Eventi e folklore
Riccardo Muti lascia il Teatro dell'Opera di Roma
Il maestro non dirigerà l'Aida e le Nozze di Figaro
Molfetta - mercoledì 24 settembre 2014
7.11
Non sarà il Maestro Riccardo Muti a dirigere l'Aida e le Nozze di Figaro nel programma della prossima stagione lirica del Teatro dell'Opera di Roma, di cui era stato nominato direttore artistico a vita. La decisione, irrevocabile del Maestro , è stata resa pubblica qualche giorno fa.
«Non ci sono quelle condizioni per me necessarie per garantire il buon esito delle rappresentazioni» - ha dichiarato il direttore d'orchestra a causa «delle problematiche emerse negli ultimi tempi».
Una decisione sofferta ma meditata. Ed è il Corriere della Sera a ricostruire gli eventi che hanno fatto maturare in Riccardo Muti la scelta di lasciare definitivamente il teatro capitolino.
Il quotidiano punta il dito contro «trenta-quaranta orchestrali» che hanno ribaltato «qualsiasi regola democratica: la minoranza che ha la meglio sulla maggioranza» e «impone il proprio diritto allo sciopero e nega alla maggioranza il proprio, quello di lavorare», per giunta con il miglior direttore d'orchestra del mondo.
Infatti a inizio anno, poche ore prima del debutto del Manon Lescaut, un gruppo di musicisti iscritti a Cgil e Fials entrano urlando nel camerino di Muti: minacciano di non andare in scena ( minaccia poi rientrata) e pretendono che il Maestro comunichi se è dalla loro parte o meno.
Nello stesso periodo, nel corso della prova prima di quella generale, Muti aspetta mezz'ora gli orchestrali che avevano indetto una riunione improvvisa in un contesto di forte disapprovazione delle altre maestranze impiegate nel Teatro.
La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo ma il Maestro ha espresso la volontà di non voler commentare ulteriormente l'accaduto se non tramite una lettera indirizzata a tutti i lavoratori del Teatro dell'Opera.
«Non ci sono quelle condizioni per me necessarie per garantire il buon esito delle rappresentazioni» - ha dichiarato il direttore d'orchestra a causa «delle problematiche emerse negli ultimi tempi».
Una decisione sofferta ma meditata. Ed è il Corriere della Sera a ricostruire gli eventi che hanno fatto maturare in Riccardo Muti la scelta di lasciare definitivamente il teatro capitolino.
Il quotidiano punta il dito contro «trenta-quaranta orchestrali» che hanno ribaltato «qualsiasi regola democratica: la minoranza che ha la meglio sulla maggioranza» e «impone il proprio diritto allo sciopero e nega alla maggioranza il proprio, quello di lavorare», per giunta con il miglior direttore d'orchestra del mondo.
Infatti a inizio anno, poche ore prima del debutto del Manon Lescaut, un gruppo di musicisti iscritti a Cgil e Fials entrano urlando nel camerino di Muti: minacciano di non andare in scena ( minaccia poi rientrata) e pretendono che il Maestro comunichi se è dalla loro parte o meno.
Nello stesso periodo, nel corso della prova prima di quella generale, Muti aspetta mezz'ora gli orchestrali che avevano indetto una riunione improvvisa in un contesto di forte disapprovazione delle altre maestranze impiegate nel Teatro.
La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo ma il Maestro ha espresso la volontà di non voler commentare ulteriormente l'accaduto se non tramite una lettera indirizzata a tutti i lavoratori del Teatro dell'Opera.