Politica
Rifondazione: «Raccolta differenziata, tante cose non funzionano a Molfetta»
La nota: «Le proposte del nostro consigliere Giovanni Infante sono rimaste inascoltate»
Molfetta - giovedì 23 gennaio 2025
9.04
Anche la sezione locale di Rifondazione si è espressa sul delicato tema riguardante la raccolta differenziata a Molfetta: i dati circolanti negli ultimi giorni stanno allarmando non poco tutte le opposizioni cittadine. A seguire, la nota stampa:
"La legge di bilancio 2025 ha previsto che, dal 1 gennaio, il conferimento in discarica non potrà fruire dell'Iva agevolata al 10%, come avvenuto fino a dicembre, prevedendo la maggiore aliquota del 22%. Questo si traduce, nei fatti, in un aumento dei costi per i comuni che necessariamente dovranno scaricare sui cittadini con un aumento della TARI. Per una città come la nostra, l'aumento potrebbe arrivare a circa 250/300 mila euro all'anno. Un aumento dei costi del servizio di spazzamento e raccolta rifiuti che non servirà per migliorare i servizi sul territorio ma che che si palesa come un vero e proprio aumento delle tasse a carico dei cittadini voluto dal governo delle destre".
"Eppure ci sarebbe la maniera di parare il colpo, come a più riprese ha suggerito il nostro consigliere Giovanni Infante a questa amministrazione, rimanendo purtroppo inascoltato. In primis, provando ad avviare una procedura di gara per lo smaltimento della frazione organica in impianti diversi da quelli pugliesi indicati da Ager, che ci costano 176,50 euro/tonnellata. Si potrebbe seguire l'esempio di San Giovanni Rotondo che smaltisce la frazione organica in un impianto del Molise a circa 80 euro/tonnellata, con un risparmio per l'Asm e la città di circa 700/800 mila euro annui".
"Per quanto riguarda i rifiuti indifferenziati invece, si dovrebbe dar seguito a quanto prescritto da Dlg. 36/2003 che prevede per i comuni con una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%, la possibilità di smaltire in discarica la frazione secca residua senza subire il preventivo trattamento della biostabilizzazione, purché la percentuale di materiale putrescibile (organico e carta) non superi il 15%. Le due misure complessivamente permetterebbero un risparmio per le casse dell'ASM di 1,7/1,8 milioni, ma su questo registriamo il silenzio dell'Ager e l'inerzia dell'amministrazione comunale nel mettere in campo azioni concrete".
"Ci preoccupa inoltre, il trend negativo della percentuale di raccolta differenziata a Molfetta che scende al 67,2 % nel 2024, due punti in meno rispetto rispetto al 2022, come certificato dall'Osservatorio regionale dei Rifiuti Puglia. Inoltre nel report di Legambiente sui Comuni Ricicloni pugliesi, patrocinato dall'assessorato all'ambiente della Regione Puglia, Molfetta si mette in 'luce' per essere il secondo comune dell'area metropolitana per incremento di produzione di rifiuto indifferenziato (+5,3 kg/anno per abitante nel 2023 rispetto all'anno precedente). Insomma, un capolavoro di quest'amministrazione, tanto più grave alla luce della nuova legge di bilancio, davanti al quale la presidente dell'ASM non riesce a proporre altro che le mini-isole ecologiche distribuite in tutta la città, un passo indietro gravissimo".
"A dimostrazione di ciò, in un'intervista di qualche giorno fa, in merito all'introduzione sul territorio di "cassonetti intelligenti", la presidente dell'Asm, l'avv. Adele Claudio, così si esprimeva: " _Non_ _riteniamo, assieme al comune di Molfetta, socio unico dell'Asm, di dover modificare, nè tantomeno di abbandonare il sistema di raccolta porta a porta..."._ La stessa Claudio, in un suo commento del 10 dicembre 24, in merito allo stesso argomento, così rispondeva al commento di un cittadino: _"sta partendo una prova tendente alla sostituzione del porta a porta"._ Ora, delle due l'una, o qualcuno ha hackerato il profilo fb della presidente dell'Asm quando commentava e preannunciava, con l'introduzione dei cassonetti, il superamento della raccolta dei rifiuti con il metodo porta a porta, oppure la presidente Claudio è in totale confusione, giusto per usare un eufemismo, palesando tutta la sua inadeguatezza, oltre che nel comunicare scelte importanti, anche nel rappresentare un'azienda la cui proprietà, come ci ricorda lei stessa, appartiene al comune di Molfetta. Ci preoccupano le "amnesie" della presidente Claudio e poiché stiamo parlando di scelte strategiche e sensibili, le cui ripercussioni i cittadini rischiano di pagare a caro prezzo, è bene, e lo ribadiamo, che ogni modifica all'attuale sistema di raccolta dei rifiuti venga discussa nella sede del consiglio comunale".
"La legge di bilancio 2025 ha previsto che, dal 1 gennaio, il conferimento in discarica non potrà fruire dell'Iva agevolata al 10%, come avvenuto fino a dicembre, prevedendo la maggiore aliquota del 22%. Questo si traduce, nei fatti, in un aumento dei costi per i comuni che necessariamente dovranno scaricare sui cittadini con un aumento della TARI. Per una città come la nostra, l'aumento potrebbe arrivare a circa 250/300 mila euro all'anno. Un aumento dei costi del servizio di spazzamento e raccolta rifiuti che non servirà per migliorare i servizi sul territorio ma che che si palesa come un vero e proprio aumento delle tasse a carico dei cittadini voluto dal governo delle destre".
"Eppure ci sarebbe la maniera di parare il colpo, come a più riprese ha suggerito il nostro consigliere Giovanni Infante a questa amministrazione, rimanendo purtroppo inascoltato. In primis, provando ad avviare una procedura di gara per lo smaltimento della frazione organica in impianti diversi da quelli pugliesi indicati da Ager, che ci costano 176,50 euro/tonnellata. Si potrebbe seguire l'esempio di San Giovanni Rotondo che smaltisce la frazione organica in un impianto del Molise a circa 80 euro/tonnellata, con un risparmio per l'Asm e la città di circa 700/800 mila euro annui".
"Per quanto riguarda i rifiuti indifferenziati invece, si dovrebbe dar seguito a quanto prescritto da Dlg. 36/2003 che prevede per i comuni con una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%, la possibilità di smaltire in discarica la frazione secca residua senza subire il preventivo trattamento della biostabilizzazione, purché la percentuale di materiale putrescibile (organico e carta) non superi il 15%. Le due misure complessivamente permetterebbero un risparmio per le casse dell'ASM di 1,7/1,8 milioni, ma su questo registriamo il silenzio dell'Ager e l'inerzia dell'amministrazione comunale nel mettere in campo azioni concrete".
"Ci preoccupa inoltre, il trend negativo della percentuale di raccolta differenziata a Molfetta che scende al 67,2 % nel 2024, due punti in meno rispetto rispetto al 2022, come certificato dall'Osservatorio regionale dei Rifiuti Puglia. Inoltre nel report di Legambiente sui Comuni Ricicloni pugliesi, patrocinato dall'assessorato all'ambiente della Regione Puglia, Molfetta si mette in 'luce' per essere il secondo comune dell'area metropolitana per incremento di produzione di rifiuto indifferenziato (+5,3 kg/anno per abitante nel 2023 rispetto all'anno precedente). Insomma, un capolavoro di quest'amministrazione, tanto più grave alla luce della nuova legge di bilancio, davanti al quale la presidente dell'ASM non riesce a proporre altro che le mini-isole ecologiche distribuite in tutta la città, un passo indietro gravissimo".
"A dimostrazione di ciò, in un'intervista di qualche giorno fa, in merito all'introduzione sul territorio di "cassonetti intelligenti", la presidente dell'Asm, l'avv. Adele Claudio, così si esprimeva: " _Non_ _riteniamo, assieme al comune di Molfetta, socio unico dell'Asm, di dover modificare, nè tantomeno di abbandonare il sistema di raccolta porta a porta..."._ La stessa Claudio, in un suo commento del 10 dicembre 24, in merito allo stesso argomento, così rispondeva al commento di un cittadino: _"sta partendo una prova tendente alla sostituzione del porta a porta"._ Ora, delle due l'una, o qualcuno ha hackerato il profilo fb della presidente dell'Asm quando commentava e preannunciava, con l'introduzione dei cassonetti, il superamento della raccolta dei rifiuti con il metodo porta a porta, oppure la presidente Claudio è in totale confusione, giusto per usare un eufemismo, palesando tutta la sua inadeguatezza, oltre che nel comunicare scelte importanti, anche nel rappresentare un'azienda la cui proprietà, come ci ricorda lei stessa, appartiene al comune di Molfetta. Ci preoccupano le "amnesie" della presidente Claudio e poiché stiamo parlando di scelte strategiche e sensibili, le cui ripercussioni i cittadini rischiano di pagare a caro prezzo, è bene, e lo ribadiamo, che ogni modifica all'attuale sistema di raccolta dei rifiuti venga discussa nella sede del consiglio comunale".