Vita di città
Si riunisce il comitato contro la movida e contro i comizi in piazza
Dito puntato contro i gestori dei locali. La posizione di Confcommercio
Molfetta - domenica 21 settembre 2014
8.18
Approda anche a Molfetta il comitato "Ridateci il silenzio" contro la movida notturna, che si crea intorno ad alcuni locali, togliendo ai residenti la tranquillità.
Musica, schiamazzi, bottiglie rotte, gestori degli esercizi commerciali sul banco degli imputati per la prima riunione del comitato molfettese, costituito da Mauro Racanati e Domenico Bellifemine, alla quale hanno partecipato quanti richiedono il ripristino della quiete pubblica. E di chi per venti anni ha già condotto queste battaglie.
I referenti del comitato, nel primo incontro pubblico, a palazzo Giovene, ci tengono a precisare che: «si intende promuovere una battaglia di civiltà, ma non si può nuocere alla salute pubblica in nome di un turismo da sviluppare». Ed aggiungono: «Non siamo contro i giovani, il turismo e il divertimento, ma contro l'arroganza con cui alcuni gestori esercitano la propria attività commerciale, non rispettando le esigenze del vicinato».
Poi, però, nell'elenco dei rumori da smorzare finisce di tutto, ma proprio di tutto, dai comizi di piazza alle prove dei concerti negli anfiteatri, ai distributori automatici di bibite, mancano solo le campane e i treni.
Le proposte, racchiuse in una petizione del comitato, possono essere sintetizzate in: zonizzazione acustica come prevede la Legge Regionale della Puglia n.3 del 12 febbraio 2002; chiusura dei distributori H24 dalle ore 22.00 alle ore 8.00; divieto assoluto di discarica dei vuoti di bottiglia dalle ore 22.00 alle ore 8.00; e cancellazione definitiva dell'Ordinanza sindacale di regolamentazione delle emissioni sonore temporanee nei pubblici esercizi nella cinta urbana del 30 maggio 2014 in quanto non compatibile con la Legge Regionale della Puglia n.3 del 12 febbraio 2002. Anche se questa ordinanza è in scadenza, i promotori del comitato auspicano che l'anno prossimo sia riproposta.
Accanto a queste richieste da inoltrare all'amministrazione comunale, i referenti del comitato hanno proposto anche di «dare alle piazze il loro vecchio uso, cioè centri di commercio installando gazebo o gabbiotti per la vendita di derrate alimentari evitando cosi che si trasformino in teatri e discoteche a cielo aperto oltre ad eliminare la piaga dei venditori ambulanti ed abusivi». E chiedono anche che i comizi e le feste di partito vengano organizzate nei palazzetti, negli stadi o nei campetti di calcio.
Nel corso della serata tra i vari interventi sul banco degli imputati sono salite anche le manifestazioni che scuole di ballo e non mettono in scena all'Anfiteatro di Ponente, dove a dire dei residenti il volume della musica è altissimo e spesso sforano l'orario consentito.
Sulla questione da registrare il parere di Salvatore Farinato, referente di Confcommercio. «Le accuse che vengono mosse agli operatori della ristorazione e della movida – dice - ci lasciano perplessi. Non escludiamo che qualcuno possa aver superato i limiti consentiti ma questo non autorizza nessuno a puntare il dito nei confronti di una categoria che lavora e che auspica di diventare uno dei punti di forza dell'economia locale. Negli ultimi due anni – continua - si sono aperti nuovi locali, ancora troppo pochi, e i giovani finalmente trovano sotto casa quello che prima dovevano cercare fuori città. Piuttosto ci rivolgiamo, come categoria all'amministrazione perché individui le zone di sviluppo turistico sul territorio urbano così da dividere la città, come accade altrove, in zone dove è possibile aprire locali che fanno musica, e in zone in cui questo non è possibile. Va da sé – conclude - che al centro storico di una città a vocazione turistica non si può mettere il bavaglio».
Musica, schiamazzi, bottiglie rotte, gestori degli esercizi commerciali sul banco degli imputati per la prima riunione del comitato molfettese, costituito da Mauro Racanati e Domenico Bellifemine, alla quale hanno partecipato quanti richiedono il ripristino della quiete pubblica. E di chi per venti anni ha già condotto queste battaglie.
I referenti del comitato, nel primo incontro pubblico, a palazzo Giovene, ci tengono a precisare che: «si intende promuovere una battaglia di civiltà, ma non si può nuocere alla salute pubblica in nome di un turismo da sviluppare». Ed aggiungono: «Non siamo contro i giovani, il turismo e il divertimento, ma contro l'arroganza con cui alcuni gestori esercitano la propria attività commerciale, non rispettando le esigenze del vicinato».
Poi, però, nell'elenco dei rumori da smorzare finisce di tutto, ma proprio di tutto, dai comizi di piazza alle prove dei concerti negli anfiteatri, ai distributori automatici di bibite, mancano solo le campane e i treni.
Le proposte, racchiuse in una petizione del comitato, possono essere sintetizzate in: zonizzazione acustica come prevede la Legge Regionale della Puglia n.3 del 12 febbraio 2002; chiusura dei distributori H24 dalle ore 22.00 alle ore 8.00; divieto assoluto di discarica dei vuoti di bottiglia dalle ore 22.00 alle ore 8.00; e cancellazione definitiva dell'Ordinanza sindacale di regolamentazione delle emissioni sonore temporanee nei pubblici esercizi nella cinta urbana del 30 maggio 2014 in quanto non compatibile con la Legge Regionale della Puglia n.3 del 12 febbraio 2002. Anche se questa ordinanza è in scadenza, i promotori del comitato auspicano che l'anno prossimo sia riproposta.
Accanto a queste richieste da inoltrare all'amministrazione comunale, i referenti del comitato hanno proposto anche di «dare alle piazze il loro vecchio uso, cioè centri di commercio installando gazebo o gabbiotti per la vendita di derrate alimentari evitando cosi che si trasformino in teatri e discoteche a cielo aperto oltre ad eliminare la piaga dei venditori ambulanti ed abusivi». E chiedono anche che i comizi e le feste di partito vengano organizzate nei palazzetti, negli stadi o nei campetti di calcio.
Nel corso della serata tra i vari interventi sul banco degli imputati sono salite anche le manifestazioni che scuole di ballo e non mettono in scena all'Anfiteatro di Ponente, dove a dire dei residenti il volume della musica è altissimo e spesso sforano l'orario consentito.
Sulla questione da registrare il parere di Salvatore Farinato, referente di Confcommercio. «Le accuse che vengono mosse agli operatori della ristorazione e della movida – dice - ci lasciano perplessi. Non escludiamo che qualcuno possa aver superato i limiti consentiti ma questo non autorizza nessuno a puntare il dito nei confronti di una categoria che lavora e che auspica di diventare uno dei punti di forza dell'economia locale. Negli ultimi due anni – continua - si sono aperti nuovi locali, ancora troppo pochi, e i giovani finalmente trovano sotto casa quello che prima dovevano cercare fuori città. Piuttosto ci rivolgiamo, come categoria all'amministrazione perché individui le zone di sviluppo turistico sul territorio urbano così da dividere la città, come accade altrove, in zone dove è possibile aprire locali che fanno musica, e in zone in cui questo non è possibile. Va da sé – conclude - che al centro storico di una città a vocazione turistica non si può mettere il bavaglio».