dipendenze dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari - il vecchio Ser.T., tanto per intenderci - «i pazienti eroinomani residenti a Molfetta in cura, nel 2016, sono stati fra i 70 e gli 80, cioè circa 1,2 ogni 1.000 abitanti e 2 ogni 1.000 abitanti di età compresa fra i 15 e i 54 anni. Il dato - commenta Taranto - è abbastanza allineato, in termini percentuali, con quelli dei centri viciniori».
Intanto i sempre più frequenti rinvenimenti di siringhe sporche di sangue fanno quanto meno sospettare che l'eroina sia tornata in auge, dopo anni in cui sembrava quasi del tutto dimenticata. Un ritorno (anche se Taranto preferisce parlare di «un mantenimento del dato epidemiologico») che comunque fa paura. «Rispetto a 10 anni fa - prosegue Taranto - possiamo dire che i tossicodipendenti da eroina si sono dimezzati. Negli ultimi 5 anni abbiamo, invece, un trend abbastanza stabile».
Un trend, quello dell'ultimo quinquennio, oltre ai ritrovamenti di siringhe che confermano come la diffusione di eroina esiste ancora in città, che preoccupa anche Taranto: «Certo - risponde il numero uno del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche -. Ciò mi preoccupa perché significa che, fatta la prevenzione tramite la corretta informazione e la ragionevolezza, abbiamo tenuto lontane dalla droga quelle persone "sane", che si lasciavano contaminare per ignoranza o per discutibili ideologie».
«Oggi, invece, - continua - abbiamo a che fare con persone portatrici di sensibili tratti psicopatologici che, certamente, non appartengono al mondo della ragionevolezza e della volontà. Ora la prevenzione dovrebbe andare, secondo me, dritto al cuore del problema che è quello della formazione dell'identità e dell'autonomia di ogni ragazzo». E in tutto ciò, le forze dell'ordine continuano la loro opera di repressione quotidiana.
L'eroina del 2017, però, è ben diversa da quella degli anni '80 e '90: «Non so, oggi, quanti soldi costi una dose di eroina - ammette Taranto -. Sicuramente costa molto in termini di salute e di sofferenza, propria e dei cari. Per quanto riguarda gli effetti letali, stiamo registrando pochissimi casi di decessi "droga-correlati". E questo lo attribuirei ad un utilizzo più consapevole e ad un'organizzazione criminale forse meno arraffona».
«Infatti, negli anni passati, - prosegue - molti incidenti potevano essere attribuiti alle cosiddette sostanze del "taglio (eccipienti per aumentare il volume della sporca merce, senza perdere troppo in "efficacia")». E così, quell'eroina che ormai si voleva estinta, soppiantata dalla cocaina e da nuovi stili di vita, è tornata a parlare al mondo col linguaggio di sempre, quello delle siringhe abbandonate per strada. Non solo eroina, anzi.
La lista delle droghe che circolano nella città di Molfetta è comunque lunga e articolata. «A noi - elenca Taranto - parlano di eroina, cocaina, THC e alcol. Sporadicamente parlano di anfetamine e smart drugs, ma non sempre gli esami tossicologici corrispondono a quanto ci dichiarano. Spesso abbiamo l'impressione che i pusher mettano un po' di eroina dappertutto per sfruttarne il potente e rapido effetto dipendentogeno».
Insomma l'eroina, dopo aver subito una battuta d'arresto, è tornata ad affascinare i molfettesi. Ecco, quindi, che è facile, anche se non come negli anni '80 e '90 fortunatamente, imbattersi in siringhe sanguinanti lasciate per strada dopo essere state usate.
Sta tornando, invece, ed i segnali sono inequivocabili e fanno paura. Gli ultimi ritrovamenti lo confermano: ci sono sempre più siringhe in giro per Molfetta, ricomparse in maniera preoccupante, spesso negli angoli più bui e degradati della città, abbandonate per strada e finanche sul cornicione di una finestra, nei luoghi classici dell'emarginazione, da via Giovine a via Madonna dei Martiri sino in via Doria.
«L'unico significato sicuro a questo fenomeno che si sta verificando a Molfetta - spiega Antonio Taranto, medico psichiatra e direttore del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche - è che ci sono persone che, oltre a drogarsi, non hanno alcuna educazione civica. Poi aggiungerei che quando i "maleducati della siringa" erano tanti, il ritrovamento dei malefici attrezzi drogastici non faceva notizia. Oggi, invece, ce ne meravigliamo un po'».
Al Ser.D. di Giovinazzo, il servizio dipendenze dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari - il vecchio Ser.T., tanto per intenderci - «i pazienti eroinomani residenti a Molfetta in cura, nel 2016, sono stati fra i 70 e gli 80, cioè circa 1,2 ogni 1.000 abitanti e 2 ogni 1.000 abitanti di età compresa fra i 15 e i 54 anni. Il dato - commenta Taranto - è abbastanza allineato, in termini percentuali, con quelli dei centri viciniori».
Intanto i sempre più frequenti rinvenimenti di siringhe sporche di sangue fanno quanto meno sospettare che l'eroina sia tornata in auge, dopo anni in cui sembrava quasi del tutto dimenticata. Un ritorno (anche se Taranto preferisce parlare di «un mantenimento del dato epidemiologico») che comunque fa paura. «Rispetto a 10 anni fa - prosegue Taranto - possiamo dire che i tossicodipendenti da eroina si sono dimezzati. Negli ultimi 5 anni abbiamo, invece, un trend abbastanza stabile».
Un trend, quello dell'ultimo quinquennio, oltre ai ritrovamenti di siringhe che confermano come la diffusione di eroina esiste ancora in città, che preoccupa anche Taranto: «Certo - risponde il numero uno del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche -. Ciò mi preoccupa perché significa che, fatta la prevenzione tramite la corretta informazione e la ragionevolezza, abbiamo tenuto lontane dalla droga quelle persone "sane", che si lasciavano contaminare per ignoranza o per discutibili ideologie».
«Oggi, invece, - continua - abbiamo a che fare con persone portatrici di sensibili tratti psicopatologici che, certamente, non appartengono al mondo della ragionevolezza e della volontà. Ora la prevenzione dovrebbe andare, secondo me, dritto al cuore del problema che è quello della formazione dell'identità e dell'autonomia di ogni ragazzo». E in tutto ciò, le forze dell'ordine continuano la loro opera di repressione quotidiana.
L'eroina del 2017, però, è ben diversa da quella degli anni '80 e '90: «Non so, oggi, quanti soldi costi una dose di eroina - ammette Taranto -. Sicuramente costa molto in termini di salute e di sofferenza, propria e dei cari. Per quanto riguarda gli effetti letali, stiamo registrando pochissimi casi di decessi "droga-correlati". E questo lo attribuirei ad un utilizzo più consapevole e ad un'organizzazione criminale forse meno arraffona».
«Infatti, negli anni passati, - prosegue - molti incidenti potevano essere attribuiti alle cosiddette sostanze del "taglio (eccipienti per aumentare il volume della sporca merce, senza perdere troppo in "efficacia")». E così, quell'eroina che ormai si voleva estinta, soppiantata dalla cocaina e da nuovi stili di vita, è tornata a parlare al mondo col linguaggio di sempre, quello delle siringhe abbandonate per strada. Non solo eroina, anzi.
La lista delle droghe che circolano nella città di Molfetta è comunque lunga e articolata. «A noi - elenca Taranto - parlano di eroina, cocaina, THC e alcol. Sporadicamente parlano di anfetamine e smart drugs, ma non sempre gli esami tossicologici corrispondono a quanto ci dichiarano. Spesso abbiamo l'impressione che i pusher mettano un po' di eroina dappertutto per sfruttarne il potente e rapido effetto dipendentogeno».
Insomma l'eroina, dopo aver subito una battuta d'arresto, è tornata ad affascinare i molfettesi. Ecco, quindi, che è facile, anche se non come negli anni '80 e '90 fortunatamente, imbattersi in siringhe sanguinanti lasciate per strada dopo essere state usate.