Cultura, Eventi e Spettacolo
Un team di ragazzi molfettesi vince un contest cinematografico a Bolzano
Premiato il loro cortometraggio "Sehnsucht"
Molfetta - lunedì 23 novembre 2020
14.00
Undici ragazzi e una sfida: creare un progetto cinematografico a tempo di record per un contest trovato in rete. Si potrebbe riassumere così la storia questo gruppo che ha scelto di partecipare al "Bolzano 48h", concorso di cinema con sede nel capoluogo trentino e caratterizzato dalla realizzazione in brevissimo tempo di un prodotto audiovisivo.
«Il contest - spiegano - era ovviamente limitato nel tempo di produzione. Avevamo dunque a disposizione poche ore alle quali dedicare scout location, riprese e post produzione. Le regole imponevano che: le riprese venissero effettuate all'interno dei confini di Bolzano, la camera dovesse essere sempre in esterna, il tema dovesse essere la chiave. Per le squadre singole invece erano indicate delle location obbligatorie».
«Abbiamo creato un team di collaboratori tecnici e non che potessero aiutarci in ogni fase del progetto sia produttivo che organizzativo. Per noi è stato fondamentale creare un gruppo eterogeneo con cui dividere le spese del viaggio, dell'appartamento affittato e di un pulmino, ma che non precludesse l'affiatamento che un buon team compatto può dare».
«Siamo partiti senza grosse pretese - ci raccontano i ragazzi - e con tutta l'attrezzatura disponibile quindi alquanto minimale. Il nostro obbiettivo, come in altre situazioni, era sperimentare tecniche nuove con la libertà che solo un contest può concederti pur con le limitazioni del caso dovute alle regole del concorso stesso. Strutturare una sceneggiatura in poche ore è stata una bella sfida che ha richiesto un brainstorming immersivo in cui ogni idea, seppur strampalata e senza senso, era presa in considerazione. Questo processo è la stata la chiave di volta con cui abbiamo puntato ad un soggetto, seppur rischioso, convincente per noi».
«Per individuare le location abbiamo utilizzato Google Maps che ci ha permesso di restringere i tempi. Con l'ausilio del pulmino potevamo muoverci più velocemente all'interno della città e questo ci ha concesso di raggiungere anche posti molti lontani. Il tempo a nostra disposizione era molto limitato per cui arrivati sul luogo non c'era spazio per tante prove d'inquadrature o secondi ciak quindi la capacità di scegliere una scena più che un altra era fondamentale. Alla fine di ogni giornata si procedeva col montaggio: vedere come la storyline prendesse forma ci ispirava e incoraggiava per girare altre scene il giorno dopo».
«Le vicende narrate in "Sehnsucht" (disponibile al seguente link) sono cosparse di invidia e di rivalsa mancata, il tutto calato in un contesto religioso per descrivere il comportamento umano. La nostra chiara interpretazione al momento della scrittura non l'abbiamo riscontrata in chi ha visionato il corto: a partire dal nome dell'opera (Sehnsucht) intraducibile in italiano, la storia si è prestata a diverse interpretazioni a seconda lo spettatore».
«Ciò che è stato da noi ammirato maggiormente è l'apprezzamento del valore stilistico a prescindere dal valore produttivo del corto. Dopo la premiazione abbiamo notato stupiti che gran parte del pubblico non ha applaudito, mentre dall'analisi tecnica della "giuria di qualità" è emerso un piacevole complimento: "Per il rigore formale, l'efficiente realizzazione tecnica e l'utilizzo della location non solo come spazio fisico ma anche come ispirazione, premiamo un lavoro che unisce al coraggio stilistico uno sguardo promettente"».
Questi sono i nomi dei ragazzi partecipanti al progetto che, ancora una volta, fa parlare di Molfetta fuori dai confini locali: Enrico Abbattista, Michele caprioli, Fabio Ricchiuti, Gianni Spione, Francesco Diviesti, Bruno Ricchiuti, Francesco dell'Aquila, Antonella Paparella, Gioacchino Tempesta, Sara Conte e Francesco Parisi.
«Il contest - spiegano - era ovviamente limitato nel tempo di produzione. Avevamo dunque a disposizione poche ore alle quali dedicare scout location, riprese e post produzione. Le regole imponevano che: le riprese venissero effettuate all'interno dei confini di Bolzano, la camera dovesse essere sempre in esterna, il tema dovesse essere la chiave. Per le squadre singole invece erano indicate delle location obbligatorie».
«Abbiamo creato un team di collaboratori tecnici e non che potessero aiutarci in ogni fase del progetto sia produttivo che organizzativo. Per noi è stato fondamentale creare un gruppo eterogeneo con cui dividere le spese del viaggio, dell'appartamento affittato e di un pulmino, ma che non precludesse l'affiatamento che un buon team compatto può dare».
«Siamo partiti senza grosse pretese - ci raccontano i ragazzi - e con tutta l'attrezzatura disponibile quindi alquanto minimale. Il nostro obbiettivo, come in altre situazioni, era sperimentare tecniche nuove con la libertà che solo un contest può concederti pur con le limitazioni del caso dovute alle regole del concorso stesso. Strutturare una sceneggiatura in poche ore è stata una bella sfida che ha richiesto un brainstorming immersivo in cui ogni idea, seppur strampalata e senza senso, era presa in considerazione. Questo processo è la stata la chiave di volta con cui abbiamo puntato ad un soggetto, seppur rischioso, convincente per noi».
«Per individuare le location abbiamo utilizzato Google Maps che ci ha permesso di restringere i tempi. Con l'ausilio del pulmino potevamo muoverci più velocemente all'interno della città e questo ci ha concesso di raggiungere anche posti molti lontani. Il tempo a nostra disposizione era molto limitato per cui arrivati sul luogo non c'era spazio per tante prove d'inquadrature o secondi ciak quindi la capacità di scegliere una scena più che un altra era fondamentale. Alla fine di ogni giornata si procedeva col montaggio: vedere come la storyline prendesse forma ci ispirava e incoraggiava per girare altre scene il giorno dopo».
«Le vicende narrate in "Sehnsucht" (disponibile al seguente link) sono cosparse di invidia e di rivalsa mancata, il tutto calato in un contesto religioso per descrivere il comportamento umano. La nostra chiara interpretazione al momento della scrittura non l'abbiamo riscontrata in chi ha visionato il corto: a partire dal nome dell'opera (Sehnsucht) intraducibile in italiano, la storia si è prestata a diverse interpretazioni a seconda lo spettatore».
«Ciò che è stato da noi ammirato maggiormente è l'apprezzamento del valore stilistico a prescindere dal valore produttivo del corto. Dopo la premiazione abbiamo notato stupiti che gran parte del pubblico non ha applaudito, mentre dall'analisi tecnica della "giuria di qualità" è emerso un piacevole complimento: "Per il rigore formale, l'efficiente realizzazione tecnica e l'utilizzo della location non solo come spazio fisico ma anche come ispirazione, premiamo un lavoro che unisce al coraggio stilistico uno sguardo promettente"».
Questi sono i nomi dei ragazzi partecipanti al progetto che, ancora una volta, fa parlare di Molfetta fuori dai confini locali: Enrico Abbattista, Michele caprioli, Fabio Ricchiuti, Gianni Spione, Francesco Diviesti, Bruno Ricchiuti, Francesco dell'Aquila, Antonella Paparella, Gioacchino Tempesta, Sara Conte e Francesco Parisi.