Reddito di dignità, 193 richieste pervenute all'ambito territoriale di Molfetta
Il programma mira al contrasto della povertà e all'inclusione sociale
Molfetta - mercoledì 19 aprile 2017
10.34
Sono 193 le istanze per l'accesso al reddito di dignità pervenute all'ambito territoriale del Comune di Molfetta che comprende anche la città di Giovinazzo.
Si tratta di un programma avviato dalla Regione Puglia, nell'ambito dei suoi compiti istituzionali e con l'intento di contrastare la povertà e l'esclusione sociale e facilitare l'inclusione socio-lavorativa dei soggetti in condizione di deprivazione economica e particolare fragilità sociale.
Nello specifico il reddito di dignità, conosciuto anche come ReD, è una indennità elargita per la partecipazione a un tirocinio o a un altro progetto di sussidiarietà.
Una volta individuati i destinatari del ReD, dopo una meticolosa fase di istruttoria su piattaforma informatica, questi sono invitati dal Comune di riferimento, grazie a un'équipe multi professionale, coadiuvata dal Servizio sociale professionale e dal Centro per l'Impiego territoriale, a definire il proprio patto individuale di inclusione sociale attiva. Ogni patto individuale contiene sia obiettivi di inclusione, sia altri obiettivi mirati a ridurre il rischio di marginalità per l'intero nucleo familiare.
Il patto tiene conto delle preferenze e dei fabbisogni del richiedente, anche rispetto all'adeguatezza tra il soggetto e il tipo di progetto di tirocinio.
Si tratta di un programma avviato dalla Regione Puglia, nell'ambito dei suoi compiti istituzionali e con l'intento di contrastare la povertà e l'esclusione sociale e facilitare l'inclusione socio-lavorativa dei soggetti in condizione di deprivazione economica e particolare fragilità sociale.
Nello specifico il reddito di dignità, conosciuto anche come ReD, è una indennità elargita per la partecipazione a un tirocinio o a un altro progetto di sussidiarietà.
Una volta individuati i destinatari del ReD, dopo una meticolosa fase di istruttoria su piattaforma informatica, questi sono invitati dal Comune di riferimento, grazie a un'équipe multi professionale, coadiuvata dal Servizio sociale professionale e dal Centro per l'Impiego territoriale, a definire il proprio patto individuale di inclusione sociale attiva. Ogni patto individuale contiene sia obiettivi di inclusione, sia altri obiettivi mirati a ridurre il rischio di marginalità per l'intero nucleo familiare.
Il patto tiene conto delle preferenze e dei fabbisogni del richiedente, anche rispetto all'adeguatezza tra il soggetto e il tipo di progetto di tirocinio.