Politica
Rifondazione mantiene viva la sua proposta di leadership del centrosinistra
Nel primo giorno di congresso, tutti i big dell'ex maggioranza chiedono però unità
Molfetta - sabato 11 febbraio 2017
1.10
Era l'evento politico più atteso della settimana ed a confermarlo è stata la presenza di tutti i protagonisti della scena politica molfettese dell'area del centrosinistra (e non solo).
Da Antonio di Gioia a Bepi Maralfa, passando da Paola Natalicchio, Silvio Salvemini, Giulio Calvani, Davide de Candia, Gabriele Vilardi, Giuseppe Percoco, Mimmo Favuzzi ed Erika Cormio: c'erano tutti i big ad onorare il via del congresso elettivo della sezione cittadina di Rifondazione Comunista.
Il perché della presenza ieri sera, presso la sala stampa comunale, di mezzo consiglio comunale uscente, è legato al discorso del segretario Beppe Zanna, che sarà, questa sera, inoltre all'unanimità al vertice del partito di piazza Paradiso.
Un discorso più che atteso e che non ha deluso le aspettative. Tralasciando il passaggio sul partito nazionale, tutte le orecchie erano tese al passaggio locale: indietro non si torna, barra dritta ed ecco quindi la conferma della richiesta del candidato sindaco per la coalizione del centrosinistra.
Afferma Zanna infatti che sarebbe stato molto «facile essere fagocitati, ma abbiamo difeso la nostra ragione d'essere, e non abbiamo mai fatto mancare numeri o mani alzate al posto di altri».
Zanna è poi passato al nocciolo della questione «Il problema è la leadership - dice il segretario di Rifondazione - e deve essere una leadership che tenga insieme la continuità di quella esperienza ed anche la critica. Deve avere un curriculum di esperienza politica del territorio, non più uomini paracadutati dall'alto. Proveniente da un partito che abbia una storia.
E sopratutto deve avere una forte connotazione di sinistra per un criterio di alternatività. Ovvero è l'identikit di una espressione di Rifondazione».
Da qui il via agli interventi a ruota di tutti i presenti, partendo dal segretario del PD, Di Gioia che nutre ancora l'idea di una conciliazione nel centrosinistra. «Io non lo so se sono un neoliberista come i renziani vengono considerati, ma spero che l'esperienza della scorsa maggioranza, vi abbia lasciato la sensazione di poter incidere sulla realtà ed imbastire quindi un dialogo», queste le parole del neosegretario Democratico.
Per DeP invece è intervenuto Davide de Candia specificando come «a noi interessa ragionare su qual è la proposta del centrosinistra. Si deve creare un polo, perciò invito a non dividerci ancora per la sfida alle destre».
Silvio Salvemini di SI invece ha ribadito come «vivo l'eccesso di frammentazione a sinistra come una iattura. Complicato dare una lettura dell'esperienza che abbiamo alle spalle ma noi vorremmo riproporre una chiara identità alle prossime comunali».
Spazio anche per Mimmo Favuzzi di Comitando che in un accorato appello ha evidenziato come «esiste un problema di rappresentanza di alcune fasce della città. Partire dai temi per ricostruire qualcosa di nuovo. Noi siamo disponibili a dialogare».
È stata poi la volta di Gabriele Vilardi, esponente della neoformazione politica MolfettaAttiva che invita a «cercare di ragionare tra la società civile e le dinamiche partitiche per capire che strada intraprendere».
Forse inaspettato, ma attentamente seguito da tutti i presenti, è stato l'intervento dell'ex sindaco Paola Natalicchio che afferma di «vedere in questo congresso l'occasione per riprendere un dibattito pubblico assordantemente in silenzio. Non sono qui a caso. Sono infatti scandalizzata per la disinvoltura di Tommaso Minervini di presentarsi come un usato garantito che mi auguro di saper contrastare anche se i pezzi rimasti per terra sono tanti ma dobbiamo ricompattare una proposta di governo attorno a dei contenuti su cui firmare un patto di fiducia di 5 anni».
Insomma, la prima giornata del congresso di Rifondazione, probabilmente mai così sentito come appuntamento del centrosinistra, a conferma della maturità raggiunta dal gruppo politico molfettese del partito di piazza Paradiso, ha regalato l'immagine di un centrosinistra, che attraverso i suoi leader, ancora non cede apertamente alla frammentazione, congelando per il momento la rottura di alcune settimane fa.
Una volta superata la fase congressuale di Rifondazione, sembra quindi ormai certo un nuovo tavolo su cui più nessuno potrà ancora bluffare. Il tempo stringe infatti, ed il centrosinistra molfettese è decisamente in ritardo.
Da Antonio di Gioia a Bepi Maralfa, passando da Paola Natalicchio, Silvio Salvemini, Giulio Calvani, Davide de Candia, Gabriele Vilardi, Giuseppe Percoco, Mimmo Favuzzi ed Erika Cormio: c'erano tutti i big ad onorare il via del congresso elettivo della sezione cittadina di Rifondazione Comunista.
Il perché della presenza ieri sera, presso la sala stampa comunale, di mezzo consiglio comunale uscente, è legato al discorso del segretario Beppe Zanna, che sarà, questa sera, inoltre all'unanimità al vertice del partito di piazza Paradiso.
Un discorso più che atteso e che non ha deluso le aspettative. Tralasciando il passaggio sul partito nazionale, tutte le orecchie erano tese al passaggio locale: indietro non si torna, barra dritta ed ecco quindi la conferma della richiesta del candidato sindaco per la coalizione del centrosinistra.
Afferma Zanna infatti che sarebbe stato molto «facile essere fagocitati, ma abbiamo difeso la nostra ragione d'essere, e non abbiamo mai fatto mancare numeri o mani alzate al posto di altri».
Zanna è poi passato al nocciolo della questione «Il problema è la leadership - dice il segretario di Rifondazione - e deve essere una leadership che tenga insieme la continuità di quella esperienza ed anche la critica. Deve avere un curriculum di esperienza politica del territorio, non più uomini paracadutati dall'alto. Proveniente da un partito che abbia una storia.
E sopratutto deve avere una forte connotazione di sinistra per un criterio di alternatività. Ovvero è l'identikit di una espressione di Rifondazione».
Da qui il via agli interventi a ruota di tutti i presenti, partendo dal segretario del PD, Di Gioia che nutre ancora l'idea di una conciliazione nel centrosinistra. «Io non lo so se sono un neoliberista come i renziani vengono considerati, ma spero che l'esperienza della scorsa maggioranza, vi abbia lasciato la sensazione di poter incidere sulla realtà ed imbastire quindi un dialogo», queste le parole del neosegretario Democratico.
Per DeP invece è intervenuto Davide de Candia specificando come «a noi interessa ragionare su qual è la proposta del centrosinistra. Si deve creare un polo, perciò invito a non dividerci ancora per la sfida alle destre».
Silvio Salvemini di SI invece ha ribadito come «vivo l'eccesso di frammentazione a sinistra come una iattura. Complicato dare una lettura dell'esperienza che abbiamo alle spalle ma noi vorremmo riproporre una chiara identità alle prossime comunali».
Spazio anche per Mimmo Favuzzi di Comitando che in un accorato appello ha evidenziato come «esiste un problema di rappresentanza di alcune fasce della città. Partire dai temi per ricostruire qualcosa di nuovo. Noi siamo disponibili a dialogare».
È stata poi la volta di Gabriele Vilardi, esponente della neoformazione politica MolfettaAttiva che invita a «cercare di ragionare tra la società civile e le dinamiche partitiche per capire che strada intraprendere».
Forse inaspettato, ma attentamente seguito da tutti i presenti, è stato l'intervento dell'ex sindaco Paola Natalicchio che afferma di «vedere in questo congresso l'occasione per riprendere un dibattito pubblico assordantemente in silenzio. Non sono qui a caso. Sono infatti scandalizzata per la disinvoltura di Tommaso Minervini di presentarsi come un usato garantito che mi auguro di saper contrastare anche se i pezzi rimasti per terra sono tanti ma dobbiamo ricompattare una proposta di governo attorno a dei contenuti su cui firmare un patto di fiducia di 5 anni».
Insomma, la prima giornata del congresso di Rifondazione, probabilmente mai così sentito come appuntamento del centrosinistra, a conferma della maturità raggiunta dal gruppo politico molfettese del partito di piazza Paradiso, ha regalato l'immagine di un centrosinistra, che attraverso i suoi leader, ancora non cede apertamente alla frammentazione, congelando per il momento la rottura di alcune settimane fa.
Una volta superata la fase congressuale di Rifondazione, sembra quindi ormai certo un nuovo tavolo su cui più nessuno potrà ancora bluffare. Il tempo stringe infatti, ed il centrosinistra molfettese è decisamente in ritardo.