Cronaca
Scandalo prete pedofilo a Foggia, le telecamere della D'Urso alla ricerca del Vescovo Cornacchia
Il Vescovo non riceve la giornalista ma fa sapere che la vicenda non è di sua competenza
Molfetta - giovedì 9 febbraio 2017
19.12
Le telecamere di Pomeriggio 5, programma pomeridiano condotto da Barbara D'Urso, sono giunte a Molfetta alla ricerca del Vescovo Domenico Cornacchia, cercando di raccogliere sue dichiarazioni in merito alla vicenda dell'ex prete foggiano accusato dalla Procura di aver abusato sessualmente di 11 minori.
I fatti risalirebbero al 2012, anche se la Curia ne era da tempo a conoscenza; in quegli anni proprio Monsignor Cornacchia era a capo della Diocesi di Lucera.
Attraverso la denuncia del bambino di soli 11 anni, l'atrocità degli abusi era stata scoperta ma il prete, l'ormai ex "don Gianni", non era stato mai denunciato alle autorità; l'unica pena inflitta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede era stata ridurlo allo stato laicale, abbandonare l'abito talare, con il preciso ordine di non denunciare per evitare lo scandalo.
Così, seppur degradato, Gianni ha continuato sostanzialmente a comportarsi da prete, tant'è che molti parrocchiani, come riportano alcune testate nazionali, non sembravano essere a conoscenza dell'accaduto o non ne hanno dato peso, ignari dei veri motivi dell'allontanamento dell'uomo che così avrebbe continuato a stare in stretto contatto con molti bambini. L'uomo infatti diventa allenatore di una squadra di calcio giovanile ed è in quel momento, intorno al 2014, che avrebbe continuato imperterrito a rubare l'innocenza di almeno altri 10 bambini.
Finalmente dopo la denuncia di un genitore, scattano le perquisizioni e contro di lui vengono ritrovati filmati, dvd, foto e chat rigorosamente con bambini; tutto conservato nel soppalco a casa della madre novantenne.
L'uomo attualmente si trova in carcere poiché condannato dell'ottobre del 2015 a otto anni di reclusione con l'accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di un bambino di soli 11 anni, oltre alla produzione di materiale pedopornografico, le stesse accuse che lo porteranno a processo per reati perpetrati nei confronti di una decina di bambini, tutti tra gli 11 e i 12 anni.
Monsignor Cornacchia ha affermato di non sapere nulla di don Gianni, e in occasione del servizio giornalistico realizzato da Videonews non si è concesso alle telecamere; al telefono un addetto stampa ha riferito alla giornalista la sua intenzione a non rilasciare dichiarazioni anche perché il pedofilo non era più un religioso.
Resta però un interrogativo condiviso: perché non è stato allora denunciato da laico?
I fatti risalirebbero al 2012, anche se la Curia ne era da tempo a conoscenza; in quegli anni proprio Monsignor Cornacchia era a capo della Diocesi di Lucera.
Attraverso la denuncia del bambino di soli 11 anni, l'atrocità degli abusi era stata scoperta ma il prete, l'ormai ex "don Gianni", non era stato mai denunciato alle autorità; l'unica pena inflitta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede era stata ridurlo allo stato laicale, abbandonare l'abito talare, con il preciso ordine di non denunciare per evitare lo scandalo.
Così, seppur degradato, Gianni ha continuato sostanzialmente a comportarsi da prete, tant'è che molti parrocchiani, come riportano alcune testate nazionali, non sembravano essere a conoscenza dell'accaduto o non ne hanno dato peso, ignari dei veri motivi dell'allontanamento dell'uomo che così avrebbe continuato a stare in stretto contatto con molti bambini. L'uomo infatti diventa allenatore di una squadra di calcio giovanile ed è in quel momento, intorno al 2014, che avrebbe continuato imperterrito a rubare l'innocenza di almeno altri 10 bambini.
Finalmente dopo la denuncia di un genitore, scattano le perquisizioni e contro di lui vengono ritrovati filmati, dvd, foto e chat rigorosamente con bambini; tutto conservato nel soppalco a casa della madre novantenne.
L'uomo attualmente si trova in carcere poiché condannato dell'ottobre del 2015 a otto anni di reclusione con l'accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di un bambino di soli 11 anni, oltre alla produzione di materiale pedopornografico, le stesse accuse che lo porteranno a processo per reati perpetrati nei confronti di una decina di bambini, tutti tra gli 11 e i 12 anni.
Monsignor Cornacchia ha affermato di non sapere nulla di don Gianni, e in occasione del servizio giornalistico realizzato da Videonews non si è concesso alle telecamere; al telefono un addetto stampa ha riferito alla giornalista la sua intenzione a non rilasciare dichiarazioni anche perché il pedofilo non era più un religioso.
Resta però un interrogativo condiviso: perché non è stato allora denunciato da laico?