Cronaca
«Ripartiranno i lavori sul porto ma non immediatamente»
Natalicchio spiega il dissequestro del cantiere
Molfetta - martedì 19 maggio 2015
16.52
«La riapertura del cantiere è un fatto importante per la città, è una notizia positiva che l'amministrazione rivendica per il lavoro oscuro che in questi anni ha dovuto svolgere per giungere a questo risultato».
Così ha affermato la sindaca Paola Natalicchio nel corso di una conferenza stampa che ha voluto tenere per fare chiarezza sugli ultimi avvenimenti che hanno portato al dissequestro del porto di Molfetta. È un dissequestro condizionato – ha affermato – dovuto a due ragioni. La prima è il riconoscimento formale della estraneità dell'attuale compagine amministrativa in relazione all'inchiesta sul porto. Il secondo motivo per cui l'autorità giudiziaria ha decretato il dissequestro delle aree è che le opere di bonifica dagli ordigni bellici depositati sui fondali si sono concluse». Si spiegherebbe così l'inversione di tendenza dei Pubblici Ministero Francesco Giannella e Antonio Savasta, che solo a novembre scorso confermarono il sequestro delle opere del 7 ottobre del 2013.
«C'è un terzo motivo per cui l'Autorità Giudiziaria ha deciso per la rimozione dei sigilli – ha continuato Natalicchio – ed la delibera, la 14 del gennaio di quest'anno, che approva in maniera definitiva il progetto di messa in sicurezza del porto commerciale». Una messa in sicurezza divenuta indispensabile per la stessa funzionalità del bacino portuale. «Con il sequestro del cantiere – ha commentato la sindaco – fu congelato tutto, compresi i 10 cassoni utili alla realizzazione delle opere che sono rimasti in acqua da quel giorno e che rappresentano un pericolo per la stessa flotta peschereccia molfettese». Ma se il cantiere è stato dissequestrato, le somme utili alla prosecuzione dei lavori non sono ancora nella disponibilità delle casse comunali. «Da questo punto di vista abbiamo una grande preoccupazione – ha affermato la Natalicchio – Il provvedimento di dissequestro non riguarda le opere di colmata. Per questo stiamo organizzando un gruppo di lavoro che comprende oltre agli amministratori pubblici e lo studio legale, anche l'azienda vincitrice dell'appalto, per continuare a dialogare con l'Amministrazione giudiziaria e arrivare allo sblocco anche di quella parte dell'opera».
Per questo i tempi per la riapertura del cantiere non sono ancora certi. «Esistono delle prescrizioni a cui dovremo ottemperare – ha concluso la sindaco – ma fanno capo tutte al procedimento amministrativo. Siamo giunti a questo risultato lavorando in sinergia. Confido che lo stesso accordo continui anche per gli ultimi adempimenti».
Così ha affermato la sindaca Paola Natalicchio nel corso di una conferenza stampa che ha voluto tenere per fare chiarezza sugli ultimi avvenimenti che hanno portato al dissequestro del porto di Molfetta. È un dissequestro condizionato – ha affermato – dovuto a due ragioni. La prima è il riconoscimento formale della estraneità dell'attuale compagine amministrativa in relazione all'inchiesta sul porto. Il secondo motivo per cui l'autorità giudiziaria ha decretato il dissequestro delle aree è che le opere di bonifica dagli ordigni bellici depositati sui fondali si sono concluse». Si spiegherebbe così l'inversione di tendenza dei Pubblici Ministero Francesco Giannella e Antonio Savasta, che solo a novembre scorso confermarono il sequestro delle opere del 7 ottobre del 2013.
«C'è un terzo motivo per cui l'Autorità Giudiziaria ha deciso per la rimozione dei sigilli – ha continuato Natalicchio – ed la delibera, la 14 del gennaio di quest'anno, che approva in maniera definitiva il progetto di messa in sicurezza del porto commerciale». Una messa in sicurezza divenuta indispensabile per la stessa funzionalità del bacino portuale. «Con il sequestro del cantiere – ha commentato la sindaco – fu congelato tutto, compresi i 10 cassoni utili alla realizzazione delle opere che sono rimasti in acqua da quel giorno e che rappresentano un pericolo per la stessa flotta peschereccia molfettese». Ma se il cantiere è stato dissequestrato, le somme utili alla prosecuzione dei lavori non sono ancora nella disponibilità delle casse comunali. «Da questo punto di vista abbiamo una grande preoccupazione – ha affermato la Natalicchio – Il provvedimento di dissequestro non riguarda le opere di colmata. Per questo stiamo organizzando un gruppo di lavoro che comprende oltre agli amministratori pubblici e lo studio legale, anche l'azienda vincitrice dell'appalto, per continuare a dialogare con l'Amministrazione giudiziaria e arrivare allo sblocco anche di quella parte dell'opera».
Per questo i tempi per la riapertura del cantiere non sono ancora certi. «Esistono delle prescrizioni a cui dovremo ottemperare – ha concluso la sindaco – ma fanno capo tutte al procedimento amministrativo. Siamo giunti a questo risultato lavorando in sinergia. Confido che lo stesso accordo continui anche per gli ultimi adempimenti».