Chiesa locale
Quattro secoli di fede
L’arciconfraternita della Morte custode delle tradizioni pasquali
Molfetta - domenica 13 aprile 2014
7.58
I suoi natali risalgono al 1613. Lo scopo era quello di accompagnare nell'ultimo viaggio e dare degna sepoltura, accollandosene anche le spese, chi non aveva alcun sostegno economico. Una azione che oggi chiameremmo di umanità e di pubblica utilità durata negli anni. Ma lentamente con il sopraggiungere del benessere economico anche minimo, la «Arciconfraternita della morte» ha nel corso dei secoli cambiato la sua «missione». Arrivando a diventare custode delle tradizioni pasquali molfettesi. E non a caso, giusto per rimanere nel solco delle sue originarie intenzioni, il culto dei confratelli rimane legato alle processioni della Addolorata e dei Misteri, prese a simbolo per celebrare la morte e la resurrezione non solo del Cristo ma di tutto il genere umano.
Processioni che sono diventate famose, non solo nel circondario, ma in tutto il mondo. Grazie anche alle fatture delle statue e dei catafalchi di proprietà dell'Arciconfraternita. Statue, di San Pietro, della Veronica, di Maria di Cleofe e di Salomè, del San Giovanni e della Maddalena, tutte opere realizzate da Giulio Cozzoli, artista molfettese e socio della «Arciconfraternita della Morte» scomparso nel 1957, realizzate in cartapesta. Così come le statue dell'Addolorata e della Pietà. Effigi che colpiscono per la notevole espressione dei volti. Per la realizzazione della «Pietà» lo stesso Cozzoli volle utilizzare un volto della Madonna, opera di uno scultore rimasto ignoto, risalente al 1700.
La Confraternita della Morte oggi, insieme a quella Santo Stefano può fregiarsi, grazie ad un editto del Vaticano, del titolo di «Arciconfraternita». I suoi associati e confratelli sono oltre 1000 appartengono a tutti i ceti sociali identificabili per il lungo saio nero e per un cappuccio dello stesso colore calato sul viso quasi a garanzia del loro anonimato. Artigiani, operai, impiegati, che in comune hanno l'obiettivo di tramandare le tradizioni e riti pasquali molfettesi. Un numero elevato di soci che si manifesta in tutta la sua interezza durante la Quaresima con la suggestiva processione della Croce che parte allo scoccare della mezzanotte tra l'ultimo giorno di carnevale e il primo, appunto di Quaresima. Il clou naturalmente arriva la Settimana Santa. Ai confratelli il compito di trasportare per le vie della città sia l'«Addolorata» che la «Pietà». Un compito che hanno voluto riservarsi mentre le altre effigi, di cui l'Arciconfraternita è proprietaria, sono lasciate in «prestito», ma solo nel periodo della Passione, alle altre confraternite cittadine che si assumono l'onere e l'onore di trasportarle in processione.
Processioni che sono diventate famose, non solo nel circondario, ma in tutto il mondo. Grazie anche alle fatture delle statue e dei catafalchi di proprietà dell'Arciconfraternita. Statue, di San Pietro, della Veronica, di Maria di Cleofe e di Salomè, del San Giovanni e della Maddalena, tutte opere realizzate da Giulio Cozzoli, artista molfettese e socio della «Arciconfraternita della Morte» scomparso nel 1957, realizzate in cartapesta. Così come le statue dell'Addolorata e della Pietà. Effigi che colpiscono per la notevole espressione dei volti. Per la realizzazione della «Pietà» lo stesso Cozzoli volle utilizzare un volto della Madonna, opera di uno scultore rimasto ignoto, risalente al 1700.
La Confraternita della Morte oggi, insieme a quella Santo Stefano può fregiarsi, grazie ad un editto del Vaticano, del titolo di «Arciconfraternita». I suoi associati e confratelli sono oltre 1000 appartengono a tutti i ceti sociali identificabili per il lungo saio nero e per un cappuccio dello stesso colore calato sul viso quasi a garanzia del loro anonimato. Artigiani, operai, impiegati, che in comune hanno l'obiettivo di tramandare le tradizioni e riti pasquali molfettesi. Un numero elevato di soci che si manifesta in tutta la sua interezza durante la Quaresima con la suggestiva processione della Croce che parte allo scoccare della mezzanotte tra l'ultimo giorno di carnevale e il primo, appunto di Quaresima. Il clou naturalmente arriva la Settimana Santa. Ai confratelli il compito di trasportare per le vie della città sia l'«Addolorata» che la «Pietà». Un compito che hanno voluto riservarsi mentre le altre effigi, di cui l'Arciconfraternita è proprietaria, sono lasciate in «prestito», ma solo nel periodo della Passione, alle altre confraternite cittadine che si assumono l'onere e l'onore di trasportarle in processione.