Politica
Sicurezza in città, Minervini: «Attribuire la colpa all'amministrazione o al Sindaco non risolve il problema»
Una lunga lettera del primo cittadino: «Per la soluzione del problema serve maturità oltre le contrapposizioni politiche»
Molfetta - sabato 25 settembre 2021
9.44
«Vorrei parlare a cuore aperto alla città, alle associazioni, alla cittadinanza attiva, alle opposizioni tutte. Vorrei parlare di quel sentimento che negli ultimi giorni preoccupa i cittadini per alcuni avvenimenti delinquenziali avvenuti in città. E vorrei farlo oltre le contrapposizioni e le divisioni politiche, oltre ogni cosa».
Lo scrive, in una lunga lettera, il sindaco Tommaso Minervini: «Ieri alcune associazioni e parte delle opposizioni politiche hanno svolto un incontro per affrontare il problema. Vorrei subito dire che al di là della contrapposizione politica alla nostra amministrazione di alcune delle parti coinvolte nell'incontro, ritengo che sia un fatto positivo che corpi sociali discutano del problema. Sono persuaso che una società civile debba sempre coltivare un giudizio critico. Per questo, come ribadito in altre circostanze, sono disposto a dialogare con chiunque per affrontare il tema, non mi interessano le appartenenze, sarebbe un errore grave. E lo sarebbe perché ci sono temi, problemi, che una società, una comunità civile deve affrontare in modo maturo, quindi insieme».
Il primo cittadino di Molfetta, dunque, rompe il silenzio e parla della questione sicurezza in città, tema di strettissima attualità: ordigni, incendi e spaccio di droga. Settimane di fuoco per la cronaca nera locale che da tempo non registrava una frequenza così nel riportare accadimenti del genere. Il sindaco, che finora aveva taciuto sull'argomento, scrive una lunga missiva alla città e analizza il problema dandone una soluzione più da cittadino - educatore (la professione che Minervini ha svolto per 40 anni, ndr) che da politico.
«Ciò che voglio dirvi, e credetemi non intendo farlo con presunzione, è che sono consapevole della complessità dei fenomeni delinquenziali, per questo evitiamo di trascinare un tema così importante sul fronte politico, il rischio della strumentalizzazione nuocerebbe alla reale risoluzione del problema. Lo dico con estrema sincerità perché pensare che sia utile attribuire la colpa all'amministrazione o al Sindaco non lo risolve il problema. Lo posticipa soltanto», sono le sue parole.
«Tutti ricorderete l'omicidio - continua Minervini - probabilmente uno dei più efferati, avvenuto nel 2014 a Molfetta nel bel mezzo del mercato settimanale. Ma potrei citare altri gravi episodi legati alla criminalità avvenuti negli anni. Quindi che facciamo vogliamo rimbalzarci le responsabilità all'infinito? Oggi incolpate me, domani un altro. Lasciatemelo dire, così non andiamo da nessuna parte, la delinquenza non verrà arginata e questo mi permetto di dirlo per esperienza professionale. La risoluzione dei fenomeni delinquenziali è un lungo, lunghissimo processo, che richiede una responsabilità comune ma soprattutto una maturità che vada oltre le contrapposizioni politiche altrimenti non risolveremo mai nulla».
«Quindi con spirito costruttivo dico a tutti maggioranza e opposizioni, società civile, associazionismo, costruiamo insieme un processo che possa, al di la delle appartenenze politiche, vivere negli anni. Almeno su questo tema - conclude - dimostriamo di essere maturi. Sono certo che tutti accoglieranno il mio invito».
Lo scrive, in una lunga lettera, il sindaco Tommaso Minervini: «Ieri alcune associazioni e parte delle opposizioni politiche hanno svolto un incontro per affrontare il problema. Vorrei subito dire che al di là della contrapposizione politica alla nostra amministrazione di alcune delle parti coinvolte nell'incontro, ritengo che sia un fatto positivo che corpi sociali discutano del problema. Sono persuaso che una società civile debba sempre coltivare un giudizio critico. Per questo, come ribadito in altre circostanze, sono disposto a dialogare con chiunque per affrontare il tema, non mi interessano le appartenenze, sarebbe un errore grave. E lo sarebbe perché ci sono temi, problemi, che una società, una comunità civile deve affrontare in modo maturo, quindi insieme».
Il primo cittadino di Molfetta, dunque, rompe il silenzio e parla della questione sicurezza in città, tema di strettissima attualità: ordigni, incendi e spaccio di droga. Settimane di fuoco per la cronaca nera locale che da tempo non registrava una frequenza così nel riportare accadimenti del genere. Il sindaco, che finora aveva taciuto sull'argomento, scrive una lunga missiva alla città e analizza il problema dandone una soluzione più da cittadino - educatore (la professione che Minervini ha svolto per 40 anni, ndr) che da politico.
«Ciò che voglio dirvi, e credetemi non intendo farlo con presunzione, è che sono consapevole della complessità dei fenomeni delinquenziali, per questo evitiamo di trascinare un tema così importante sul fronte politico, il rischio della strumentalizzazione nuocerebbe alla reale risoluzione del problema. Lo dico con estrema sincerità perché pensare che sia utile attribuire la colpa all'amministrazione o al Sindaco non lo risolve il problema. Lo posticipa soltanto», sono le sue parole.
«Tutti ricorderete l'omicidio - continua Minervini - probabilmente uno dei più efferati, avvenuto nel 2014 a Molfetta nel bel mezzo del mercato settimanale. Ma potrei citare altri gravi episodi legati alla criminalità avvenuti negli anni. Quindi che facciamo vogliamo rimbalzarci le responsabilità all'infinito? Oggi incolpate me, domani un altro. Lasciatemelo dire, così non andiamo da nessuna parte, la delinquenza non verrà arginata e questo mi permetto di dirlo per esperienza professionale. La risoluzione dei fenomeni delinquenziali è un lungo, lunghissimo processo, che richiede una responsabilità comune ma soprattutto una maturità che vada oltre le contrapposizioni politiche altrimenti non risolveremo mai nulla».
«Quindi con spirito costruttivo dico a tutti maggioranza e opposizioni, società civile, associazionismo, costruiamo insieme un processo che possa, al di la delle appartenenze politiche, vivere negli anni. Almeno su questo tema - conclude - dimostriamo di essere maturi. Sono certo che tutti accoglieranno il mio invito».