Cronaca
Revocati i domiciliari per corruzione all'ex giudice De Benedictis
Resta la misura cautelare per i reati di traffico e detenzione di armi: in primo grado è stato condannato a 9 anni e 8 mesi
Molfetta - mercoledì 29 marzo 2023
23.05
La Corte d'Appello di Lecce, presidente Nicola Lariccia, ha revocato gli arresti domiciliari all'ex giudice per le indagini preliminari di Bari, Giuseppe De Benedictis, per le accuse di corruzione. Ma la misura cautelare resta per la condanna in primo grado relativa a quelle di traffico e detenzione di armi, esplosivi e ricettazione.
La revoca della misura restrittiva, avanzata dagli avvocati Gianfranco Schirone e Saverio Ingraffia, riguarda il procedimento che ha visto l'ex magistrato originario di Molfetta condannato a 9 anni e 8 mesi di reclusione in primo grado assieme all'ex penalista barese Giancarlo Chiariello per quatto presunti casi di corruzione in atti giudiziari con l'aggravante mafiosa relativi a tangenti ottenute in cambio di scarcerazioni. Il processo d'appello s'è aperto ieri davanti al Tribunale di Lecce.
De Benedictis, però, resta agli arresti domiciliari per un altro procedimento in cui è stato condannato in primo grado a 12 anni e 8 mesi di reclusione per i reati di traffico, detenzione di armi, esplosivi e ricettazione, in concorso con l'imprenditore agricolo Antonio Tannoia e il caporal maggiore dell'Esercito Antonio Serafino.
La revoca della misura restrittiva, avanzata dagli avvocati Gianfranco Schirone e Saverio Ingraffia, riguarda il procedimento che ha visto l'ex magistrato originario di Molfetta condannato a 9 anni e 8 mesi di reclusione in primo grado assieme all'ex penalista barese Giancarlo Chiariello per quatto presunti casi di corruzione in atti giudiziari con l'aggravante mafiosa relativi a tangenti ottenute in cambio di scarcerazioni. Il processo d'appello s'è aperto ieri davanti al Tribunale di Lecce.
De Benedictis, però, resta agli arresti domiciliari per un altro procedimento in cui è stato condannato in primo grado a 12 anni e 8 mesi di reclusione per i reati di traffico, detenzione di armi, esplosivi e ricettazione, in concorso con l'imprenditore agricolo Antonio Tannoia e il caporal maggiore dell'Esercito Antonio Serafino.