Recuperare lo sfilacciamento tra Istituzioni e cittadini
Dibattito a tutto tondo nell'incontro promosso dal Liberatorio Politico
Molfetta - mercoledì 26 ottobre 2016
10.43
In città c'è chi ha voglia di dibattere e confrontarsi. Questo è il messaggio più importante emerso dall'incontro promosso dal movimento civico Liberatorio Politico sul tema "Dov'è finita l'antimafia sociale?".
Partito da un tema circoscritto, il dibattito, scaturito dagli interventi del coordinatore del movimento Matteo D'Ingeo, del criminologo Nicola Schingaro e del sociologo Onofrio Romano, ha interessato argomenti di più ampio respiro, toccando le mille sfaccettature della vita politico-sociale dei nostri tempi, non solo nella nostra città.
A dare il "la" alle riflessioni la testimonianza e le denunce presentate (per la verità, non solo durante l'incontro) da Matteo D'Ingeo.
Coinvolgente anche la testimonianza di Nicola Schingaro, con i riferimenti al quartiere San Paolo di Bari e alla coesistenza di famiglie in condizione di disagio e famiglie di operai. Una situazione non dissimile a quella di tante altre città in cui sono state attuate politiche di svuotamento di alcune aree (di solito le più povere) per concentrare gli abitanti in zone periferiche, prive di controlli e di presidi istituzionali; zone in cui il criterio principale è quello del "farsi i fatti propri".
Onofrio Romano ha, invece, evidenziato il forte radicamento del crimine organizzato nella società, crimine «che troppo spesso diventa una "forma alternativa di welfare"».
In altri termini è stato ribadito come la stagione dell'antimafia sociale, che ha caratterizzato gli anni Novanta, versi in uno stato di agonia.
«Nel giro di 20 anni la tensione civile si è dileguata, si è dileguato il tentativo di creare un nuovo modello di società… – ha affermato Onofrio Romano - C'era il tentativo di presidiare la società con un altro modello di mondo, che sembrava credibile…».
L'uditorio, attento e partecipe, non si è sottratto al confronto ampliando – come dicevamo in apertura – anche i temi di riflessione: dal jobs act alle riforme, dalle notizie di cronaca alla scarsa incisività di "strutture intermedie" come scuola, chiesa, sindacati.
Fondamentale rimane il ruolo delle Istituzioni e della politica, che appaiono sempre più distanti dalla società.
Sottolineata l'importanza di provare a recuperare lo sfilacciamento tra Istituzioni e cittadini, poiché senza un vero coinvolgimento si rischia la moltiplicazione dei problemi di criminalità sociale.
Non a caso Matteo D'Ingeo ha rimarcato: «Vogliamo lanciare un invito a chi si candiderà a governare la città, quello di conoscere la città...».
Partito da un tema circoscritto, il dibattito, scaturito dagli interventi del coordinatore del movimento Matteo D'Ingeo, del criminologo Nicola Schingaro e del sociologo Onofrio Romano, ha interessato argomenti di più ampio respiro, toccando le mille sfaccettature della vita politico-sociale dei nostri tempi, non solo nella nostra città.
A dare il "la" alle riflessioni la testimonianza e le denunce presentate (per la verità, non solo durante l'incontro) da Matteo D'Ingeo.
Coinvolgente anche la testimonianza di Nicola Schingaro, con i riferimenti al quartiere San Paolo di Bari e alla coesistenza di famiglie in condizione di disagio e famiglie di operai. Una situazione non dissimile a quella di tante altre città in cui sono state attuate politiche di svuotamento di alcune aree (di solito le più povere) per concentrare gli abitanti in zone periferiche, prive di controlli e di presidi istituzionali; zone in cui il criterio principale è quello del "farsi i fatti propri".
Onofrio Romano ha, invece, evidenziato il forte radicamento del crimine organizzato nella società, crimine «che troppo spesso diventa una "forma alternativa di welfare"».
In altri termini è stato ribadito come la stagione dell'antimafia sociale, che ha caratterizzato gli anni Novanta, versi in uno stato di agonia.
«Nel giro di 20 anni la tensione civile si è dileguata, si è dileguato il tentativo di creare un nuovo modello di società… – ha affermato Onofrio Romano - C'era il tentativo di presidiare la società con un altro modello di mondo, che sembrava credibile…».
L'uditorio, attento e partecipe, non si è sottratto al confronto ampliando – come dicevamo in apertura – anche i temi di riflessione: dal jobs act alle riforme, dalle notizie di cronaca alla scarsa incisività di "strutture intermedie" come scuola, chiesa, sindacati.
Fondamentale rimane il ruolo delle Istituzioni e della politica, che appaiono sempre più distanti dalla società.
Sottolineata l'importanza di provare a recuperare lo sfilacciamento tra Istituzioni e cittadini, poiché senza un vero coinvolgimento si rischia la moltiplicazione dei problemi di criminalità sociale.
Non a caso Matteo D'Ingeo ha rimarcato: «Vogliamo lanciare un invito a chi si candiderà a governare la città, quello di conoscere la città...».