Eventi e folklore
Sacra Rappresentazione 2014, appuntamento nel centro antico
La Passione di Cristo rappresentata dalla Confraternita di sant’Antonio
Molfetta - mercoledì 9 aprile 2014
14.40
Un gesto che con gli anni è diventato rito. Dal 1993 la Sacra Rappresentazione, realizzata dalla Confraternita di Sant'Antonio di Molfetta, ha assunto un profondo valore storico, culturale, popolare e devozionale. Perciò, può essere considerata come uno strumento efficace e non secondario per trasmettere alcuni valori evangelici a una distratta e logorroica società contemporanea.
Quest'anno la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo si svolgerà martedì 15 aprile a partire dalle ore 18.30 con la scena de «L'ingresso in Gerusalemme» (ingresso dall'arco di via Piazza). Teatro naturale dei sette atti sarà il centro antico di Molfetta con le sue suggestive atmosfere: i palchi saranno allestiti a Piazza Municipio e, per quest'anno, alla Banchina Seminario nei pressi del Duomo. L'ultima scena («Le Testimonianze») sarà realizzata sul sagrato del Purgatorio. con la chiusura temporanea del traffico su Corso Dante.
Di sicuro, vivere da attore e da spettatore la Sacra Rappresentazione aiuta a sentire il pathos, quello spirito che unisce ineffabilmente l'atroce patire e la gioiosa passione, uno spirito che smuove e porta a vita nuova. La Sacra Rappresentazione di quest'anno dipingerà sullo scenario dei suoi 7 quadri scenici la "gioia della Passione": «L'ingresso in Gerusalemme», «L'ultima cena», «Gesù nell'orto degli ulivi», «L'arresto di Gesù», «Il rinnegamento», «Il processo del sinedrio», «Le testimonianze» (nel corso dei 22 anni molte scene sono state aggiunte e/o modificate, ma l'impianto che sarà presentato quest'anno è quello completo). Inoltre, diverse scene rappresenteranno alcune stazioni della Via Crucis, come la terza (la condanna di Gesù) e la quarta stazione.
«Rappresentare la Passione di Cristo, per la nostra Confraternita, non ha solo un intento didascalico, ma incarna soprattutto il desiderio di immedesimazione nell'evento. Il sacrificio di tutti coloro che partecipano, a vario titolo, all'organizzazione e alla realizzazione di questo evento, rappresenta quasi il personale contributo nel rendere meno atroci le sofferenze del Redentore – ha dichiarato Sergio Pignatelli, priore della Confraternita -. Un altro valore che la Sacra Rappresentazione ci permette di riscoprire è quello dell'unità, soprattutto durante le prove, un modo per vivere da famiglia l'avvicinamento alla testimonianza del grande mistero della Passione e Morte di Gesù Cristo».
La suggestione infusa da questa rappresentazione è altissima. La partecipazione della collettività è pressoché totale. La ricerca continua di elementi a supporto dei testi, la scelta dei costumi e delle scenografie hanno creato i presupposti per offrire agli spettatori momenti di intensa riflessione sul dramma della Croce e sul suo messaggio evangelico di speranza, attualizzando e cercando di rendere i fatti aderenti e ricollegabili alla realtà che ci circonda.
Ecco perché questo evento non è soltanto l'espressione dell'attivismo pastorale della Confraternita di sant'Antonio, ma è anche un importante momento di raccoglimento e meditazione sul mistero pasquale, privato di vuoti sentimentalismi e ostentazioni di spettacolarizzazione. L'evento ricorda al fedele la pesante pietra ribaltata che non ha aperto solo il sepolcro di Cristo, ma ha spalancato anche le porte della vita eterna, e aiuta a scalzare l'impressione più diffusa che la risurrezione di Gesù sia solo un corollario del valore salvifico dell'evento della croce, ribadendo il segreto nascosto del Crocifisso-Risorto, ovvero la manifestazione sulla croce della sua Risurrezione, quella che precede la nostra, come risultato della sua morte in croce.
Del resto, i gesti, l'atmosfera del centro storico, i giochi di luce, le parole dei protagonisti creano una commozione coinvolgente. Nelle azioni e nei gesti preparatori al martedì santo si nasconde una particolare prossemica: la convivialità "companatica" di confratelli, consorelle e amici. Ognuno descriverà quel Nuovo Testamento, quello rimasto nel cencio tessuto sui telai delle donne di Galilea, il cencio della lavanda dei piedi, e nel pane che è divenuto corpo di Gesù.
Quest'anno la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo si svolgerà martedì 15 aprile a partire dalle ore 18.30 con la scena de «L'ingresso in Gerusalemme» (ingresso dall'arco di via Piazza). Teatro naturale dei sette atti sarà il centro antico di Molfetta con le sue suggestive atmosfere: i palchi saranno allestiti a Piazza Municipio e, per quest'anno, alla Banchina Seminario nei pressi del Duomo. L'ultima scena («Le Testimonianze») sarà realizzata sul sagrato del Purgatorio. con la chiusura temporanea del traffico su Corso Dante.
Di sicuro, vivere da attore e da spettatore la Sacra Rappresentazione aiuta a sentire il pathos, quello spirito che unisce ineffabilmente l'atroce patire e la gioiosa passione, uno spirito che smuove e porta a vita nuova. La Sacra Rappresentazione di quest'anno dipingerà sullo scenario dei suoi 7 quadri scenici la "gioia della Passione": «L'ingresso in Gerusalemme», «L'ultima cena», «Gesù nell'orto degli ulivi», «L'arresto di Gesù», «Il rinnegamento», «Il processo del sinedrio», «Le testimonianze» (nel corso dei 22 anni molte scene sono state aggiunte e/o modificate, ma l'impianto che sarà presentato quest'anno è quello completo). Inoltre, diverse scene rappresenteranno alcune stazioni della Via Crucis, come la terza (la condanna di Gesù) e la quarta stazione.
«Rappresentare la Passione di Cristo, per la nostra Confraternita, non ha solo un intento didascalico, ma incarna soprattutto il desiderio di immedesimazione nell'evento. Il sacrificio di tutti coloro che partecipano, a vario titolo, all'organizzazione e alla realizzazione di questo evento, rappresenta quasi il personale contributo nel rendere meno atroci le sofferenze del Redentore – ha dichiarato Sergio Pignatelli, priore della Confraternita -. Un altro valore che la Sacra Rappresentazione ci permette di riscoprire è quello dell'unità, soprattutto durante le prove, un modo per vivere da famiglia l'avvicinamento alla testimonianza del grande mistero della Passione e Morte di Gesù Cristo».
La suggestione infusa da questa rappresentazione è altissima. La partecipazione della collettività è pressoché totale. La ricerca continua di elementi a supporto dei testi, la scelta dei costumi e delle scenografie hanno creato i presupposti per offrire agli spettatori momenti di intensa riflessione sul dramma della Croce e sul suo messaggio evangelico di speranza, attualizzando e cercando di rendere i fatti aderenti e ricollegabili alla realtà che ci circonda.
Ecco perché questo evento non è soltanto l'espressione dell'attivismo pastorale della Confraternita di sant'Antonio, ma è anche un importante momento di raccoglimento e meditazione sul mistero pasquale, privato di vuoti sentimentalismi e ostentazioni di spettacolarizzazione. L'evento ricorda al fedele la pesante pietra ribaltata che non ha aperto solo il sepolcro di Cristo, ma ha spalancato anche le porte della vita eterna, e aiuta a scalzare l'impressione più diffusa che la risurrezione di Gesù sia solo un corollario del valore salvifico dell'evento della croce, ribadendo il segreto nascosto del Crocifisso-Risorto, ovvero la manifestazione sulla croce della sua Risurrezione, quella che precede la nostra, come risultato della sua morte in croce.
Del resto, i gesti, l'atmosfera del centro storico, i giochi di luce, le parole dei protagonisti creano una commozione coinvolgente. Nelle azioni e nei gesti preparatori al martedì santo si nasconde una particolare prossemica: la convivialità "companatica" di confratelli, consorelle e amici. Ognuno descriverà quel Nuovo Testamento, quello rimasto nel cencio tessuto sui telai delle donne di Galilea, il cencio della lavanda dei piedi, e nel pane che è divenuto corpo di Gesù.