Rifiuti abbandonati e inciviltà, disagio anche per le colonie feline
Troppe volte i volontari si ritrovano a dover ripulire gli spazi abitati dai gatti, come al Parco di Ponente
Molfetta - giovedì 23 febbraio 2017
Il problema dei rifiuti abbandonati per strada e in ogni dove è ormai all'ordine del giorno da molti mesi: alcuni potrebbero imputarlo al metodo di conferimento porta a porta. Per altri è semplicemente questione di mancanza di rispetto. Per le regole, per l'ambiente, la città, le persone, gli animali. Anzi, in questo caso i gatti.
Sì, perché il proliferare dei rifiuti sta creando non pochi problemi alle colonie feline della città e in particolare a chi di questi gatti si prende costantemente cura anche a proprie spese.
Un disagio diffuso, un malcontento che circola non solo tra i referenti individuati all'epoca del censimento e relativa mappatura delle colonie di gatti promossa dall'Amministrazione Natalicchio, ma anche tra tutti i gattari in genere.
Un esempio tra tutti è la colonia felina che vive presso il Parco di Ponente. I referenti oltre a prendersi cura dei gatti – e per cure non s'intende solo la somministrazione di cibo, ma anche cure veterinarie con sterilizzazione – si ritrovano puntualmente a dover ripulire gli ambienti in cui vivono i gatti, dunque anche gli spazi comuni degli avventori del parco, da sacchetti della spazzatura e da ogni tipo di rifiuto abbandonato incoscientemente.
Molte volte si tratta anche di residui di cibo di ogni genere (pane, scarti di carne e pesce, pasta) magari lasciati proprio per i gatti con buone intenzioni, ma che in realtà non fanno altro che sporcare, favorire il proliferare di insetti e di cattivi odori perché sono alimenti che i gatti comunque non mangiano. Perché ok, vivono per strada, ma non sono pattumiere ambulanti con le zampe.
Stanchi di questa situazione, più volte i gattari si sono rivolti al Comune e alla Pulizia Municipale soprattutto per punire chi continua a gettare rifiuti in prossimità delle colonie; ma naturalmente per punire ci vogliono i fatti, delle prove concrete che dimostrino la colpevolezza di determinati soggetti.
Il fulcro della questione non è tanto l'omessa pulizia del luogo anche da parte degli organi preposti, ci segnala il referente della colonia in questione, quanto l'inciviltà che è a monte; il menefreghismo con cui i cittadini (alcuni, fortunatamente, e si spera sempre di meno) persistono in comportamenti che arrecano danni alla collettività non solo umana ma anche animale. Comportamenti che tra l'altro vanificano tutto l'impegno dei volontari nella cura di questi animali che avviene, garantiscono, nel totale rispetto delle regole sancite dall'Amministrazione e dalla Asl.
Se c'è l'intento di dare da mangiare ai gatti o fare qualcosa per loro, allora chiunque voglia può cercare di mettersi in contatto con questa grande e silenziosa comunità di gattari che cercano di contribuire come possono al loro benessere. Per gli incivili, invece, i gattari non possono che lanciare un appello al rispetto anche di queste creature che quei comportamenti li subiscono e basta.
Sì, perché il proliferare dei rifiuti sta creando non pochi problemi alle colonie feline della città e in particolare a chi di questi gatti si prende costantemente cura anche a proprie spese.
Un disagio diffuso, un malcontento che circola non solo tra i referenti individuati all'epoca del censimento e relativa mappatura delle colonie di gatti promossa dall'Amministrazione Natalicchio, ma anche tra tutti i gattari in genere.
Un esempio tra tutti è la colonia felina che vive presso il Parco di Ponente. I referenti oltre a prendersi cura dei gatti – e per cure non s'intende solo la somministrazione di cibo, ma anche cure veterinarie con sterilizzazione – si ritrovano puntualmente a dover ripulire gli ambienti in cui vivono i gatti, dunque anche gli spazi comuni degli avventori del parco, da sacchetti della spazzatura e da ogni tipo di rifiuto abbandonato incoscientemente.
Molte volte si tratta anche di residui di cibo di ogni genere (pane, scarti di carne e pesce, pasta) magari lasciati proprio per i gatti con buone intenzioni, ma che in realtà non fanno altro che sporcare, favorire il proliferare di insetti e di cattivi odori perché sono alimenti che i gatti comunque non mangiano. Perché ok, vivono per strada, ma non sono pattumiere ambulanti con le zampe.
Stanchi di questa situazione, più volte i gattari si sono rivolti al Comune e alla Pulizia Municipale soprattutto per punire chi continua a gettare rifiuti in prossimità delle colonie; ma naturalmente per punire ci vogliono i fatti, delle prove concrete che dimostrino la colpevolezza di determinati soggetti.
Il fulcro della questione non è tanto l'omessa pulizia del luogo anche da parte degli organi preposti, ci segnala il referente della colonia in questione, quanto l'inciviltà che è a monte; il menefreghismo con cui i cittadini (alcuni, fortunatamente, e si spera sempre di meno) persistono in comportamenti che arrecano danni alla collettività non solo umana ma anche animale. Comportamenti che tra l'altro vanificano tutto l'impegno dei volontari nella cura di questi animali che avviene, garantiscono, nel totale rispetto delle regole sancite dall'Amministrazione e dalla Asl.
Se c'è l'intento di dare da mangiare ai gatti o fare qualcosa per loro, allora chiunque voglia può cercare di mettersi in contatto con questa grande e silenziosa comunità di gattari che cercano di contribuire come possono al loro benessere. Per gli incivili, invece, i gattari non possono che lanciare un appello al rispetto anche di queste creature che quei comportamenti li subiscono e basta.