Cronaca
Red Bull Cliff Diving: quattro eroi di Molfetta hanno soccorso Nikita Fedotov
Il tuffatore aveva perso conoscenza dopo l'impatto con l'acqua da 27 metri di altezza
Molfetta - martedì 2 luglio 2024
13.05
Sono stati quattro eroi di Molfetta, Fabio, Rosanna, Donatello e Antonello, a soccorrere Nikita Fedotov, il tuffatore russo che ha perso conoscenza nell'impatto con l'acqua dopo il tuffo da 27 metri di altezza al Red Bull Cliff Diving di Polignano. L'episodio è accaduto lo scorso sabato pomeriggio, durante il terzo round della competizione sportiva internazionale.
«Al penultimo lancio abbiamo capito subito che Nikita Fedotov aveva impattato male con l'acqua - racconta Fabio – in pochi secondi abbiamo raggiunto il punto d'impatto e abbiamo agito di squadra con il team sommozzatori».
Mentre quest'ultimo ha portato in superficie l'atleta, che era privo di coscienza e in forte dispnea, e ha posizionato immediatamente il collare cervicale, i soccorritori del SerMolfetta hanno calato in acqua la barella spinale. Poi una soccorritrice è scesa in mare per supportare l'immobilizzazione dell'atleta e il successivo trasferimento a riva, dove è stato preso in consegna dal team del soccorso a terra. Dopo averlo stabilizzato, Nikita Fedotov è stato trasferito in codice rosso all'ospedale "San Giacomo" di Monopoli, dove gli esami radiologici hanno escluso, fortunatamente, lesioni gravi.
«Il tutto è avvenuto nel giro di pochissimi minuti – spiega Fabio – sono operazioni difficili visto che operiamo in mare, non sempre calmo, a ridosso di una scogliera, in spazi molto ristretti. Difatti i giorni precedenti alla gara vera e propria vengono fatte numerose prove per tutto il team di soccorso».
Per il terzo anno consecutivo, il SerMolfetta ha partecipato al Cliff Diving come idroambulanza addetta alla sicurezza e al soccorso degli impegnati nella gara per tutta la durata dell'evento, dagli allenamenti fino ai quattro round validi per la competizione.
«Siamo coordinati con il team di sommozzatori, il team acqua scooter e il soccorso a terra – precisa Fabio – in questi casi è fondamentale agire in maniera rapida e coordinata».
Grazie a questi interventi celeri e professionali è possibile raccontare un lieto fine come questo: adesso l'atleta sta bene ed è fuori pericolo.
«La mattina successiva all'accaduto abbiamo incontrato Nikita – conclude Fabio - dopo averci ringraziato per l'assistenza, abbiamo scattato un selfie ricordo assieme a lui».
«Al penultimo lancio abbiamo capito subito che Nikita Fedotov aveva impattato male con l'acqua - racconta Fabio – in pochi secondi abbiamo raggiunto il punto d'impatto e abbiamo agito di squadra con il team sommozzatori».
Mentre quest'ultimo ha portato in superficie l'atleta, che era privo di coscienza e in forte dispnea, e ha posizionato immediatamente il collare cervicale, i soccorritori del SerMolfetta hanno calato in acqua la barella spinale. Poi una soccorritrice è scesa in mare per supportare l'immobilizzazione dell'atleta e il successivo trasferimento a riva, dove è stato preso in consegna dal team del soccorso a terra. Dopo averlo stabilizzato, Nikita Fedotov è stato trasferito in codice rosso all'ospedale "San Giacomo" di Monopoli, dove gli esami radiologici hanno escluso, fortunatamente, lesioni gravi.
«Il tutto è avvenuto nel giro di pochissimi minuti – spiega Fabio – sono operazioni difficili visto che operiamo in mare, non sempre calmo, a ridosso di una scogliera, in spazi molto ristretti. Difatti i giorni precedenti alla gara vera e propria vengono fatte numerose prove per tutto il team di soccorso».
Per il terzo anno consecutivo, il SerMolfetta ha partecipato al Cliff Diving come idroambulanza addetta alla sicurezza e al soccorso degli impegnati nella gara per tutta la durata dell'evento, dagli allenamenti fino ai quattro round validi per la competizione.
«Siamo coordinati con il team di sommozzatori, il team acqua scooter e il soccorso a terra – precisa Fabio – in questi casi è fondamentale agire in maniera rapida e coordinata».
Grazie a questi interventi celeri e professionali è possibile raccontare un lieto fine come questo: adesso l'atleta sta bene ed è fuori pericolo.
«La mattina successiva all'accaduto abbiamo incontrato Nikita – conclude Fabio - dopo averci ringraziato per l'assistenza, abbiamo scattato un selfie ricordo assieme a lui».