Rifondazione: «Chiediamo il potenziamento del Centro anti-violenza di Molfetta»
La proposta: «Servono azioni concrete per arginare questo male della società»
Molfetta - lunedì 27 novembre 2023
Comunicato Stampa
Rifondazione chiede il potenziamento del Centro anti-violenza di Molfetta, per un'azione sempre più mirata ed efficace nella prevenzione nella lotta contro la violenza sulle donne.
"Abbiamo seguito con sgomento la vicenda e il barbaro assassinio di Giulia Cecchettin, ultima donna vittima della violenza maschile che ogni anno solo in Italia provoca più di 100 femminicidi".
"Non possiamo che unirci e condividere le riflessioni di Elena, la sorella di Giulia, che in un momento così drammatico è riuscita a dare nome e cognome alle cause di questa barbarie. Il killer di Giulia è un figlio sano del patriarcato, di una società intrisa di sessismo, di sopraffazione maschile nei confronti delle donne, in uno schema di esercizio del potere spesso scambiato con la passione, il troppo amore o un amore malato".
"Il movimento delle donne contro la violenza di genere deve essere necessariamente intersezionale e culturale che costruisca un orizzonte di senso, che unisca tutte le persone oppresse e metta insieme diritti sociali ed economici, le rivendicazioni sindacali per la parità salariale e il rispetto del diritto all'autodeterminazione di tutt*. Turetta e i tanti omicidi non sono corpi estranei alla nostra società, non sono dei mostri, sono piuttosto dei "nostri", come ebbe a dire don Tonino Bello in una circostanza tragica per la nostra città".
"La responsabilità dei gesti violenti ricade su tutti i cittadin* che abbassano la testa e restano in silenzio dinanzi alla violenza, alla subalternità, alla discriminazione e a tutte le pratiche di sopraffazione che ogni giorno vengono messe in atto dagli uomini sulle donne, tutte espressione di una cultura machista, humus culturale da cui originano gesti estremi come i femminicidi. Per questo raccogliamo l'invito di Elena a non restare in silenzio, a prendere la parola, ad urlare in piazza che solo con una lotta senza quartiere al patriarcato riusciremo ad estirpare le cause di questo stillicidio".
"Crediamo che si possa partire già a livello locale con azioni concrete. Chiediamo al Sindaco di potenziare il centro antiviolenza, come già previsto dal DUP, e di spendersi con gli organi sovraordinati per favorire progetti e una cultura di educazione sessuo-affettiva nelle scuole tenuta da esperti, unico strumento potente ed efficace di cambiamento".
"Abbiamo seguito con sgomento la vicenda e il barbaro assassinio di Giulia Cecchettin, ultima donna vittima della violenza maschile che ogni anno solo in Italia provoca più di 100 femminicidi".
"Non possiamo che unirci e condividere le riflessioni di Elena, la sorella di Giulia, che in un momento così drammatico è riuscita a dare nome e cognome alle cause di questa barbarie. Il killer di Giulia è un figlio sano del patriarcato, di una società intrisa di sessismo, di sopraffazione maschile nei confronti delle donne, in uno schema di esercizio del potere spesso scambiato con la passione, il troppo amore o un amore malato".
"Il movimento delle donne contro la violenza di genere deve essere necessariamente intersezionale e culturale che costruisca un orizzonte di senso, che unisca tutte le persone oppresse e metta insieme diritti sociali ed economici, le rivendicazioni sindacali per la parità salariale e il rispetto del diritto all'autodeterminazione di tutt*. Turetta e i tanti omicidi non sono corpi estranei alla nostra società, non sono dei mostri, sono piuttosto dei "nostri", come ebbe a dire don Tonino Bello in una circostanza tragica per la nostra città".
"La responsabilità dei gesti violenti ricade su tutti i cittadin* che abbassano la testa e restano in silenzio dinanzi alla violenza, alla subalternità, alla discriminazione e a tutte le pratiche di sopraffazione che ogni giorno vengono messe in atto dagli uomini sulle donne, tutte espressione di una cultura machista, humus culturale da cui originano gesti estremi come i femminicidi. Per questo raccogliamo l'invito di Elena a non restare in silenzio, a prendere la parola, ad urlare in piazza che solo con una lotta senza quartiere al patriarcato riusciremo ad estirpare le cause di questo stillicidio".
"Crediamo che si possa partire già a livello locale con azioni concrete. Chiediamo al Sindaco di potenziare il centro antiviolenza, come già previsto dal DUP, e di spendersi con gli organi sovraordinati per favorire progetti e una cultura di educazione sessuo-affettiva nelle scuole tenuta da esperti, unico strumento potente ed efficace di cambiamento".