Politica
Rinascere apre alla coalizione di centrosinistra e al PD: «Si rigeneri con inversione rispetto al passato»
Il movimento: «Non permetteremo il modello degenere del 2017»
Molfetta - lunedì 25 ottobre 2021
14.31
Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa a cura del movimento politico "Rinascere"
"Le parole del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sul contributo che il civismo può dare alla costruzione di coalizioni ampie per potersi imporre nelle elezioni amministrative, ci forniscono lo spunto per svolgere una doverosa riflessione su questo delicato e attualissimo tema, anche in vista dell'appuntamento con le urne che attende la nostra città nella primavera del prossimo anno.
Uno dei primi banchi di prova in Puglia di questa apertura indiscriminata al civismo, infatti, è stato sperimentato proprio a Molfetta, nelle elezioni amministrative del 2017, quando attorno alla candidatura di Tommaso Minervini si costruì una coalizione composta dal Partito Democratico e da una pletora indistinta di liste civiche senza alcun riferimento valoriale, utilizzate solo per riciclare personale politico scadente, trasformista e voltagabbana, proveniente direttamente dalle retrovie del centrodestra targato Antonio Azzollini. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, con il conclamato fallimento, a distanza di pochi anni, di quella esperienza amministrativa ormai agli sgoccioli. Sotto il profilo politico, poi, quelle stesse liste civiche che sostenevano con il PD l'amministrazione di Tommaso Minervini, si sono ricollocate, alle recenti elezioni regionali, nel centrodestra, "tradendo" Michele Emiliano e sostenendo, per mero opportunismo, la candidatura di colui che ritenevano (erroneamente) il probabile vincitore, e cioè Raffaele Fitto.
Tutto questo a dimostrazione del fatto che non c'è alcuna condivisione di valori, progetti, prospettive e ideali a ispirare i comportamenti di un certo ceto politico "corsaro", ben noto a livello locale, ma solo il banale perseguimento di interessi specifici e particolari, spesso opachi, che mutano di volta in volta a seconda delle convenienze del momento.
E allora noi riteniamo che, come ha sostenuto Nichi Vendola nel corso dell'iniziativa organizzata da Rinascere e svoltasi a Molfetta nei giorni scorsi, ci sia un civismo sano, reale espressione di istanze, sollecitazioni e aspettative provenienti dalla società, che, non trovando risposte convincenti nei partiti, si organizza e si struttura in movimenti civici locali, e un certo civismo "malato", funzionale solo a consentire intollerabili fenomeni di trasformismo dietro ai quali troppo spesso si celano interessi opachi o ambigui.
Per questo Rinascere non acconsentirà mai che quel modello degenere già visto nel 2017 venga riproposto a Molfetta in vista delle elezioni del prossimo anno, con gli stessi protagonisti di sempre e la sola differenza di un diverso candidato sindaco, dopo aver "rottamato" Tommaso Minervini, divenuto nel frattempo politicamente impresentabile.
La prospettiva alla quale ostinatamente intendiamo lavorare, quindi, è quella della costruzione di una proposta politica credibile e competitiva, fondata su programmi chiari e una visione di città condivisa, esattamente come fatto nel 2013 con la sottoscrizione di un patto pubblico tra forze politiche che si riconoscevano nel campo progressista, riformista e democratico, e le migliori espressioni di quel civismo sano, in grado di rappresentare un pezzo importante della nostra società.
Siamo consapevoli, tuttavia, che per poter riproporre quello schema che si rivelò vincente è assolutamente necessario che, a Molfetta, il Partito Democratico (architrave di quel centrosinistra che, a livello nazionale, si è imposto praticamente ovunque nelle recenti elezioni amministrative) sia in grado di rigenerarsi profondamente, nel personale politico e nelle pratiche, riconoscendo l'errore commesso nel 2017 quando decise di snaturarsi per aderire a una coalizione "monstre" che ha prodotto danni enormi alla città.
Da questo punto di vista guardiamo con interesse al congresso cittadino del PD di prossima celebrazione dal quale ci aspettiamo una radicale inversione di tendenza rispetto al passato, indispensabile per poter avviare qualsiasi percorso condiviso che porti a formulare alla città una proposta politica e programmatica convincente e credibile, in grado di tenere insieme tutti i partiti e i movimenti civici che si riconoscono nel campo democratico, progressista, riformista e ambientalista, per aprire una nuova stagione di buona politica a Molfetta.
Ogni altra ipotesi, per quanto fondata su presupposti apprezzabili, ci sembra destinata a essere minoritaria e a condurre nuovamente, per i prossimi anni, l'area progressista, democratica e riformista della nostra città a un ruolo marginale e irrilevante, di pura testimonianza, condannando Molfetta a una nuova lunga stagione di cattiva amministrazione che non possiamo più consentire".
"Le parole del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sul contributo che il civismo può dare alla costruzione di coalizioni ampie per potersi imporre nelle elezioni amministrative, ci forniscono lo spunto per svolgere una doverosa riflessione su questo delicato e attualissimo tema, anche in vista dell'appuntamento con le urne che attende la nostra città nella primavera del prossimo anno.
Uno dei primi banchi di prova in Puglia di questa apertura indiscriminata al civismo, infatti, è stato sperimentato proprio a Molfetta, nelle elezioni amministrative del 2017, quando attorno alla candidatura di Tommaso Minervini si costruì una coalizione composta dal Partito Democratico e da una pletora indistinta di liste civiche senza alcun riferimento valoriale, utilizzate solo per riciclare personale politico scadente, trasformista e voltagabbana, proveniente direttamente dalle retrovie del centrodestra targato Antonio Azzollini. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, con il conclamato fallimento, a distanza di pochi anni, di quella esperienza amministrativa ormai agli sgoccioli. Sotto il profilo politico, poi, quelle stesse liste civiche che sostenevano con il PD l'amministrazione di Tommaso Minervini, si sono ricollocate, alle recenti elezioni regionali, nel centrodestra, "tradendo" Michele Emiliano e sostenendo, per mero opportunismo, la candidatura di colui che ritenevano (erroneamente) il probabile vincitore, e cioè Raffaele Fitto.
Tutto questo a dimostrazione del fatto che non c'è alcuna condivisione di valori, progetti, prospettive e ideali a ispirare i comportamenti di un certo ceto politico "corsaro", ben noto a livello locale, ma solo il banale perseguimento di interessi specifici e particolari, spesso opachi, che mutano di volta in volta a seconda delle convenienze del momento.
E allora noi riteniamo che, come ha sostenuto Nichi Vendola nel corso dell'iniziativa organizzata da Rinascere e svoltasi a Molfetta nei giorni scorsi, ci sia un civismo sano, reale espressione di istanze, sollecitazioni e aspettative provenienti dalla società, che, non trovando risposte convincenti nei partiti, si organizza e si struttura in movimenti civici locali, e un certo civismo "malato", funzionale solo a consentire intollerabili fenomeni di trasformismo dietro ai quali troppo spesso si celano interessi opachi o ambigui.
Per questo Rinascere non acconsentirà mai che quel modello degenere già visto nel 2017 venga riproposto a Molfetta in vista delle elezioni del prossimo anno, con gli stessi protagonisti di sempre e la sola differenza di un diverso candidato sindaco, dopo aver "rottamato" Tommaso Minervini, divenuto nel frattempo politicamente impresentabile.
La prospettiva alla quale ostinatamente intendiamo lavorare, quindi, è quella della costruzione di una proposta politica credibile e competitiva, fondata su programmi chiari e una visione di città condivisa, esattamente come fatto nel 2013 con la sottoscrizione di un patto pubblico tra forze politiche che si riconoscevano nel campo progressista, riformista e democratico, e le migliori espressioni di quel civismo sano, in grado di rappresentare un pezzo importante della nostra società.
Siamo consapevoli, tuttavia, che per poter riproporre quello schema che si rivelò vincente è assolutamente necessario che, a Molfetta, il Partito Democratico (architrave di quel centrosinistra che, a livello nazionale, si è imposto praticamente ovunque nelle recenti elezioni amministrative) sia in grado di rigenerarsi profondamente, nel personale politico e nelle pratiche, riconoscendo l'errore commesso nel 2017 quando decise di snaturarsi per aderire a una coalizione "monstre" che ha prodotto danni enormi alla città.
Da questo punto di vista guardiamo con interesse al congresso cittadino del PD di prossima celebrazione dal quale ci aspettiamo una radicale inversione di tendenza rispetto al passato, indispensabile per poter avviare qualsiasi percorso condiviso che porti a formulare alla città una proposta politica e programmatica convincente e credibile, in grado di tenere insieme tutti i partiti e i movimenti civici che si riconoscono nel campo democratico, progressista, riformista e ambientalista, per aprire una nuova stagione di buona politica a Molfetta.
Ogni altra ipotesi, per quanto fondata su presupposti apprezzabili, ci sembra destinata a essere minoritaria e a condurre nuovamente, per i prossimi anni, l'area progressista, democratica e riformista della nostra città a un ruolo marginale e irrilevante, di pura testimonianza, condannando Molfetta a una nuova lunga stagione di cattiva amministrazione che non possiamo più consentire".