Sara Allegretta, obiettivo futuro della Fondazione Valente «educare all’arte»
Tante le idee e le iniziative che intende mettere in campo per la nostra città
Molfetta - mercoledì 6 ottobre 2021
Sara Allegretta, noto soprano, già vice sindaco e assessore alla cultura del Comune di Molfetta, torna a portare la sua esperienza al servizio della città, in un ruolo diverso, è stata nominata alcuni giorni fa direttore artistico della Fondazione Valente, voluta dal suo fondatore con lo scopo di favorire lo sviluppo di attività artistiche nella città.
Fresca di questa nomina ai nostri microfoni dice che si tratta di «un ruolo ugualmente affascinante. Una richiesta arrivata inaspettatamente e sulla quale ho dovuto riflettere un po', non solo per l'importanza dell'incarico ma soprattutto perché da molti mesi ho ripreso la mia attività artistica. Però, l'idea di contribuire a rendere reali le finalità promozionali e divulgative dell'arte proprie della Fondazione sono state l'elemento convincente, unitamente alla fiducia accordatami dal presidente Marcello Carabellese e da tutto il Consiglio di Amministrazione».
Molfetta da sempre è stata fucina di cultura, per far ritornare quel fermento, quella passione da dove si dovrebbe ripartire?
«Viviamo un'epoca nuova in cui i linguaggi sono mutati e occorre pensare, generare e strutturare nuovi format, così come ho fatto in passato. Ogni volta che si crea qualcosa di nuovo la mente si apre a nuovi orizzonti e non posso che citare a tal proposito la frase di Coco Chanel: copiate pure le mie idee, ne avrò delle altre. Infatti, sono già fortemente concentrata sull'ideazione di nuove iniziative e specifici format artistici con la sola e autentica finalità di disseminare l'educazione all'arte: è questa la vera sfida che ci attende in quel solco lasciatoci dal suo fondatore Vincenzo Maria Valente».
In questo nuovo iter che la Fondazione Valente sta assumendo con la sua direzione artistica ci sarà spazio alle giovani generazioni?
«Certamente ci saranno iniziative e spazi per le giovani eccellenze e i veri talenti. Non solo i grandi eventi, che finora hanno fatto conoscere la Fondazione ai più, ma anche rassegne concertistiche, concorsi musicali, convegni ed altre iniziative culturali».
Quali sono i progetti che intende mettere in campo per la Fondazione perché diventi sempre più un corpo unico con la città e i cittadini?
«Ritengo che la Fondazione, parallelamente all'attività che ha svolto in questi anni e in considerazione delle sue finalità statutarie, debba avviare un nuovo dialogo con la città, non solo incentrato sulla musica, ma debba sperimentare nuovi percorsi culturali al fine di creare una cornice di pensiero critico che possa generare una nuova quanto inaspettata attenzione nazionale. Ci vorrà impegno, da parte di tutti, tenacia infinita nell'interpretare questa voglia che il pubblico ha di conoscere, di sperimentare, di partecipare. Non mancheremo di generare questo salto "quantico"».
Fresca di questa nomina ai nostri microfoni dice che si tratta di «un ruolo ugualmente affascinante. Una richiesta arrivata inaspettatamente e sulla quale ho dovuto riflettere un po', non solo per l'importanza dell'incarico ma soprattutto perché da molti mesi ho ripreso la mia attività artistica. Però, l'idea di contribuire a rendere reali le finalità promozionali e divulgative dell'arte proprie della Fondazione sono state l'elemento convincente, unitamente alla fiducia accordatami dal presidente Marcello Carabellese e da tutto il Consiglio di Amministrazione».
Molfetta da sempre è stata fucina di cultura, per far ritornare quel fermento, quella passione da dove si dovrebbe ripartire?
«Viviamo un'epoca nuova in cui i linguaggi sono mutati e occorre pensare, generare e strutturare nuovi format, così come ho fatto in passato. Ogni volta che si crea qualcosa di nuovo la mente si apre a nuovi orizzonti e non posso che citare a tal proposito la frase di Coco Chanel: copiate pure le mie idee, ne avrò delle altre. Infatti, sono già fortemente concentrata sull'ideazione di nuove iniziative e specifici format artistici con la sola e autentica finalità di disseminare l'educazione all'arte: è questa la vera sfida che ci attende in quel solco lasciatoci dal suo fondatore Vincenzo Maria Valente».
In questo nuovo iter che la Fondazione Valente sta assumendo con la sua direzione artistica ci sarà spazio alle giovani generazioni?
«Certamente ci saranno iniziative e spazi per le giovani eccellenze e i veri talenti. Non solo i grandi eventi, che finora hanno fatto conoscere la Fondazione ai più, ma anche rassegne concertistiche, concorsi musicali, convegni ed altre iniziative culturali».
Quali sono i progetti che intende mettere in campo per la Fondazione perché diventi sempre più un corpo unico con la città e i cittadini?
«Ritengo che la Fondazione, parallelamente all'attività che ha svolto in questi anni e in considerazione delle sue finalità statutarie, debba avviare un nuovo dialogo con la città, non solo incentrato sulla musica, ma debba sperimentare nuovi percorsi culturali al fine di creare una cornice di pensiero critico che possa generare una nuova quanto inaspettata attenzione nazionale. Ci vorrà impegno, da parte di tutti, tenacia infinita nell'interpretare questa voglia che il pubblico ha di conoscere, di sperimentare, di partecipare. Non mancheremo di generare questo salto "quantico"».