Cronaca
Salvate dal WWF, cinque tartarughe tornano in Adriatico
Impigliate nelle reti da pesca: curate a Molfetta, ieri la liberazione a Giovinazzo
Molfetta - martedì 14 febbraio 2017
12.38
Ad inizio 2017 il loro cammino è stato interrotto da alcune reti da pesca. Recuperate dai volontari del WWF Puglia, sono state curate dagli operatori del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta che accoglie circa 40 esemplari. Ieri sono tornate nel loro habitat naturale, il mare.
È la storia di cinque tartarughe caretta caretta, tutte di età compresa tra i 15 ed i 25 anni di vita, che, nel pomeriggio di ieri, sono state liberate al largo della costa di Giovinazzo. Ad augurare loro «buon viaggio», sulla barca a vela dell'imprenditore Paolo Bavaro, il responsabile del centro molfettese, Pasquale Salvemini, e il presidente del Circolo Velico di Giovinazzo, Vito Crismale.
I cinque esemplari, rimasti impigliati nelle reti da pesca a strascico (nel 2016 sono stati oltre 400 gli animali salvati grazie alla sensibilità mostrata dagli equipaggi delle marinerie e affidati alla struttura presente a Molfetta), sono stati recuperati e curati (uno di loro, presentava alcune ferite provocate da due ami) e, una volta passati ad un ceck up completo, sono stati resi idonei alla liberazione in mare.
Mare calmo e temperatura mite hanno completato il buon esito dell'operazione in mare. A poco più di un miglio di distanza dal porto sono state liberate le tartarughe e tutte hanno preso subito il largo. Adesso i cinque esemplari hanno trovato la loro casa ideale nell'Adriatico, che li alimenterà e li proteggerà finché non saranno pronti a riprendere i loro lunghissimi viaggi nel Mediterraneo.
A minacciare la sopravvivenza delle tartarughe marine sono le reti a strascico, gli ami dei palangari e le reti fisse. «I pescatori - ha ricordato Salvemini in un accorato appello rivolto agli operatori del settore - dovrebbero tenere la tartaruga a bordo, coprirla e consegnarla al centro di recupero di Molfetta».
È la storia di cinque tartarughe caretta caretta, tutte di età compresa tra i 15 ed i 25 anni di vita, che, nel pomeriggio di ieri, sono state liberate al largo della costa di Giovinazzo. Ad augurare loro «buon viaggio», sulla barca a vela dell'imprenditore Paolo Bavaro, il responsabile del centro molfettese, Pasquale Salvemini, e il presidente del Circolo Velico di Giovinazzo, Vito Crismale.
I cinque esemplari, rimasti impigliati nelle reti da pesca a strascico (nel 2016 sono stati oltre 400 gli animali salvati grazie alla sensibilità mostrata dagli equipaggi delle marinerie e affidati alla struttura presente a Molfetta), sono stati recuperati e curati (uno di loro, presentava alcune ferite provocate da due ami) e, una volta passati ad un ceck up completo, sono stati resi idonei alla liberazione in mare.
Mare calmo e temperatura mite hanno completato il buon esito dell'operazione in mare. A poco più di un miglio di distanza dal porto sono state liberate le tartarughe e tutte hanno preso subito il largo. Adesso i cinque esemplari hanno trovato la loro casa ideale nell'Adriatico, che li alimenterà e li proteggerà finché non saranno pronti a riprendere i loro lunghissimi viaggi nel Mediterraneo.
A minacciare la sopravvivenza delle tartarughe marine sono le reti a strascico, gli ami dei palangari e le reti fisse. «I pescatori - ha ricordato Salvemini in un accorato appello rivolto agli operatori del settore - dovrebbero tenere la tartaruga a bordo, coprirla e consegnarla al centro di recupero di Molfetta».