L'auto incendiata in viale monsignor Bello
L'auto incendiata in viale monsignor Bello
Cronaca

Roghi d'auto, il Liberatorio: «Ma dopo 358 roghi c'è un'indagine in corso?»

Il movimento di d'Ingeo si chiede se «la Procura della Repubblica di Trani abbia mai aperto un fascicolo unico»

La cronaca di questi giorni abbonda di notizie sull'ultimo rogo d'auto avvenuto il 2 settembre scorso in viale monsignor Bello. «Dopo i 358 roghi, dal 2007 ad oggi, e la 19° auto distrutta chiediamo ancora al sindaco e alle forze dell'ordine di darci delle risposte sui fatti accaduti», scrive il Liberatorio Politico.

«Ribadiamo, ancora una volta - si legge in una nota del movimento di Matteo d'Ingeo - che non abbiamo mai accettato, e continueremo a non accettare, l'idea che gli incendi in città siano episodi incidentali e casuali oppure dovuti, solo e semplicemente, a corto circuiti, autocombustione o motivi "passionali"; ci chiediamo ancora se la Procura della Repubblica di Trani abbia mai aperto un fascicolo d'indagine unico.

Sarebbe auspicabile se, dopo tredici anni di fuoco, fossero avviate indagini coordinate, pur contro ignoti, per accertare se si tratti di incendi dolosi provocati da piromani seriali, piromani d'occasione o di emulazione, atti vandalici, ritorsioni o vendette personali; oppure se a Molfetta, e nelle città limitrofe, siamo di fronte ad operazioni criminali che hanno come obiettivo la creazione di un clima di paura collettiva per poi attuare nel tempo azioni estorsive indirette e diffuse.

Non dobbiamo dimenticare che, oltre alle automobili ci sono stati anche incendi di esercizi commerciali e atti dinamitardi. Se ci fossero delle indagini mirate si potrebbero anche ipotizzare collegamenti tra un incendio e l'altro.

Sarebbe interessante sapere se sono stati usati liquidi o "pasticche di diavolina" posati sulle ruote; se i privati o i proprietari degli esercizi commerciali collocati nelle vicinanze delle autovetture incendiate hanno ricevuto in passato, o dopo gli incendi, "avvertimenti" o richieste di "pizzo"; mettere in relazione gli atti dolosi con eventuali minacce a pubblici ufficiali e o politici, oppure controllare l'avanzamento di certi appalti, concessioni edilizie e contributi dei servizi sociali.

Altra ipotesi potrebbe portare a collegare i roghi di auto alle azioni svolte dalle forze dell'ordine. Insomma le piste da seguire sarebbero tante. Ma, sarebbe già importante sapere che si facciano indagini e a che punto siano. E domani a chi toccherà?», conclude il Liberatorio Politico.
  • Incendi Molfetta
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