Raro Squalo elefante finisce tra le reti di un peschereccio molfettese
L'equipaggio del "Maria Domenica" ha prontamente liberato l'esemplare in mare
Molfetta - domenica 27 maggio 2018
0.37
Un incontro inconsueto, che in un primo momento può destare timore, ma che successivamente diventa routine. Sicuramente imbattersi nel secondo pesce più grande del mondo non è qualcosa che accade tutti i giorni, ma l'esperienza di un equipaggio, come quello del peschereccio molfettese "Maria Domenica", ha reso la situazione più facile e meno dannosa per tutti.
Durante una battuta di pesca, in Adriatico, al largo della costa pugliese, gli uomini del "Maria Domenica", hanno ritrovato nelle proprie reti una specie di squalo elefante, appartenente al variegato Ordine di Iamniformi, del quale fa parte anche il celebre squalo bianco.
Trattasi, in realtà, di una specie innocua per l'uomo, ma di una proporzione notevole: i maschi possono raggiungere i dodici metri di lunghezza per dieci tonnellate di peso. Come dicevamo, sebbene non ci si imbatte tutti i giorni in una specie di questo tipo, lo squalo elefante ha una distribuzione cosmopolita all'interno dei mari temperati e lo si ritrova anche nel Mar Mediterraneo. E' innocuo per l'uomo, ma non per le reti da pesca in cui, purtroppo, non è raro che ci finisca.
E' quanto successo all'equipaggio del "Maria Domenica", impegnato in una delle solite battute di pesca e che ha visto mettere a repentaglio la propria attrezzatura da quello che viene definito il secondo pesce più grande al mondo. Fortunatamente, come hanno fatto sapere gli uomini del peschereccio molfettese, tutto è andato per il meglio: una volta a bordo, il grosso pesce, fortunatamente ancora vivo, è stato liberato dalle reti e rigettato in mare, dove in perfetta salute ha ripreso a nuotare e non ha causato danni alle reti.
Da quello che è dato sapere, lo squalo elefante è tra quelle specie a rischio estinzione, in quanto minacciato principalmente dalle reti da pesca, ma anche le collisioni con le barche, i rifiuti marini e i rumori prodotti dalle attività antropiche possono rappresentare un pericolo. L'esperienza e la professionalità dell'equipaggio del noto peschereccio molfettese "Maria Domenica" hanno salvato la vita ad una specie marina poco conosciuta, a causa della sua abitudine a vivere lontano dalle coste e a transitare nelle acque superficiali per breve tempo.
Durante una battuta di pesca, in Adriatico, al largo della costa pugliese, gli uomini del "Maria Domenica", hanno ritrovato nelle proprie reti una specie di squalo elefante, appartenente al variegato Ordine di Iamniformi, del quale fa parte anche il celebre squalo bianco.
Trattasi, in realtà, di una specie innocua per l'uomo, ma di una proporzione notevole: i maschi possono raggiungere i dodici metri di lunghezza per dieci tonnellate di peso. Come dicevamo, sebbene non ci si imbatte tutti i giorni in una specie di questo tipo, lo squalo elefante ha una distribuzione cosmopolita all'interno dei mari temperati e lo si ritrova anche nel Mar Mediterraneo. E' innocuo per l'uomo, ma non per le reti da pesca in cui, purtroppo, non è raro che ci finisca.
E' quanto successo all'equipaggio del "Maria Domenica", impegnato in una delle solite battute di pesca e che ha visto mettere a repentaglio la propria attrezzatura da quello che viene definito il secondo pesce più grande al mondo. Fortunatamente, come hanno fatto sapere gli uomini del peschereccio molfettese, tutto è andato per il meglio: una volta a bordo, il grosso pesce, fortunatamente ancora vivo, è stato liberato dalle reti e rigettato in mare, dove in perfetta salute ha ripreso a nuotare e non ha causato danni alle reti.
Da quello che è dato sapere, lo squalo elefante è tra quelle specie a rischio estinzione, in quanto minacciato principalmente dalle reti da pesca, ma anche le collisioni con le barche, i rifiuti marini e i rumori prodotti dalle attività antropiche possono rappresentare un pericolo. L'esperienza e la professionalità dell'equipaggio del noto peschereccio molfettese "Maria Domenica" hanno salvato la vita ad una specie marina poco conosciuta, a causa della sua abitudine a vivere lontano dalle coste e a transitare nelle acque superficiali per breve tempo.