Enti locali
Scuola Giaquinto, stop all’impianto sportivo
Abrogato il Fondo, il Comune paga i professionisti
Molfetta - domenica 27 aprile 2014
8.05
Il Comune di Molfetta ha liquidato lo scorso primo aprile 15mila euro per la redazione del progetto preliminare (1,3milioni di euro) dell'impianto sportivo annesso alla Scuola media Giaquinto. Purtroppo, a ottobre 2013 la Corte Costituzionale aveva già dichiarato illegittimo il «Fondo per lo sviluppo e la capillare diffusione della pratica sportiva» da cui il Comune avrebbe dovuto attingere i soldi necessari alla realizzazione dell'opera (e, dunque, allo stanziamento dei compensi professionali).
Infatti, dopo il ricorso della Regione Veneto, la sentenza n.254/13 ha abrogato proprio il comma del Decreto Legge n.83/12 (Legge n.134/12) che istituiva proprio quel Fondo. «La ricorrente Regione si duole del fatto che sia stato istituito un fondo statale a destinazione vincolata in un ambito materiale riconducibile alla competenza regionale concorrente relativa all'ordinamento sportivo ed al governo del territorio, così violando l'art. 119 Cost. che, nel sancire la autonomia finanziaria delle Regioni, non permette allo Stato di ingerirsi nel finanziamento delle funzioni pubbliche connesse alle materie rimesse alle competenze normative regionali - si legge nella sentenza -. Ricorda, infatti, la Regione Veneto che la previsione di fondi vincolati diverrebbe, secondo la giurisprudenza costituzionale, uno strumento di ingerenza dello Stato nell'esercizio delle funzioni degli enti locali, e di sovrapposizione, relativamente agli indirizzi economico-finanziari legittimamente decisi dalle Regioni negli ambiti di propria competenza».
La Consulta ha sì stabilito l'illegittimità del Fondo del Governo, ma il Dipartimento per lo Sport e l'Ufficio di gabinetto del Ministro per lo Sport stanno lavorando per valutare nuovi strumenti di agevolazione e supporto in materia di impiantistica sportiva e per le politiche attive per lo sport.
In pratica, il Comune di Molfetta dovrà ora attivarsi per cercare nuovi fondi di finanziamento. Del resto, non poteva essere "evitata" la retribuzione dei due professionisti per il lavoro già svolto, ma di sicuro è molto interessante leggere nella dirigenziale del Settore Lavori Pubblici che il Dirigente attenda ancora «comunicazioni formali circa l'ottenimento o il mancato finanziamento dell'opera in conto capitale da parte del Ministero». Posizione che ha suscitato alcune perplessità sulla reale opportunità di attivare proprio ora il pagamento dei due professionisti.
Ritirarsi dal contenzioso contro il Ministero delle Infrastrutture non è stata, probabilmente, un'opportuna azione amministrativa, come l'opposizione ha più volte sottolineato durante l'ultimo Consiglio comunale: in caso di vittoria, quei fondi potevano essere comunque usati per finanziare alcune opere di riqualificazione. Per di più, ancora oggi sono oscure le reali motivazioni di questa scelta, a prescindere dalle dichiarazioni e dagli atti ufficiali.
Infatti, dopo il ricorso della Regione Veneto, la sentenza n.254/13 ha abrogato proprio il comma del Decreto Legge n.83/12 (Legge n.134/12) che istituiva proprio quel Fondo. «La ricorrente Regione si duole del fatto che sia stato istituito un fondo statale a destinazione vincolata in un ambito materiale riconducibile alla competenza regionale concorrente relativa all'ordinamento sportivo ed al governo del territorio, così violando l'art. 119 Cost. che, nel sancire la autonomia finanziaria delle Regioni, non permette allo Stato di ingerirsi nel finanziamento delle funzioni pubbliche connesse alle materie rimesse alle competenze normative regionali - si legge nella sentenza -. Ricorda, infatti, la Regione Veneto che la previsione di fondi vincolati diverrebbe, secondo la giurisprudenza costituzionale, uno strumento di ingerenza dello Stato nell'esercizio delle funzioni degli enti locali, e di sovrapposizione, relativamente agli indirizzi economico-finanziari legittimamente decisi dalle Regioni negli ambiti di propria competenza».
La Consulta ha sì stabilito l'illegittimità del Fondo del Governo, ma il Dipartimento per lo Sport e l'Ufficio di gabinetto del Ministro per lo Sport stanno lavorando per valutare nuovi strumenti di agevolazione e supporto in materia di impiantistica sportiva e per le politiche attive per lo sport.
In pratica, il Comune di Molfetta dovrà ora attivarsi per cercare nuovi fondi di finanziamento. Del resto, non poteva essere "evitata" la retribuzione dei due professionisti per il lavoro già svolto, ma di sicuro è molto interessante leggere nella dirigenziale del Settore Lavori Pubblici che il Dirigente attenda ancora «comunicazioni formali circa l'ottenimento o il mancato finanziamento dell'opera in conto capitale da parte del Ministero». Posizione che ha suscitato alcune perplessità sulla reale opportunità di attivare proprio ora il pagamento dei due professionisti.
Ritirarsi dal contenzioso contro il Ministero delle Infrastrutture non è stata, probabilmente, un'opportuna azione amministrativa, come l'opposizione ha più volte sottolineato durante l'ultimo Consiglio comunale: in caso di vittoria, quei fondi potevano essere comunque usati per finanziare alcune opere di riqualificazione. Per di più, ancora oggi sono oscure le reali motivazioni di questa scelta, a prescindere dalle dichiarazioni e dagli atti ufficiali.